La nuova legge di Bilancio ha prorogato il bonus mobili per tutto il 2025, lasciando invariati, rispetto al 2024, i limiti di spesa e il perimetro di detrazione fiscale. L’incentivo si concretizza in una riduzione dell’Irpef da spalmare per un periodo di 10 anni per agevolare l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati all’arredamento di immobili oggetto di interventi di ristrutturazione.
Il limite di spesa per l’arredamento è fissato in 5.000 euro, con percentuale di detrazione del 50%. Ecco, quindi, chi può richiedere e come il bonus mobili 2025 fruendo di un’agevolazione utile anche ai fini della risparmio energetico.
Come funziona il bonus mobili nel 2025
Grazie alla proroga della nuova legge di Bilancio, è possibile fruire, fino al 31 dicembre prossimo, del bonus mobili 2025, l’agevolazione che consente di ottenere la detrazione fiscale su un limite massimo di spesa confermato, anche per quest’anno, a 5.000 euro.
Non si tratta di una novità nel panorama dei bonus casa del 2025, ma occorre ricordare che, nel 2023, questa misura incentivava un limite più ampio di spesa, pari a 8.000 euro, mentre nei primi anni di applicazione si poteva arrivare a 16.000 euro (2021) e a 10.000 euro (2022). Nella spesa si possono includere i costi di trasporto e montaggio.
Bonus mobili 2025, si può richiedere senza ristrutturazione
La condizione essenziale per fruire del bonus mobili ed elettrodomestici è quella di aver fatto svolgere interventi edilizi di ristrutturazione nell’immobile oggetto di arredo.
In particolare, il comma 2, dell’articolo 16, del decreto legge 63 del 2013 prevede che i contribuenti che fruiscono della detrazione Irpef per lavori di recupero del patrimonio edilizio possano beneficiare di un’ulteriore detrazione fiscale del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici.
Quali interventi di ristrutturazione sono validi per il bonus mobili
Non è possibile, quindi, fruire del bonus mobili senza la ristrutturazione di un edificio che poi verrà arredato proprio grazie a questo incentivo. Le tipologie di interventi edilizi ammessi alla detrazione fiscale comprendono:
- la manutenzione ordinaria sulle parti comuni di edifici residenziali;
- la manutenzione straordinaria, il restauro, il risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia delle parti comuni di un edificio residenziali e delle singole unità immobiliari residenziali;
- la ricostruzione o il ripristino dell’immobile danneggiato da eventi calamitosi;
- la ristrutturazione di interi fabbricati da parte di imprese o cooperative che provvedano, nel termine di sei mesi dalla fine degli interventi, a vendere o ad assegnare l’immobile;
- i lavori di manutenzione straordinaria finalizzati all’efficientamento energetico.
Il bonus mobili si può usare sulla prima o seconda casa?
A proposito di ristrutturazione, si ricorda che il bonus casa prevede la detrazione fiscale del 50% in 10 anni per interventi edilizi sulla prima casa (36% su seconde case e altre tipologie di abitazioni) e fino a un limite massimo di spesa pari a 96.000 euro nel 2025; di seguito, fino al 31 dicembre 2027, le agevolazioni si abbasseranno, rispettivamente, al 36% e al 30%, con limite di spesa invariato.
Quali sono i requisiti per ottenere il bonus mobili
Dal punto di vista dei requisiti, si può affermare pertanto che il bonus mobili 2025 non ne richieda di specifici, salvo proprio lo svolgimento di interventi edilizi agevolati dal bonus casa.
Tutti i lavori di cui sopra sono utili per fruire del bonus mobili 2025 a prescindere da quale importo sia stato sostenuto per gli interventi, mentre lo stesso decreto legge 63 del 2013 non fa distinzione tra lavori su una prima casa o su una seconda casa. Inoltre, ciascun contribuente che esegua interventi di ristrutturazione su più unità immobiliari ha diritto a fruire dell’agevolazione più volte.
Serve l’ISEE per il bonus mobili 2025?
L’importo massimo del bonus mobili 2025, pari a 5.000 euro di detrazione fiscale, si riferisce a ciascuna unità abitativa interessata dai lavori. Infine, la legge di Bilancio non stabilisce un particolare limite di ISEE per la richiesta del bonus mobili 2025.
Come faccio a sapere se ho diritto al bonus mobili 2025
L’Agenzia delle entrate fornisce importanti chiarimenti interpretativi su come utilizzare l’agevolazione sull’arredamento. Più nello specifico, è importante prestare attenzione alla data di inizio dei lavori di ristrutturazione che deve essere sempre anteriore a quella nella quale si acquistino dei mobili. Inversamente, non occorre che le spese di ristrutturazione siano state sostenute prima di quelle necessarie all’arredo dell’abitazione.
La norma prescrive che i lavori edilizi debbano essere iniziati a partire dal 1° gennaio dell’anno che precede quello dell’acquisto dei mobili. Per richiedere il bonus mobili e grandi elettrodomestici nel 2025 è necessario, pertanto, che i lavori di ristrutturazione edilizia siano iniziati non prima del 1° gennaio 2024.
