La definizione “il volto bello del nostro Paese” è di Marina Salamon, che in chiusura della serata di premiazione della 14esima edizione del premio “Di Padre in figlio” ha detto: “Gli imprenditori rappresentano l’Italia bella”. Ci sono storie che raccontano meglio di qualsiasi dato il valore profondo dell’imprenditorialità italiana e il premio ideato nel 2008 da Alberto Salsi ne è la dimostrazione. La cerimonia che ha chiuso l’iniziativa che valorizza le imprese familiari italiane che affrontano con successo (e spesso in silenzio) il delicato passaggio generazionale è andata ancora in scena al Museo Alfa Romeo di Arese, alle porte di Milano.
A vincere il premio è stata San Marco Group, realtà leader nelle pitture per l’edilizia, perché considerata un esempio eccellente di passaggio generazionale (sono arrivati alla quarta generazione), con un forte impegno per l’internazionalizzazione (il 50% del fatturato è estero), la sostenibilità e il welfare aziendale. L’azienda veneta è stata scelta tra le oltre 2mila imprese che si sono candidate alla 14esima edizione del premio, sulle oltre 220mila attive con meno di 250 dipendenti, che valgono 1.300 miliardi di euro di fatturato e danno lavoro a 6 milioni di persone: le realtà coinvolte nell’iniziativa esprimono circa 5 miliardi di euro di fatturato (in media è tra 110-115 milioni), con una marginalità del 12% e una capacità occupazionale in crescita; in particolare queste aziende si concentrano nel Nord Italia e operano prevalentemente nei settori alimentare, meccanico e manifatturiero.
Nonostante i numeri che confermano come l’impresa familiare resti una colonna portante dell’economia italiana, Salsi ha ricordato che il passaggio generazionale sia ancora un nodo critico, troppo spesso sottovalutato: oggi, il 60% degli imprenditori ha più di 60 anni, e ben il 70% delle imprese familiari non supera il secondo ricambio generazionale (il 30% si ferma addirittura al primo passaggio). A complicare il quadro, c’è anche la demografia: l’inverno demografico che stiamo affrontando ha già prodotto la conseguenza che sono più imprese che figli.
Premiare il futuro attraverso il passato
Le questioni sono ben note agli imprenditori e agli esperti del settore. La stessa Salamon, che ha guidato la giuria della 14esima edizione del premio, ha spiegato che “il tema della forza lavoro dovrebbe essere al centro delle agende politiche”, rilanciando la necessità di politiche migratorie attive e selettive: “Abbiamo bisogno di famiglie, non di singoli; dobbiamo costruire una società e non solo coprire ruoli vacanti”. Salamon ha anche toccato un nervo scoperto: “Il passaggio generazionale è faticoso, ma dobbiamo raccontare ai nostri figli la verità sull’impresa. Solo così potremo ritrovarli al nostro fianco”.
Una particolarità emersa anche in questa edizione del premio riguarda i giovani imprenditori con esperienze di studio e lavoro all’estero, che si dimostrano capaci di rinnovare la governance, aprirla a figure esterne e portare idee nuove. Lo ha ribadito anche Federico Visconti, ex Rettore dell’Università Liuc-Carlo Cattaneo di Castellanza: “Dobbiamo tornare a dare valore al lavoro, ai mestieri, alla fisicità dell’execution. Per esempio, capire cosa c’è dietro un semplice astuccio del tubetto di dentifricio significa riscoprire il valore della manifattura”.
“È stata una scelta difficile quella di individuare l’azienda vincitrice”, ha spiegato Marco Nocivelli, Amministratore Delegato di Epta e membro della giuria del premio. “Queste imprese e questi imprenditori raccontano l’Italia più autentica, quella che cresce nonostante tutto”. Ha poi aggiunto Salamon: “Si sta bene tra imprenditori, perché si impara sempre qualcosa. Quando ero giovane, si faceva scuola parlandosi. Dovremmo tornare a farlo, più spesso e con più coraggio”.
Fare impresa (di famiglia) in tempi di incertezza
Anche nella 14esima edizione del premio c’è stato spazio per celebrare altre aziende familiari, alle quali è stato assegnato un riconoscimento di categoria. Galdi ha vinto il premio per la “leadership femminile”, perché Antonella Candiotto, Amministratrice Delegata, ha saputo guidare l’azienda fondata dal padre con determinazione e spirito d’innovazione. A Oropan è andata la menzione “Fratelli al comando”, perché i figli del fondatore dello storico forno di Altamura hanno contribuito a trasformare l’azienda in leader di mercato coniugando tradizione e visione strategica. Il premio “Giovani imprenditori” è stato assegnato a Murano, impresa diventata un punto di riferimento nel settore della frutta secca, grazie all’eredità valoriale trasmessa dal padre ai figli.
Giornalista professionista e specialista della comunicazione, da novembre 2015 Dario Colombo è Caporedattore della casa editrice ESTE ed è responsabile dei contenuti delle testate giornalistiche del gruppo. Da luglio 2020 è Direttore Responsabile di Parole di Management, quotidiano di cultura d’impresa.
Ha maturato importanti esperienze in diversi ambiti, legati in particolare ai temi della digitalizzazione, welfare aziendale e benessere organizzativo. Su questi temi ha all’attivo la moderazione di numerosi eventi – tavole rotonde e convegni – nei quali ha gestito la partecipazione di accademici, manager d’azienda e player di mercato.
Ha iniziato a lavorare come giornalista durante gli ultimi anni di università presso un service editoriale che a tutt’oggi considera la sua ‘palestra giornalistica’.
Dopo il praticantato giornalistico svolto nei quotidiani di Rcs, è stato redattore centrale presso il quotidiano online Lettera43.it. Tra le esperienze più recenti, ha lavorato nell’Ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato italiane, collaborando per la rivista Le Frecce.
È laureato in Scienze Sociali e Scienze della Comunicazione con Master in Marketing e Comunicazione digitale e dal 2011 è Giornalista professionista.
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