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“Taranto hub italiano per la ricerca e innovazione” (VIDEO)


«La ricerca salverà il mondo, la ricerca salverà quello che rimane dei dolori di Taranto».

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La ministra dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, ha da poco tagliato, sulle onde dell’inno di Mameli eseguito dall’Orchestra di fiati del Conservatorio “Paisiello” di Taranto, il nastro inaugurale del Tecnopolo del Mediterraneo. Con lei il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, la prefetto di Taranto, Paola Dessì, la commissaria prefettizia del Comune di Taranto, Giuliana Perrotta, il presidente della Camera di commercio Brindisi-Taranto, Vincenzo Cesareo, padrone di casa dal momento che il Tecnopolo, almeno per il momento, avrà la sua sede all’interno della Cittadella delle imprese, il presidente della Fondazione del Tecnopolo del Mediterraneo, Antonio Messeni Petruzzelli.
L’obiettivo finale la ministra Bernini ce l’ha ben in mente: fare di Taranto una nuova Silicon valley dove lo sviluppo sostenibile e la ricerca saranno al servizio dell’innovazione. «E per fare questo – ha aggiunto la ministra Bernini elegantemente vestita in un completo giacca e pantaloni di lino bianchi – c’è bisogno di infrastrutture capaci di attrarre i ricercatori. I ricercatori – ha detto ancora lasciandosi andare ad una metafora –  sono come le rondini che cercano il nido. Loro cercano le infrastrutture e i centri di ricerca: il Tecnopolo è proprio questo, infrastruttura e centro di ricerca».
Ma per fare questo è necessario assicurare continuità e, quindi, alla dotazione finanziaria già messa a disposizione del Tecnopolo(2 milioni di euro) ne serve altra per dare gambe solide al progetto. «Cosa che il governo ha in animo di fare», ha sottolineato la ministra dell’Università e Ricerca incalzata dal collega Urso il quale ha rilanciato la palla nel campo del mondo dell’imprenditoria perché, ha detto, «servono anche gli investimenti privati per questo abbiamo prodotto una buona legge sul partenariato pubblico-privato».
Insomma, ha poi concluso Anna Maria Bernini, «oggi (10 maggio, ndc) scriviamo insieme una nuova pagina per Taranto che vogliamo sempre più protagonista del benessere e dell’innovazione. Quella che inauguriamo è molto più di una struttura: è un vero hub italiano per la ricerca e lo sviluppo sostenibile, con uno sguardo aperto al mondo. Un polo strategico per l’innovazione, capace di attrarre ricercatori e imprese e di generare conoscenza, opportunità e futuro».
Concetti, come detto, ripresi dal ministro Urso che ha precisato come il Tecnopolo di Taranto sia «una chiara testimonianza della volontà di restituire alla città un ruolo centrale nel panorama dello sviluppo industriale nazionale, con l’ambizioso obiettivo di trasformarla in un modello di sostenibilità ambientale e innovazione nei processi di decarbonizzazione, polo d’avanguardia in Europa nella tecnologia green.  Il Tecnopolo – ha concluso il ministro – è anche un tassello fondamentale nel progetto avviato dal governo per dotare il nostro Paese di una rete di fondazioni e istituti di ricerca sul fronte della sfida tecnologica e ambientale, accanto alla Fondazione Ai4Industry di Torino, alla Fondazione Chip.IT di Pavia, alla Fondazione Biotecnopolo di Siena, al Cineca di Bologna e all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova».
I prossimi sviluppi del Tecnopolo riguarderanno la definizione di un piano strategico condiviso e partecipato, lo sviluppo della pianta organica e l’avvio del relativo piano assunzionale. Saranno inoltre previsti accordi di cooperazione con università, centri di ricerca, fondi di investimento e associazioni di categoria, insieme all’inclusione di attori industriali. 
Nel suo intervento, Antonio Messeni Petruzzelli, presidente della Fondazione Tecnopolo, ha sottolineato la necessità che il Tecnopolo «abbia una visione e una strategia focalizzata sul Mediterraneo, per attrarre risorse e spingere il territorio verso una dimensione sempre più internazionale. Per attuare questo progetto  – ha affermato Messeni Petruzzelli – è altresì fondamentale fare leva sulle opportunità di finanziamento pubblico volte a sostenere progetti di ricerca e innovazione che possano così contribuire al rilancio del territorio».
 A seguire l’evoluzione dell’ambizioso progetto è la Regione Puglia il cui presidente, Michele Emiliano impossibilitato a partecipare alla cerimonia inaugurale, nel messaggio affidato e letto dall’on. Ubaldo Pagano, ha sottolineato positivamente «la scelta di specializzare le attività di ricerca sui temi della decarbonizzazione e dello sviluppo economico alternativo». Fattore, questo, ha aggiunto Emiliano, «che conferma  non solo la coerenza con le politiche promosse dalla Regione Puglia, ma anche il lavoro portato avanti in questi anni con determinazione e visione. In questa prospettiva, è particolarmente significativo registrare una crescente dichiarata convergenza, anche a livello nazionale, sull’urgenza di accompagnare Taranto e il Mezzogiorno verso una transizione industriale fondata su sostenibilità, innovazione e giustizia sociale».
L’auspicio esposto, invece, dal presidente della Camera di commercio, Vincenzo Cesareo, è stato quello che la sede del Tecnopolo da provvisoria possa diventare stabile all’interno della Cittadella delle imprese per far sì che le nostre imprese possano cogliere il massimo delle opportunità possibili sul territorio».
Per la commissaria prefettizia, che ha portato i saluti della città, con il Tecnopolo «è possibile ipotizzare un futuro in cui industria e ambiente, sviluppo edilizio e tutela dei beni ambientali, benessere e qualità della vita possano coesistere in un rapporto sereno e armonico».
L’Istituto di Ricerche Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, istituito con la legge di Bilancio del 2019, si affianca ad altri due poli di eccellenza già attivi: il Centro nazionale per l’intelligenza artificiale di Torino e il Chips.IT di Pavia.

 



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