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Va in porto il salvataggio della lingerie di lusso La Perla: il nome dell’acquirente, un socio industriale, sarà svelato il 10 giugno


Al centro, il ministro Adolfo Urso

di Sergio Governale

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Va in porto il salvataggio del marchio di lingerie di lusso La Perla. Ad annunciarlo è stato ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso del tavolo tenutosi ieri presso lo storico stabilimento dell’azienda a Bologna, alla presenza di lavoratori, istituzioni locali e organizzazioni sindacali (si veda qui il comunicato stampa).

“La Perla è salva! Siamo pronti ad assegnare questo simbolo del made in Italy a un soggetto industriale che garantirà marchio, sito produttivo e tutti i 210 occupati, con ulteriori 40 nuove assunzioni. Un risultato straordinario, frutto di un grande lavoro di squadra”, ha fatto sapere il responsabile del dicastero.

Il nuovo soggetto industriale che rileverà il gruppo sarà presentato ai sindacati e agli enti territoriali il prossimo 10 giugno in un incontro al Ministero. Intanto, sarà definita con il Ministero del Lavoro la norma per la proroga della cassa integrazione, in attesa del completamento delle procedure di trasferimento, che sarà inserita in un prossimo decreto-legge.

Il piano industriale illustrato dal ministro prevede “non soltanto l’assunzione dei 210 dipendenti coinvolti nelle procedure LPM e LPMG ITA, ma anche un incremento della forza lavoro con ulteriori 40 nuove assunzioni. Elemento qualificante del progetto è la volontà di mantenere e rilanciare il sito produttivo di Bologna, investendo nella sua progressiva riattivazione come cuore manifatturiero del marchio. Una scelta che, ben oltre il valore simbolico, riflette una strategia chiara di valorizzazione del made in Italy come tratto identitario del brand”, ha precisato Urso.

LPM è La Perla Manufacturing srl in amministrazione straordinaria (si veda altro articolo di BeBeez), mentre LPMG ITA è La Perla Global Management UK Limited srl in liquidazione giudiziale (si veda qui il Portale dei creditori).

 

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Quello di La Perla è un caso senza precedenti, ha ricordato il ministro, poiché per la prima volta, sotto la regia del MIMIT, sono state armonizzate diverse procedure, anche liquidatorie, tra cui una di diritto britannico e una italiana, convergendo verso un’unica soluzione industriale.

Il dicastero ha infatti strutturato una procedura di vendita unitaria degli asset – che comprendono il marchio (di proprietà dell’inglese La Perla Global Management UK Limited), lo stabilimento bolognese di La Perla Manufacturing srl, la parte commerciale di La Perla Italia srl in liquidazione giudiziale (si veda qui il Portale dei creditori) e quella amministrativa di La Perla Global Management UK Limited srl – riunendoli sotto un unico “cappello”, superando la frammentazione giuridica causata dalle diverse procedure in corso tra Italia e Regno Unito (si veda altro articolo di BeBeez). Questo è stato possibile grazie al “Protocollo in materia di insolvenza transfrontaliera”, il primo del genere nell’era post-Brexit.

Il protocollo è nato in risposta al rigetto, da parte del giudice delegato Alessandra Mirabelli del Tribunale di Bologna, del ricorso per la conversione in amministrazione straordinaria della procedura di liquidazione giudiziale della società britannica La Perla Global Management UK Limited, presentato dai commissari di La Perla Manufacturing srl Francesco Paolo Bello, Francesca Pace e Gianluca Giorgi (si veda altro articolo di BeBeez). Anche in quel caso l’obiettivo era quello di riunire sotto un unico cappello le quattro procedure giudiziali pendenti, ma il magistrato ha detto di no. Da qui, dunque, l’intervento del MIMIT.

Il 14 maggio scorso è scaduto il termine per presentare le offerte vincolanti, dopo che circa venti soggetti industriali e finanziari, soprattutto internazionali, hanno avuto accesso alla virtual data room (si veda altro articolo di BeBeez). La novità emersa all’epoca era che tra le manifestazioni di interesse non ci sarebbe stata quella di Oniverse di Sandro Veronesi, azienda proprietaria del marchio Calzedonia, il cui nome era circolato con insistenza all’inizio dell’anno. Non si può escludere che l’imprenditore originario di Trento abbia comunque presentato un’offerta vincolante senza aver presentato la manifestazione d’interesse e senza aver avuto accesso ai dati contabili, aggiudicandosi alla fine La Perla.

Calzedonia era la soluzione preferita da Alberto Masotti (figlio di Ada, la fondatrice del marchio nel 1954) e dalla sua famiglia, dopo due tentativi andati a vuoto anni fa. Proprio Ada nel 2007, quando il gruppo era schiacciato da 70 milioni di euro di debiti, aveva però preferito il fondo statunitense JH Partners a Veronesi. Oniverse ci aveva poi riprovato nel 2013 (si veda altro articolo di BeBeez), ma in quell’occasione era stato scelto Silvio Scaglia tramite SMS Finance, la holding lussemburghese del fondatore di Fastweb (si veda altro articolo di BeBeez).

Meno probabile l’aggiudicazione da parte del fondo olandese Tennor Holding BV (ex Sapinda Holding) di proprietà del finanziere tedesco Lars Windhorst tramite la controllata Lilac Holding Lux sarl (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultimo, non ben visto dall’attuale proprietà, era stato estromesso dalla gestione dal Tribunale di Bologna a marzo 2024, quando l’allora giudice delegato Maurizio Atzori, poi sostituito con Mirabelli, aveva dichiarato lo stato di insolvenza dell’azienda (si veda altro articolo di BeBeez), determinato dalla liquidazione nel novembre 2023 del britannica La Perla Global Management Uk.

Ricordiamo che per presentare le offerte non vincolanti per tutti gli asset del gruppo, comprese alcune partecipate negli Emirati Arabi e in Cina, c’era inizialmente tempo sino allo scorso 10 febbraio, dopo che a fine gennaio era stato reso pubblico l’avviso di vendita unitaria di tutte le attività (si veda altro articolo di BeBeez).

Soddisfatti il presidente della Regione Emilia Romagna, Michele de Pascale, e l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia: La Perla è salva. Un giorno di festa, come ogni volta che si salvaguardano il lavoro e la capacità produttiva della nostra terra. Un epilogo positivo di una lunga e complessa vertenza in cui si è trovata l’unica soluzione possibile, la cessione a un nuovo soggetto industriale della storica impresa bolognese di intimo, un marchio simbolo del Made in Italy, un pezzo di storia della moda italiana con una tradizione di oltre 70 anni. Arriviamo a questo risultato grazie all’impegno delle lavoratrici, al lavoro comune fra istituzioni e sindacati e anche alla capacità di tutti i responsabili delle procedure. Ora aspettiamo il 10 giugno, quando al Mimit conosceremo il piano industriale. Ma sappiamo già di avere di fronte un soggetto forte sul piano della prospettiva produttiva e finanziaria, che garantirà l’impiego di tutte le lavoratrici e 40 nuove assunzioni. Abbiamo avuto anche rassicurazioni sugli ammortizzatori sociali per chi negli ultimi mesi ne sia stato privo” (si veda qui il comunicato stampa).

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Ricordiamo infine che La Perla era stata quotata nel 2019 sull’Euronext Growth di Parigi tramite reverse listing La Perla Fashion Holding, capogruppo della britannica La Perla Global Management Uk, la cui ultima quotazione di 7,2 euro risale al 3 luglio 2023 (si veda altro articolo di BeBeez).



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