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Borse oggi in diretta | Ftse Mib sopra 37.100 con Mps e Pirelli in vetta. Il petrolio vira al ribasso




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Borse, Milano recupera i 37.000 punti: focus su STM e Stellantis


  • Ore 10:10 Ftse Mib sopra 37.000 con Mediobanca e Mps. La Cina ribadisce: con Usa nessun negoziato sui dazi
  • Ore 09:05 Il Ftse Mib sale con Pirelli e Stellantis. La Cina valuta l’esenzione di alcune merci Usa dai suoi dazi al 125%
  • Ore 07:35 Europa attesa in rialzo sulla scia di Alphabet

Con i futures Usa in leggero rialzo (+0,02% quello sul Dow Jones e +0,27% quello sull’S&P500) i mercati azionari europei restano tonici (Dax +0,55%, Cac40 +0,60%, Ftse100 +0,07% e Ftse Mib +0,92% a 37.146 punti alle 11:20 con Mps e Pirelli che guadagnano entrambe il 3%, Unicredit, Prysmian e Buzzi il 2%) anche se in Germania l’aumento della spesa pubblica ha comportato un incremento al 49,5% del rapporto debito/pil, come ha comunicato l’Ufficio federale di Statistica. Rispetto al 2023, quando il rapporto debito/pil era del 48,4%, si registra un aumento dell’1,1%.

Tra le materie prime, scattano i realizzi sui prezzi del petrolio (futures su Wti -0,11% a 67,72 dollari al barile e Brent -0,15% a 66,45 dollari al barile). Il bilancio a livello settimanale è in rosso a causa dell’aumento dell’offerta Opec+ e delle incertezze sui dazi Usa-Cina. Diversi Paesi membri del cartello stanno spingendo per accelerare l’aumento della produzione di petrolio a giugno, secondo quanto riportato da Reuters. Intanto Steve Witkoff, inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è arrivato a Mosca, con l’aspettativa di un incontro con il presidente russo, Vladimir Putin, per cercare un accordo per porre fine alla guerra in Ucraina. L’inviato ha già avuto tre lunghi incontri con il leader del Cremlino.

Ore 10:10 Ftse Mib sopra 37.000 con Mediobanca e Mps. La Cina ribadisce: con Usa nessun negoziato sui dazi

L’indice Ftse Mib resta in rialzo (+0,70% a 37.065 punti alle 10:10 con Mediobanca, Mps e Pirelli che guadagnano oltre due punti percentuali) nonostante il destabilizzante botta e risposta tra Cina e Usa. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha ribadito che «non hanno alcuna consultazione o negoziato sui dazi».

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Eppure giovedì 24 aprile il presidente americano, Donald Trump, ha affermato che «c’è un contatto diretto tra Usa e Cina» per un accordo commerciale. Guo ha aggiunto che «gli Stati Uniti non dovrebbero trarre in inganno l’opinione pubblica». E sulle eventuali esenzioni tariffarie per alcuni beni americani, ha osservato di «non essere a conoscenza» della vicenda, invitando a consultare «le autorità competenti». Il governo cinese starebbe valutando la possibilità di esentare alcune importazioni statunitensi dai suoi dazi del 125% e sta chiedendo alle aziende di identificare i beni che potrebbero essere ammessi.

L’euro scende dello 0,18% a 1,1349 dollari dopo che le vendite al dettaglio della Gran Bretagna sono cresciute a sorpresa dello 0,4% a livello mensile a marzo (+0,7% a febbraio), oltre  il consenso degli economisti che si aspettava un calo dello 0,4% mese su mese. Su base annua, sono aumentate del 2,6%, contro il dato rivisto del mese precedente e il consenso a +1,8% anno su anno. Mentre l’indice di fiducia delle imprese francesi è sceso a 96 punti ad aprile dai 97 di marzo. Per quanto riguarda il solo settore manifatturiero, l’indice si è attestato a 99 punti contro la lettura precedente e il consenso a quota 96.

