Nuove assunzioni e nuova motivazione dei dipendenti pubblici: è quanto emerge dalla ricerca di FPA, presentata in apertura dell’edizione 2025 di FORUM PA, scopriamone di più.
Il 45% dei lavoratori vede miglioramenti nella PA nell’ultimo triennio, soprattutto nella digitalizzazione e nella comunicazione. Aspetti critici la complessità normativa e il rinnovamento dei processi interniIl 76% dei dipendenti pubblici consiglierebbe a un amico o parente di lavorare nella PA. Il 67% è soddisfatto del suo ruolo nell’organizzazione. Per il 79% l’AI incrementerà la produttività.
Negli ultimi 15 mesi, su InPA procedure per l’assunzione di oltre 406.000 unità di personale.
La Pubblica Amministrazione italiana è stata spesso descritta come lenta, carente di personale e sfiduciata, ma oggi molto sta cambiando, anche grazie all’impulso del PNRR e alle politiche di rilancio istituzionale, come il recente “Decreto PA”. Nel settore pubblico stanno emergendo nuovi profili, nuovi processi digitali, una nuova fiducia da parte degli stessi dipendenti pubblici.
Lo evidenzia la ricerca presentata oggi in apertura di FORUM PA 2025, l’evento annuale di confronto tra i soggetti pubblici e privati dell’innovazione organizzato da FPA, società del Gruppo DIGITAL360, in programma da oggi al 21 maggio al Palazzo dei Congressi di Roma, che quest’anno è dedicato al tema “Verso una PA aumentata: persone, tecnologie, relazioni”. L’indagine è stata realizzata da FPA attraverso interviste a oltre mille tra dipendenti pubblici italiani e operatori del settore, ed è stata integrata con i dati sulle procedure concorsuali attivate su InPA negli ultimi 15 mesi
Forum PA 2025: nuove assunzioni e dipendenti pubblici più motivati
La ricerca sottolinea come nella PA sia stata aperta una nuova “stagione straordinaria” di reclutamento: tra gennaio 2024 e metà aprile 2025 sulla piattaforma inPA sono stati pubblicate procedure per il reclutamento di oltre 406.000unità di personale, di cui 380.000 attraverso bandi di concorso (il resto mediante avvisi per la ricerca di esperti, mobilità e concorsi DFP-Formez). Una mobilitazione senza precedenti per quantità, ma anche per tipologia di profili: oltre a 130.000 posti amministrativi e contabili, si contano infatti 8.894 posizioni per profili digitali, 17.774 per tecnici, 2.306 per esperti giuridici e 137.000 per figure educative e formative. E in Italia si registra una nuova percezione positiva del lavoro pubblico: il 76% dei dipendenti pubblici consiglierebbe a un amico o parente di lavorare nella PA, equamente divisi tra chi lo farebbe per le opportunità di crescita professionale (38%) e chi per la stabilità e sicurezza (38%).
Una percezione che si accompagna a una ritrovata consapevolezza del valore del lavoro pubblico: circa sette lavoratori della PA su dieci pensano che il loro ruolo attuale sia importante per la comunità e il 67% è soddisfatto del ruolo ricoperto nell’organizzazione. In generale, il 45%, dei dipendenti pubblici percepisce miglioramenti nella PA italiana nell’ultimo triennio, solo il 18% vede passi indietro, con avanzamenti soprattutto nella digitalizzazione e nella comunicazione a cittadini. Anche se non mancano i problemi ancora da superare, soprattutto nella semplificazione normativa, nella valorizzazione del merito e nella fiducia interna.
“Nella PA crescono le motivazioni, si rafforza il senso del lavoro pubblico, le aspettative delle persone diventano via via più consapevoli: la ricerca evidenzia che chi lavora nella PA oggi sta tornando a credere nel proprio ruolo e questo diventa motore del cambiamento – commenta Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA -. Dopo anni in cui l’opinione prevalente è stata quella di una PA ripiegata su di sé, stretta tra norme e sfiducia, l’amministrazione torna a vedere nella propria funzione un’opportunità di trasformazione sociale. C’è un’energia interna pronta a essere valorizzata, che può diventare leva strategica per tutte le politiche di riforma. La PA di oggi non è ancora quella ideale, ma incomincia a crederci, vuole apprendere, collaborare, contribuire: non è in atto solo una transizione organizzativa, ma un cambiamento culturale profondo”.
I dati nel dettaglio
La percezione del lavoro nella PA
ll 76% dei dipendenti pubblici consiglierebbe a un amico o parente di lavorare nella Pubblica Amministrazione, equamente divisi tra chi lo farebbe per le opportunità di crescita professionale (38%) e chi per la stabilità e sicurezza (38%). Soltanto il 24% non lo consiglierebbe.
Circa sette intervistati su dieci pensano che il proprio ruolo nella PA fornisca un contributo per la società: tra questi, il 47% crede il proprio ruolo sia “importante nella comunità”, il 24% che sia “estremamente importante e faccia una differenza significativa”. E quasi 7 su 10 si dichiarano soddisfatti anche del proprio ruolo all’interno dell’organizzazione, con qualche distinguo: il 34% è soddisfatto perché il proprio ruolo contribuisce in modo significativo alla missione dell’ente, mentre il 32% è soddisfatto ma pensa che il proprio ruolo possa essere valorizzato meglio.
