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compreremo più gas dagli Stati Uniti


La premier Giorgia Meloni ha incontrato Donald Trump a Washington nella giornata di ieri, in un vertice che ha consolidato la sintonia personale e politica tra i due leader. Trump ha elogiato Meloni definendola “una persona fantastica” e sostenendo che l’Italia potrà essere il miglior alleato degli Stati Uniti finché Meloni resterà al governo​. Dal canto suo, la premier ha ringraziato Trump per aver accettato l’invito a visitare ufficialmente Roma e incontrare in quell’occasione anche i vertici dell’Unione Europea​.

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L’incontro, tenutosi nello Studio Ovale, puntava anche a ridurre le tensioni commerciali tra Usa e Ue legate ai dazi decisi da Trump. Entrambi i leader hanno manifestato ottimismo sulla possibilità di un nuovo accordo commerciale transatlantico. “Ci sarà un accordo al 100%” ha promesso Trump, e questa è stata la prima volta in cui il presidente Usa si è detto fiducioso su un’intesa con Bruxelles​.

“Rendiamo l’Occidente di nuovo grande. Make the West Great Again”, ha dichiarato Meloni sui social a margine dell’incontro, rilanciando uno slogan in linea con il motto trumpiano​. Nel briefing con la stampa, la premier ha evidenziato che il colloquio ha spaziato su difesa, economia, spazio ed energia, ambiti in cui Roma e Washington intendono rafforzare la cooperazione​. Proprio l’energia – e in particolare il gas – è emersa come tema centrale dei nuovi accordi bilaterali annunciati.

Il gas al centro: l’Italia pronta a investire 10 miliardi negli Usa

Tra i risultati concreti del bilaterale c’è l’apertura a un accordo per aumentare l’importazione di gas naturale liquefatto (Gnl) dagli Stati Uniti all’Italia. L’idea di comprare più gas americano rientra in una strategia volta a compensare lo squilibrio commerciale con gli Stati Uniti e a ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, in linea con gli obiettivi europei di eliminare le forniture di combustibili fossili russi​.

 

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Senza il gas statunitense, infatti, l’Europa non sarebbe riuscita a ridurre la propria dipendenza da Mosca. Anche l’Italia si è mossa in questa direzione: lo scorso anno su circa 14,7 miliardi di metri cubi di Gnl importati in Italia, circa 5 miliardi erano di origine americana​. Per accogliere più gas liquefatto l’Italia ha potenziato le proprie infrastrutture: dopo il nuovo terminal galleggiante di Piombino, è previsto entro fine aprile l’avvio del rigassificatore di Ravenna, che porterà la capacità nazionale di rigassificazione a 28 miliardi di mc annui​.

Meloni vede nel gas Usa un pilastro per la sicurezza energetica nazionale, considerandolo un investimento strategico reciproco: le imprese italiane investiranno circa 10 miliardi di dollari negli Usa nei prossimi anni, segno di economie “interconnesse” tra i due Paesi​.

L’accordo sul gas ha anche una valenza geopolitica. Secondo i media italiani come Domani e Il Giornale, l’energia è stata utilizzata da Meloni come “moneta di scambio” nella trattativa sui dazi​: offrire agli Usa un maggior mercato per il loro Gnl potrebbe facilitare un ammorbidimento delle tariffe protezionistiche imposte da Trump. La premier avrebbe dunque messo sul piatto l’impegno ad acquistare più gas statunitense per riequilibrare la bilancia commerciale​.

Per Trump, l’Italia è uno “partner ideali”, ma solo se rimane lei al governo

Oltre agli accordi specifici, l’incontro ha rafforzato il profilo politico internazionale di Giorgia Meloni. La premier italiana si è di fatto ritagliata un posto nel ristretto gruppo dei partner ideali di Trump sulla scena mondiale. Basti pensare che Meloni è stata l’unica leader europea presente alla cerimonia d’insediamento di Trump alla Casa Bianca lo scorso gennaio​, e Trump non ha esitato a definirla “uno dei veri leader del mondo” oltre che un’alleata speciale​.

Dal canto suo Meloni coltiva da tempo questa relazione: ha visitato Trump nella sua residenza in Florida a inizio anno e condivide molte posizioni ideologiche col presidente Usa. Il risultato è che oggi l’Italia, grazie a Meloni, viene percepita a Washington come un partner chiave: persino figure dell’establishment americano parlano di una “relazione molto speciale” tra Roma e Washington​.

Il problema ecologico del Gnl e la transizione nucleare

Trump ha mantenuto ferma la sua posizione sui dazi: “Meloni non mi ha fatto cambiare idea sui dazi”, avrebbe detto il presidente americano. Sul fronte ambientale, l’acquisto di più Gnl potrebbe tramutarsi in un problema ecologico: puntare sul gas liquefatto comporta emissioni significative (dal fracking al trasporto transoceanico) e rischia di rallentare la transizione verde.

L’Italia, inoltre, sta provando a bilanciare sicurezza energetica e sostenibilità, ad esempio riaprendo il dossier sul nucleare accanto agli investimenti nelle rinnovabili. Gli esperti però invitano al pragmatismo: “Dobbiamo prendere il gas da tutti i fornitori possibili. Soprattutto da una democrazia come gli Stati Uniti”, osserva Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, ricordando che l’unico modo per abbassare i prezzi è aumentare l’offerta disponibile.

Un’eredità ingombrante: cosa resterà dell’asse Meloni-Trump dopo di lei?

Meloni, entrando nel club dei partner prediletti di Trump, ha sicuramente rafforzato la propria immagine di leader sulla scena mondiale, ma ha anche acceso dibattiti su cosa potrebbe succedere “dopo di lei”. In molti si interrogano su come un futuro governo italiano potrà gestire l’eredità di questo rapporto privilegiato: se Meloni dovesse lasciare Palazzo Chigi, l’Italia manterrà lo stesso peso a Washington o rischierà contraccolpi? E se dovesse cambiare nuovamente l’inquilino della Casa Bianca, l’investimento politico di Meloni pagherà dividendi o lascerà Roma esposta?

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l’Italia è una democrazia parlamentare sovrana, con un sistema fondato sul pluralismo e sul voto libero. Il rapporto con una potenza come gli Stati Uniti è strategico, ma non può tradursi in un allineamento acritico, né tanto meno in una subordinazione ai voleri di un presidente americano, soprattutto se quest’ultimo, come Trump, ha un approccio dichiaratamente muscolare e spesso poco rispettoso degli equilibri multilaterali.

Sono domande e opinioni che dividono opinione pubblica e analisti. Di certo, con l’accordo sul gas e la photo opportunity con Trump, Giorgia Meloni incassa un risultato politico significativo che ridisegna il ruolo internazionale dell’Italia. Starà al tempo, e agli elettori, giudicare se questo avvicinamento agli Stati Uniti trumpiani rappresenti una solida assicurazione per il futuro del Paese o un azzardo che rischia di spaventare una parte dell’elettorato più moderato.





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