Ore 09:05 Il Ftse Mib sale con Pirelli e Stellantis. La Cina valuta l’esenzione di alcune merci Usa dai suoi dazi al 125%

Borse europee positive in avvio di seduta. Francoforte sale dello 0,59%, Parigi dello 0,71%, Londra dello 0,16% e Milano dello 0,57% a 37.016 punti. Mentre la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina si è trasformata in un botta e risposta sul fatto se i Paesi si stiano effettivamente parlando, i mercati spostano l’attenzione su alcuni risultati societari positivi. La casa madre di Google, Alphabet, e il produttore di snack confezionati Nestlé hanno battuto le stime, mentre il colosso dei prodotti farmaceutici Merck ha registrato un aumento degli utili.

La Cina valuta l’esenzione di alcune merci Usa dai suoi dazi al 125%

Qualche novità positiva sul fronte della guerra commerciale c’è. Il governo cinese sta valutando la possibilità di esentare alcune importazioni statunitensi dai suoi dazi del 125% e sta chiedendo alle aziende di identificare i beni che potrebbero essere ammessi. Pechino ha fatto sapere, tuttavia, che non ci sono stati negoziati diretti con Washington finora, mentre il presidente statunitense, Donald Trump, sostiene il contrario, e ha esortato la Casa Bianca a revocare tutte le misure tariffarie unilaterali se intende davvero risolvere la questione.

Nel programma ufficiale di Trump a Roma nessun incontro bilaterale

Questa sera, intanto, Trump atterrerà a Roma per partecipare il 26 aprile alle esequie di Papa Francesco, a cui presenzieranno 130 delegazioni tra cui 50 capi di Stato e 10 sovrani regnanti. Volodymyr Zelensky è in pressing sul governo italiano e sugli altri partner europei per organizzare un vertice a 5 – Usa, Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania – dopo i funerali, ma per ora l’idea non sembra abbia trovato sponde. Nel programma ufficiale comunicato dalla Casa Bianca non è previsto alcun incontro bilaterale.

Lo spread resta schiacciato a 108

Il rendimento del Btp 10 anni scende al 3,54%, sui minimi dagli inizi di marzo, e lo spread con il Bund staziona a 108,6 punti base, un livello che non si vedeva da un mese. Si prefigura una seduta dagli scambi contenuti vista la festività nazionale della Liberazione.

A Milano bene Pirelli, Stellantis, Stm, Prysmian, Amplifon e Unicredit. Più defilata Generali

Sul listino milanese resta sorvegliato speciale Banco Bpm (+0,42% a 9,47 euro) che ha ribadito la sua contrarietà all’ops lanciata da Unicredit (+0,93% a 49,97 euro) il cui corrispettivo offerto non rispecchia il reale valore potenziale della banca, penalizza i suoi azionisti, esponendoli a diversi fattori di rischio.

Quanto agli azionisti di Generali (+0,13% a 31,58 euro) il 24 aprile hanno votato a favore di un nuovo mandato per il ceo, Philippe Donnet, per i prossimi tre anni, premiando la lista presentata dal primo azionista Mediobanca (+0,82% a 16,63 euro) a scapito di quella del terzo azionista, Francesco Gaetano Caltagirone. Restano, quindi, invariati gli equilibri del nuovo board di Generali, che vedrà alla presidenza ancora Andrea Sironi, con 10 rappresentanti tratti dalla lista Mediobanca e tre da quella Caltagirone.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Bene Stellantis (+1,24% a 8,24 euro) ed Eni (+0,61% a 12,77 euro) che post trimestrale ha confermato i risultati preliminari del pozzo Capricornus 1-X, nel bacino dell’Orange in Namibia. Citigroup ha tagliato il target price dell’azione da 14 a 13 euro (rating neutral). Anche Stm (+1,88% a 20,63 euro) ha già pubblicato la trimestrale (utile -89%). Berenberg ha tagliato le stime per riflettere i margini più deboli del previsto a causa del ritardo nella ripresa e il target price sul titolo scende da 30 a 25 euro (rating buy confermato).

