Nel 2024 il comparto italiano dell’Automazione industriale, manifatturiera e di processo ha registrato una riduzione del fatturato del 30%.
Un calo ampio, seppur con intensità diverse tra segmenti merceologici, che arriva dopo anni di crescita sostenuta.
Tra i principali fattori d’ostacolo alla crescita si segnalano il rallentamento dell’industria manifatturiera, le difficoltà congiunturali dell’economia tedesca e – come sottolineato dal Presidente di Anie Auotmazione Andrea Bianchi – i ritardi nell’attuazione del Piano Transizione 5.0, aggravati dalla complessità delle procedure burocratiche.
In controtendenza le esportazioni che hanno mantenuto anche nel 2024 un profilo di crescita (+6,3% a valori correnti), pur in uno scenario internazionale caratterizzato da crescenti tensioni.
Sono questi i dati di consuntivo diffusi da Anie Automazione, presentati nell’ambito del convegno inaugurale di SPS Italia.
“Non ci aspettavamo un rallentamento così marcato del volume d’affari, che ci ha spinto a rivedere al ribasso le nostre previsioni nel corso dell’anno”, spiega Bianchi.
“Da un lato, il rallentamento è dovuto a dinamiche legate al contesto macroeconomico che non si sono risolte, come atteso. Dall’altro, occorre ricordare che il comparto veniva da anni di crescita straordinaria e quindi una parte del rallentamento si può ricondurre alla normalizzazione dello stock”, aggiunge.
Nonostante l’andamento del 2024, le imprese stanno affrontando il 2025 con cauto ottimismo, stimando per l’anno una crescita del fatturato compresa tra l’1% e il 6%.
L’andamento dei vari segmenti
Quasi tutti i segmenti principali hanno registrato cali significativi nel 2024. La contrazione maggiore riguarda il segmento PLC-I/O, che registra una flessione del – 47,0%.
Seguono gli Azionamenti (- 33,1%), gli HMI (- 29,3%) e il Networking Industriale (- 28,8%).
Anche comparti come gli IPC (-24,5%), il Wireless Industriale (-24,8%) e i Motori Brushless (-22,3%) mostrano un trend negativo.
Più contenute le riduzioni cha hanno colpito i segmenti degli Encoder Rotativi (-18,1%), RFID ( -17,4%), Quadri Bordo Macchina ( -11,0%), SCADA ( – 7,5%) e Riduttori (-2,1%).
Per quanto riguarda la distribuzione del fatturato interno, nel 2024 la meccanica ha assorbito il 14% del fatturato, seguita dal settore alimentare (11%) e dal packaging (10%).
Seguono Metallurgia e Siderurgia (7%), Logistica e Material Handling (6%) e componenti elettronici (5%).
Analizzando la ripartizione geografica, le vendite nazionali del comparto automazione sono strutturalmente concentrate nel Nord Italia, con la Lombardia che da sola assorbe circa il 30% del totale.
Oltre il 60% del fatturato è generato dal canale OEM, seguito dalla distribuzione (21%).
Per il 2025 le imprese si attendono una crescita, anche se contenuta
Nonostante le incertezze globali, gli operatori della filiera affrontano il 2025 con un cauto ottimismo.
Tra i settori clienti, la ripartenza del mercato interno per le macchine utensili si è manifestata a partire dal secondo trimestre 2025, mentre il food & beverage, il packaging e l’intralogistica hanno iniziato a dare segnali di ripresa già da inizio anno.
Si mostrano, invece, sempre più evidenti le difficoltà di liquidità, specie per le PMI.
L’indagine tra i soci di Anie Automazione riflette un ottimismo prudente per il 2025: il 70% delle imprese prevede una crescita tra l’1% e il 6%, con una ripartenza attesa nella seconda metà dell’anno.
L’andamento della domanda interna ed estera
L’indagine realizzata presso le imprese associate ha evidenziato che, in media, il fatturato degli ultimi due anni delle imprese della domanda proviene per il 55,3% dal mercato domestico, il 26% dal mercato UE ed il restante 18,7% dal mercato Extra UE.
Per quanto riguarda i mercati extra UE si riconferma il ruolo degli Stati Uniti come il primo Paese di destinazione delle tecnologie di automazione.
“Proprio per questo, l’incertezza provocata dai dazi Usa potrebbe mettere a rischio l’andamento positivo di inizio anno”, spiega Bianchi.
Il livello degli ordini degli ultimi due anni ha un andamento simile: oltre il 52% proviene dal mercato domestico.
Peggiora il clima economico percepito dalle imprese
Nel corso del 2024 è peggiorato il giudizio sul clima economico da parte delle imprese rappresentate da Anie.
L’Osservatorio sulle imprese della domanda ha infatti rilevato che solo il 10,3% segnala un miglioramento dell’andamento economico, mentre il 31,1% indica un peggioramento.
