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segnali di forza dal comparto bancario europeo in attesa della deregulation USA « LMF Lamiafinanza


La possibilità che l’amministrazione statunitense possa presto allentare alcune delle norme bancarie relative al coefficiente di leva finanziaria imposte in risposta alla crisi finanziaria globale nel 2008 potrebbe essere vantaggioso per il mercato dei Treasury anche se solo marginalmente. La sell side prevede un beneficio in termini di 15-20 pb per i Treasury USA a 30 anni grazie a spread swap più ampi (meno negativi). Le modifiche alla normativa non avranno alcun impatto sulle aspettative future relative ai tassi (inflazione/recessione), ma forniranno semplicemente un contesto tecnico migliore per la curva dei Treasury USA, in quanto ci potranno essere più acquirenti marginali (banche).

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In attesa di sapere se ci sarà davvero questo allentamento normativo, la stagione degli utili delle banche europee ormai alle spalle, a un primo sguardo superficiale, evidenzia molteplici difficoltà. I tassi di interesse, che in genere rappresentano un fattore significativo per il potenziale di guadagno delle banche, sono scesi dai livelli massimi e l’incertezza economica è aumentata a causa della retorica commerciale piuttosto incoerente dell’amministrazione statunitense. Tuttavia, al di là delle apparenze, l’andamento delle banche europee sembra molto positivo, con molti risultati superiori alle aspettative del consenso (circa il 10% in più a livello settoriale) e leggermente migliori rispetto al primo trimestre del 2024.

Inoltre, nonostante l’incertezza sui dazi, le banche europee hanno confermato con convinzione le loro previsioni per l’intero anno e in alcuni casi hanno persino rivisto al rialzo alcune delle loro stime. Questa è stata una differenza fondamentale tra il settore finanziario e quello corporate nell’ultima stagione degli utili e riteniamo che vi siano una serie di fattori da evidenziare.

In primo luogo, l’impatto dei dazi sul settore dei servizi (di cui le banche sono una componente importante) è indiretto, in un contesto economico più debole, piuttosto che diretto come nel caso delle case automobilistiche. Alcune delle conseguenze indirette che monitoreremo nel resto dell’anno includono la volatilità dei mercati finanziari che frena alcuni segmenti dell’attività di investment banking (ad esempio, fusioni e acquisizioni, emissioni sul mercato primario del debito e azionario), i tassi più bassi che incidono negativamente sui margini di deposito, l’aumento dei fallimenti aziendali in Germania e, infine, il ritardo nell’abbassamento dei tassi e il potenziale rallentamento economico negli Stati Uniti, che potrebbero continuare a esercitare pressione sui prestiti al consumo non garantiti e sulle esposizioni nel settore immobiliare commerciale per gli istituti di credito di quella regione.

Ma nonostante tutte queste difficoltà, le banche europee hanno riportato risultati nettamente migliori del previsto nel primo trimestre di quest’anno e hanno fornito previsioni ottimistiche per il resto del 2025.

Nell’investment banking, l’aumento della volatilità che ha frenato l’attività dei mercati primari ha stimolato i flussi di scambi sui mercati secondari, determinando risultati migliori per le divisioni Equities e FICC (Fixed Income, Currencies and Commodities) delle banche europee. Nel settore bancario retail e commerciale, nonostante il trend al ribasso dei tassi in Europa, le banche stanno registrando un numero inferiore di clienti che si orientano verso depositi con tassi di interesse più elevati rispetto a quanto avvenuto alla fine del 2023 e all’inizio del 2024. I saldi dei conti correnti che pagano lo 0% hanno ricominciato a crescere, spingendo alcune banche ad aumentare le previsioni sul margine di interesse netto per l’anno, poiché molte vedono benefici continui dalle attività di copertura strutturale.

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I prestiti alle imprese sono rimasti modesti, rispecchiando le tendenze di crescita dell’economia europea, ma i mutui ipotecari hanno registrato una ripresa in alcune regioni, forse grazie ai tassi più bassi rispetto anche solo a un anno fa. Questo è piuttosto importante per tutte le banche, ma lo è ancora di più in regioni specifiche. Le banche francesi, ad esempio, tendono a detenere un ampio stock di prestiti a tasso fisso a più lungo termine e altre attività; i maggiori volumi di nuovi prestiti consentono loro di rifinanziare più rapidamente una quota maggiore del proprio bilancio a tassi più elevati, migliorando così la redditività complessiva delle attività retail locali.

In questa fase è difficile quantificare l’impatto negativo dei dazi sui risultati economici, ma è significativo che le banche europee non abbiano ritenuto necessario rivedere al ribasso le proprie previsioni. Anzi, alcune hanno rivisto al rialzo parte delle loro previsioni e nel complesso il settore non ha registrato cambiamenti significativi nelle prospettive relative agli accantonamenti per crediti deteriorati. Questo è in netto contrasto con quanto visto all’inizio del 2020, quando molte banche hanno semplicemente sospeso le previsioni sui risultati a causa dell’insorgere della pandemia di Covid-19 o hanno dovuto stanziare ingenti accantonamenti, ed è anche in netto contrasto con l’attuale situazione del settore corporate, dove molte aziende hanno deciso di sospendere le previsioni per l’intero esercizio in risposta ai dazi.

Non riteniamo che le banche europee siano isolate dalle tendenze macroeconomiche generali, ma con l’evolversi del contesto operativo, le banche hanno dimostrato di sapersi adattare meglio alle nuove realtà. Ad esempio, ricorrendo in misura crescente a operazioni di trasferimento di rischio significativo per ridurre il rischio di credito quando gli spread sono interessanti o, nel caso di alcune banche francesi, perseguendo operazioni di fusione e acquisizione per ridurre la loro dipendenza da attività a tasso fisso a lungo termine, orientandosi verso attività di leasing a commissione o a breve termine.

Quest’ultima stagione degli utili si è rivelata dunque come un’ulteriore prova della resilienza del settore, nonostante i cambiamenti significativi degli ultimi anni in termini di tassi, regolamentazione e contesto economico.



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