Leggi anche:

Promozione per Pirelli (+2,42% a 5,34 euro): Citigroup ha aggiunto il titolo nella sua European Focus List, ribadendo il rating buy e il target price a 7 euro. E se Barclays ha limato il target price su Prysmian (+2,47% a 47,68 euro) da 74 a 72 euro (rating overweight), Hsbc ha tagliato il prezzo obiettivo su DiaSorin (-0,48% a 99,02 euro) da 110 a 100 euro (rating hold) e su Amplifon (+2,26% a 17,43 euro) da 34 a 30 euro (buy). Infine, Tether, società di criptovalute recentemente entrata nel capitale della Juventus (+0,97% a 3,13 euro), ha aumentato la sue partecipazione superando la soglia del 10%.

Ore 07:35 Europa attesa in rialzo sulla scia di Alphabet (Google): trimestrale sopra le attese

Borse europee attese in rialzo in avvio di seduta (+0,57% il future sull’Eurostoxx50) anche se il 24 aprile la Cina ha gelato Donald Trump: nessun contatto in corso, trattative solo se gli Stati Uniti rimuoveranno i dazi unilaterali. Comunque, Pechino starebbe valutando la possibilità di esentare alcune importazioni statunitensi dai suoi dazi del 125% e sta chiedendo alle aziende di identificare i beni che potrebbero essere ammessi. Per il giornale Caijing il governo cinese si sta preparando a includere otto articoli legati ai semiconduttori, ma non i chip di memoria. Il tutto mentre dodici Stati Usa, seguendo l’esempio della California, hanno fatto causa al presidente americano, sostenendo che non ha il potere di imporre tariffe e rivendicando la competenza del Congresso in materia. 

Trimestrale sopra le attese per Alphabet (Google)

A sostenere l’umore dei mercati la trimestrale di Alphabet, la casa madre di Google, che ha archiviato il primo trimestre del 2025 con conti sopra le attese degli analisti tanto che nelle contrattazioni after hours a Wall Street ha guadagnato il 4,8%. L’utile netto è balzato del 46% a 34,5 miliardi di dollari rispetto ai 23,7 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. I ricavi sono saliti del 12% a 90,23 miliardi grazie alle attività core di ricerca e pubblicità di Google, i cui ricavi sono cresciuti del 10% a 50,7 miliardi, sopra le attese (+8%).

Mentre la divisione di cloud computing ha registrato un aumento dei ricavi del 28% a 12,3 miliardi. A corredo, Alphabet ha annunciato un piano di buyback da 70 miliardi di dollari e un aumento del dividendo trimestrale del 5% a 21 centesimi per azione. Ma non è tutto rose e fiori. Procter & Gamble , PepsiCo, Chipotle Mexican Grill e American Airlines hanno tagliato o ritirato le previsioni a causa dell’elevata incertezza dei consumatori.

Il dollaro si stabilizza

Il dollaro, che ha subito un duro colpo a causa dei dazi dell’amministrazione Trump, sembra essersi stabilizzato intorno a 1,1338 per euro e a 143,5 yen. «Probabilmente gli operatori di mercato hanno la sensazione di aver riacquistato un certo controllo sul governo degli Stati Uniti e di poter in qualche modo imporre una posizione più amichevole sui temi chiave», ha detto Francesco Pesole, strategist valutario di Ing. «Gli investitori cercheranno una conferma della posizione più hawkish sugli asset statunitensi per giustificare ulteriori guadagni del dollaro».