Nella valutazione delle relazioni sul lavoro, emerge complessivamente una percezione positiva, di rassicurazione e libertà. I giudizi positivi superano nettamente quelli negativi nel “sentirsi liberi di esprimere le proprie opinioni”, nella possibilità di “ammettere di aver bisogno di aiuto senza temere giudizi”, nella possibilità di “avere discussioni aperte riguardo agli errori” e nel fatto che “gli altri membri dell’organizzazione ascoltano le mie idee e preoccupazioni”. L’unica eccezione riguarda il clima di fiducia interno dell’organizzazione, che è più basso rispetto agli altri indicatori.
Miglioramenti e criticità della PA
La rinascita delle motivazioni dei dipendenti pubblici è sostenuta da una serie di trasformazioni strutturali che della PA hanno cominciato a produrre effetti. La prima è la digitalizzazione, che è considerata il principale fattore di miglioramento per il 38% del campione. Anche se, guardando il livello effettivo raggiunto dal digitale nella PA, la fiducia è cauta: gli intervistati si dividono tra chi lo considera un livello “ottimo” o “buono” (il 48%) e chi “sufficiente” o “scarso” (il restante 52%), segno di un processo avviato, ma ancora incompiuto. L’altro fattore di miglioramento (meno netto) è la comunicazione pubblica verso i cittadini: il 14,3% rileva progressi, ma c’è anche un 9,1% che continua a vederla come un punto debole: nelle amministrazioni che comunicano meglio, la fiducia cresce; in quelle che si chiudono, la distanza torna a farsi sentire.
Il maggior punto di debolezza è la semplificazione normativa, che resta critica per il 34% dei dipendenti pubblici: le regole, spesso stratificate e incoerenti, continuano a ingessare l’azione amministrativa. Ma è critica anche la valorizzazione del merito: con oltre il 30% di giudizi negativi, le risposte evidenziano ancora un ampio scollamento tra performance e riconoscimento. E si evidenzia un problema di fiducia interna: il clima organizzativo resta debole, soprattutto nelle relazioni tra ruoli apicali e operativi. È necessario lavorare sulla leadership, sulla chiarezza degli obiettivi, sulla costruzione di ambienti psicologicamente sicuri, in cui esprimersi sia possibile senza timori.
La collaborazione
Se la motivazione dei dipendenti pubblici cresce, è anche perché stanno cambiando molti aspetti organizzativi. Nella PA il lavoro di gruppo è ormai ampiamente diffuso: il 68% dei dipendenti pubblici opera in una combinazione tra lavoro di team e individuale, il 13% prevalentemente in team, anche se c’è una porzione minoritaria – il 19% – che lavora prevalentemente da sola, soprattutto tra funzioni più tecniche
Il 42% di chi lavora in team lo fa in gruppi trasversali che coinvolgono più enti o strutture, segno che la logica dell’operare a “silos” sta cedendo il passo a quella della rete. Una trasformazione culturale prima che organizzativa, forse determinata dall’ampio coinvolgimento delle Pubbliche Amministrazioni nei progetti PNRR che coinvolgono più strutture. Una risorsa utile per superare molti limiti nell’azione della PA, se sarà sostenuta da una leadership che promuove fiducia e autonomia.
Il clima
Sul clima organizzativo della PA si evidenziano luci, ma anche diverse ombre. Bene la promozione della parità di genere, su cui i giudizi positivi (48%) superano quelli negativi (23%). Sull’inserimento dei neoassunti i giudizi positivi e negativi si equiparano. Non bene la promozione del benessere organizzativo (44% di giudizi negativi) e la definizione degli obiettivi per le valutazioni delle performance (45%). Ma sono particolarmente critici soprattutto i giudizi sul riconoscimento del merito (il 53% dei voti è negativo), sulla crescita professionale e la chiarezza delle prospettive di carriera (56% negativi).
Formazione
Sono più articolati i giudizi dei dipendenti pubblici sulla formazione professionale. In generale, i lavoratori sono soddisfatti della modalità di erogazione dei corsi (voto medio 3,19 su 5, giudizi positivi superiori a quelli negativi) e dell’ampiezza dei temi proposti (3,1), come anche della qualità e approfondimento dei contenuti (3,02). Secondo i rispondenti, c’è ancora molto da lavorare sull’adeguatezza della proposta formativa rispetto alle esigenze connesse al ruolo. Una polarizzazione che sottolinea l’importanza di investire in formazione mirata e adeguata alle esigenze specifiche dei ruoli.
L’intelligenza artificiale
I dipendenti pubblici italiani esprimono un giudizio decisamente positivo sull’impatto dell’AI sul loro lavoro. Per il 79% l’AI incrementa la produttività individuale, per il 46% sviluppa la creatività per proporre idee e soluzioni nuove, per il 45% migliora la qualità del lavoro, per il 43% è professionalizzante, perché accresce le competenze. In tutti i casi i giudizi positivi superano decisamente quelli negativi. C’è però un 26,5% di intervistati che ritiene necessario uno sforzo di adeguamento delle competenze per poter gestire al meglio le opportunità dell’AI
La ricerca di FPA
Per scaricare la ricerca completa: https://www.forumpa.it/whitepapers/fpa-data-insight-una-pa-che-ricomincia-a-crederci/
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