Bonus mobili 2025, quando servono CILA e SCIA
L’Agenzia delle entrate spiega come fare a dimostrare l’anteriorità dei lavori edilizi rispetto all’acquisto dei mobili ai fini della richiesta dell’agevolazione. Si può provare tale data da eventuali comunicazioni o abilitazioni di tipo amministrativo.
Rientra in questa documentazione la comunicazione preventiva di inizio dei lavori (CILA o SCIA) contenente la data di avvio degli interventi, qualora richiesta. Si ricorda, inoltre, che per chiedere la detrazione fiscale al 50% occorre conservare una copia di tutta la documentazione presentata e approvata dall’ufficio tecnico del Comune di riferimento.
In tutti i casi in cui non siano richiesti i documenti di inizio dei lavori, si può sottoscrivere una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà ai sensi dell’articolo 47 del DPR 445 del 2000.
Quali mobili si possono acquistare con il bonus 2025
Un elenco esaustivo sugli acquisti in arredo che si possono effettuare con questa agevolazione ci viene fornito dall’Agenzia delle entrate. Si può richiedere il bonus sia per mobili nuovi che per grandi elettrodomestici. Rientrano tra i primi:
- gli armadi e i letti;
- le cassettiere, le librerie e le scrivanie;
- i tavoli e le sedie;
- i comodini;
- i divani, le poltrone e i materassi;
- le credenze;
- gli apparecchi di illuminazione se costituiscono un necessario complemento di arredo dell’immobile.
Tra gli elettrodomestici, ai fini del risparmio energetico, la norma richiede la classe energetica minima pari ad:
- A per i forni;
- E per lavasciuga, lavastoviglie e lavatrici;
- F per congelatori e frigoriferi.
Se gli elettrodomestici sono sprovvisti di etichetta energetica, il bonus può essere richiesto se l’esposizione dell’etichetta stessa non è obbligatoria per il modello richiesto. Pertanto, l’elenco degli elettrodomestici ammessi all’agevolazione comprende lavatrici, asciugatrici, congelatori, frigoriferi, forni a microonde, stufe elettriche, radiatori elettrici, ventilatori e piastre riscaldanti.
Bonus mobili 2025, quando si presenta la comunicazione all’ENEA
È importante sottolineare che gli interventi che producono il risparmio energetico e l’utilizzo di fonti di energia alternativa, nel caso di fruizione di detrazioni fiscali, producono specifici obblighi di trasmissione.
Pertanto, la comunicazione telematica Enea si rende obbligatoria per utilizzi del bonus mobili 2025 nel caso specifico di acquisto di elettrodomestici. L’Agenzia delle entrate ha stabilito che l’eventuale ritardo o mancato invio della comunicazione non comporta la perdita dell’agevolazione (Risoluzione n. 46/E del 18 aprile 2019).
Quali adempimenti per la proroga del bonus mobili nel 2025
Come per gli interventi di ristrutturazione, l’acquisto di mobili ed elettrodomestici e la richiesta del bonus comportano una serie di adempimenti, a iniziare dalle modalità di pagamento.
Da questo punto di vista si può affermare che la proroga della misura anche al 2025 ha lasciato invariate le modalità di spesa. La norma prevede, infatti, che i pagamenti debbano essere tacciabili e regolati da bonifico postale o bancario, da carta di credito o di debito.
Non sono accettati il contante e gli assegni bancari. Sono ammessi, invece, gli acquisti a rate. Inoltre, non è richiesto espressamente il bonifico parlante, vincolante invece per il pagamento dei lavori di ristrutturazione.
L’acquisto degli arredi deve avvenire entro il 31 dicembre 2025. Per dimostrare di essere nei tempi giusti è indispensabile fare riferimento alla data della transazione, riportata ad esempio nei pagamenti con carta.
Bonus mobili 2025, come richiederlo
Il bonus si può richiedere mediante detrazione ai fini dell’Irpef per i 10 anni successivi a quello dell’acquisto. Le rate annuali consentono di fruire di un buono fiscale di 250 euro per ciascuna dichiarazione dei redditi, nel caso in cui si utilizzi l’incentivo per intero (5.000 euro di limite di spesa).
Un’avvertenza particolare riguarda proprio il tetto di spesa e l’utilizzo dell’incentivo in più anni. Se il bonus era stato usato in detrazione già nello scorso anno grazie a lavori edilizi relativi al 2024, è necessario detrarre la quota dei relativi acquisti dai 5.000 euro del 2025.
Qual è l’importo del bonus mobili 2025
Ad esempio, se il contribuente aveva acquistato mobili nel 2024 per 3.000 euro per effetto di lavori edilizi sulla stessa unità abitativa iniziati già nel 2024, il tetto di spesa detraibile nel 2025 è pari a 2.000 euro.
Infine, per i documenti che attestino il pagamento dei mobili vige l’obbligo di conservazione. Si tratta di ricevute dei bonifici, di documenti di pagamento mediante carte di credito e debito e di fatture di acquisto, queste ultime contenenti la natura, la qualità e la quantità dei mobili acquistati e dei servizi (di trasporto e montaggio) annessi.
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