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Agenda macro scarna

Focus sui pochi dati macro della giornata. Alle 8 le vendite al dettaglio a marzo della Gran Bretagna (precedente: +1% mese su mese, +2,2% anno su anno), alle 08:45 l’indice sulla fiducia delle imprese manifatturiere ad aprile della Francia (precedente: 96 punti) e alle 16 l’indice sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan ad aprile finale (preliminare: 50,8 punti).

Bilancio settimanale in rosso per i prezzi del petrolio

Tra le materie prime, i prezzi del petrolio salgono, ma il bilancio a livello settimanale è in rosso a causa dell’aumento dell’offerta Opec+ e delle incertezze sui dazi Usa-Cina. I futures sul Brent crescono dello 0,53% a 66,90 dollari al barile, mentre i futures sul greggio Wti dello 0,57% a 63,5 dollari al barile. Entrambi i contratti sono destinati a chiudere la settimana con un calo di quasi il 2%, dopo aver perso oltre il 10% nel mese di aprile. Diversi Paesi membri dell’Opec+ stanno spingendo per accelerare l’aumento della produzione di petrolio a giugno, secondo quanto riportato da Reuters.

L’aumento proposto, che potrebbe eguagliare l’incremento di 411.000 barili al giorno di maggio, arriva mentre i prezzi del petrolio si aggirano vicino ai minimi degli ultimi quattro anni, in un contesto di guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e preoccupazioni per l’eccesso di offerta. L’accelerazione dell’aumento della produzione potrebbe influire negativamente sui prezzi del petrolio, aumentando l’offerta in un momento in cui la domanda è debole e le preoccupazioni per l’eccesso di produzione sono già elevate. A sostenere i prezzi è anche l’escalation delle tensioni geopolitiche in seguito all’attacco missilistico e con droni più letale compiuto dalla Russia su Kiev da quasi un anno. In risposta Trump ha rivolto un rimprovero al presidente russo Vladimir Putin, esortandolo a «fermare» l’aggressione e avvertendo che gli attacchi mettono a rischio i negoziati di pace in corso.

A Milano occhio a Unicredit, Banco Bpm, Generali, Eni, Stm, Pirelli e Juventus

Sul listino milanese resta sorvegliato speciale Banco Bpm che ha ribadito la sua contrarietà all’ops lanciata da Unicredit il cui corrispettivo offerto non rispecchia il reale valore potenziale della banca, penalizza i suoi azionisti, esponendoli a diversi fattori di rischio.

Quanto agli azionisti di Generali il 24 aprile hanno votato a favore di un nuovo mandato per il ceo, Philippe Donnet, per i prossimi tre anni, premiando la lista presentata dal primo azionista Mediobanca a scapito di quella del terzo azionista, Francesco Gaetano Caltagirone. Restano, quindi, invariati gli equilibri del nuovo board di Generali, che vedrà alla presidenza ancora Andrea Sironi, con 10 rappresentanti tratti dalla lista Mediobanca e tre da quella Caltagirone.

Attenzione anche a Eni che post trimestrale ha confermato i risultati preliminari del pozzo Capricornus 1-X, nel bacino dell’Orange in Namibia. Citigroup ha tagliato il target price dell’azione da 14 a 13 euro (rating neutral). Anche Stm ha già pubblicato la trimestrale (utile -89%). Berenberg ha tagliato le stime per riflettere i margini più deboli del previsto a causa del ritardo nella ripresa e il target price sul titolo scende da 30 a 25 euro (rating buy confermato).

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Promozione per Pirelli: Citigroup ha aggiunto il titolo nella sua European Focus List, ribadendo il rating buy e il target price a 7 euro. E se Barclays ha limato il target price su Prysmian da 74 a 72 euro (rating overweight), Hsbc ha tagliato il prezzo obiettivo su DiaSorin da 110 a 100 euro (rating hold) e su Amplifon da 34 a 30 euro (buy). Infine, Tether, società di criptovalute recentemente entrata nel capitale della Juventus, ha aumentato la sue partecipazione superando la soglia del 10%.

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