La maggioranza relativa (58,6%) riporta una situazione invariata. Queste percentuali confermano un atteggiamento diffuso di cautela, legato a fattori esogeni come l’instabilità dei mercati internazionali, il rallentamento della domanda e la persistenza di condizioni finanziarie restrittive.
Le previsioni per il 2025: le imprese dell’automazione mostrano un cauto ottimismo
Tuttavia, le attese per il primo semestre del 2025 delineano uno scenario meno negativo.
Il 75% delle imprese prevede una stabilità dell’andamento economico, mentre scende al 14,3% la quota di chi si attende un peggioramento.
Solo il 10,7% prevede un miglioramento. Sebbene i segnali di ripresa restino deboli, il ridimensionamento delle aspettative negative lascia spazio a una fase di consolidamento.
Le imprese, pur in assenza di indicazioni fortemente espansive, sembrano aver raggiunto un equilibrio temporaneo, in attesa di fattori esogeni più favorevoli.
La solidità della domanda, il costo del credito e le misure pubbliche di sostegno resteranno determinanti per delineare l’evoluzione del quadro economico nei prossimi mesi.
Fatturato delle imprese, nel primo semestre 2025 atteso un parziale recupero
Situazione simile anche per quanto concerne la valutazione sull’andamento del fatturato delle imprese.
Nel primo semestre del 2024, il 22,3% delle imprese ha registrato un aumento del fatturato. Tuttavia, la quota cala drasticamente all’8% nel semestre successivo, con un andamento medio congiunturale pari a -1,7%. Il 32,6% segnala una contrazione, con una diminuzione media del -27%.
Le previsioni per il primo semestre 2025 mostrano un parziale recupero: il 12,7% delle imprese prevede un miglioramento, mentre solo il 15,8% attende un ulteriore calo.
Il dato più rilevante riguarda la quota di imprese che stima una situazione invariata (71,5%), confermando un clima improntato alla stabilità. L’andamento medio atteso migliora a -0,6%, segnale di un possibile consolidamento dopo mesi di difficoltà.
Un modello di business ancora fortemente orientato alla produzione
L’analisi della composizione del fatturato evidenzia la centralità dell’attività core di progettazione, produzione e vendita di macchinari industriali, che rappresenta in media il 64,6% del totale.
A seguire, la fornitura di parti di ricambio e componenti incide per il 19,8%, confermandosi un segmento rilevante legato al ciclo di vita dei prodotti.
Gli interventi di manutenzione programmata e assistenza tecnica costituiscono l’11,1%, mentre la consulenza e la formazione specialistica pesano solo per il 2,4%.
La quota residuale “altro” si ferma al 2,1%. Questi dati riflettono un modello di business fortemente orientato alla produzione, con spazi di crescita nei servizi ad alto valore aggiunto.
La valutazione congiunturale del livello degli ordini dell’impresa
Nel primo semestre 2024, il 29,9% delle imprese ha segnalato un aumento degli ordini, ma la quota crolla al 7,3% nel secondo semestre, con un livello medio in calo del -2% rispetto al semestre precedente.
La quota di imprese che dichiara un andamento invariato cresce al 64,1%, mentre il 28,6% riporta una diminuzione.
Le previsioni per il primo semestre 2025 indicano un lieve miglioramento delle attese: il 9,1% delle imprese stima un incremento, mentre il 17,8% teme un’ulteriore riduzione.
Nonostante il saldo previsionale rimanga negativo (-0,2%), il dato suggerisce un rallentamento della fase discendente e una progressiva stabilizzazione.
Il sistema produttivo appare in attesa di un rilancio della domanda interna ed estera che consenta di invertire il trend.
Automazione, ancora limitati gli investimenti in digitalizzazione, sostenibilità e competenze
L’indagine sulle intenzioni di investimento delle aziende mostra che c’è una considerevole parte di aziende che non ha ancora investito nelle tecnologie e nelle competenze necessarie a traghettare la transizione digitale e sostenibile.
Nello specifico, la percentuale di aziende che non hanno ancora adottato innovazioni sulle competenze è del 47,7%, mentre nella sostenibilità non ha ancora investito il 51,8%.
Il quadro complessivo conferma una propensione crescente a investire, con priorità su tecnologie di prodotto e processo.
Nello specifico, le imprese mostrano un forte orientamento verso l’innovazione di prodotto (38,2%) e gli investimenti in R&S (36,8%), seguiti dal processo produttivo (36,4%).
Significative anche le intenzioni di adottare innovazioni nella digitalizzazione (31,6%) e nella sostenibilità (31,6%) nel prossimo biennio. Più contenuta è l’adozione attuale nei processi logistici (16,7%) e nelle politiche commerciali (26,9%), dove prevale una prospettiva futura.
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