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Lucca, Massa-Carrara e Pisa alla prova del 2025


Calo della domanda, caro energia e instabilità globale: le imprese
affrontano un anno complesso. Segnali di reazione su efficienza gestionale,
digitale, formazione e sostenibilità.

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Viareggio, 9 giugno
2025.
Domanda
interna in flessione, costi energetici ancora elevati e una crescente
instabilità geo-politica: sono questi i principali fattori di criticità che
preoccupano il tessuto imprenditoriale delle province di Lucca, Massa-Carrara e
Pisa, secondo quanto emerge dall’indagine annuale ClimaImpresa – alla
sua terza edizione – realizzata nella primavera 2025 dall’Istituto Studi e
Ricerche e dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest, su un campione
di 356 imprese attive di tutti i settori economici delle province di Lucca,
Massa-Carrara e Pisa. Il quadro che emerge descrive un sistema imprenditoriale
ancora esposto a forti pressioni, ma determinato a reagire attraverso una
maggiore attenzione alla gestione economico-finanziaria, alla digitalizzazione e
al rafforzamento della cooperazione tra imprese, in considerazione di un 2025
ancora denso di incertezze e di repentini mutamenti di scenario.

L’indagine –
commenta
Valter Tamburini, Presidente della Camera di Commercio della
Toscana Nord-Ovest – restituisce l’immagine di un sistema imprenditoriale
che si muove su un crinale sottile, tra fragilità strutturali e nuove
turbolenze internazionali. In un contesto economico ancora fortemente incerto,
la flessibilità strategica, la solidità nella gestione economico-finanziaria e
la capacità di adattamento sono leve fondamentali per garantire la tenuta del
tessuto produttivo. La Camera di Commercio è impegnata a sostenere soprattutto
le piccole e medie imprese, affiancandole con contributi e percorsi formativi
nei processi di innovazione e digitalizzazione
.”

Costi, domanda e
credito: le sfide che preoccupano le imprese

Tra le criticità più avvertite
dalle imprese della Toscana Nord-Ovest, spiccano la perdita del potere
d’acquisto delle famiglie e l’aumento dei costi energetici, entrambi indicati
dal 47% delle aziende. Due fattori che incidono sui margini aziendali e la
tenuta della domanda interna, in particolare nei settori della
somministrazione, del commercio, dell’agricoltura e del turismo. Segue (con il
41%) la preoccupazione per i cambiamenti nei comportamenti di acquisto, che
mettono sotto pressione soprattutto il commercio tradizionale. Non meno
rilevante è il calo generalizzato della domanda (38%), che tocca in misura
significativa agricoltura, edilizia e industria.

Sul fronte
finanziario, il tema dell’accesso al credito coinvolge il 20% delle imprese,
con picchi nei settori agricolo e della somministrazione, dove le politiche
monetarie ancora restrittive amplificano le difficoltà operative. La fine dei
bonus edilizi pesa soprattutto sulle costruzioni: per il 54% delle imprese del
comparto si tratta della principale sfida per il 2025.

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Sul versante
internazionale, barriere commerciali e dazi, in particolare quelli paventati dagli
Stati Uniti, iniziano a destabilizzare le scelte delle imprese più export
oriented
, soprattutto dei settori dell’industria e dell’agricoltura. In
risposta a queste tensioni, le imprese mostrano un approccio pragmatico,
esprimendo l’intenzione di assorbire parzialmente l’aumento dei costi legati ai
dazi, con strategie pro-attive, come la rinegoziazione dei contratti
commerciali e misure di diversificazione dei mercati esteri.

Tra le criticità da
monitorare, spiccano il rallentamento degli investimenti, segnale avvertito in
particolare dall’industria (29%) e la concorrenza delle locazioni turistiche
(aspetto segnalato dal 36% delle imprese del turismo, secondo solo alle
preoccupazioni per i costi energetici e i cambiamenti nei modelli di fruizione
della vacanza).

Tra cautela e
incertezza: imprese in attesa di segnali positivi

Le previsioni per il
2025 riflettono un sentiment imprenditoriale improntato alla cautela: il saldo
tra ottimisti e pessimisti sull’andamento del fatturato è negativo per 8 punti,
ma la metà delle imprese prevede una sostanziale stabilità dei ricavi. Si
tratta di aspettative che si inseriscono in un contesto di fiducia
complessivamente debole: il 44% delle imprese delle province di Lucca,
Massa-Carrara e Pisa che dichiara un basso livello di fiducia rispetto alla
situazione economica attuale, mentre solo il 3% esprime un grado di fiducia elevato.
Il pessimismo è particolarmente accentuato nel commercio – tra i settori più colpiti
nel 2024 – ma si registra anche nell’artigianato e nelle costruzioni, queste
ultime penalizzate dalla fine dei bonus governativi, e nell’agricoltura, dove
pesa il timore legato ai dazi. Più cauto, ma non privo di incertezze,
l’atteggiamento dell’industria, influenzata dalla volatilità dei mercati
globali e dalle tensioni commerciali. In controtendenza, si mostrano
relativamente più fiduciosi i comparti del turismo e dei servizi, meno esposti
– soprattutto questi ultimi – alle dinamiche della congiuntura internazionale.

Oltre l’incertezza: le
imprese investono in efficienza, competenze e sostenibilità

Di fronte a uno scenario incerto,
le imprese delle tre province puntano per il 2025 su una pianificazione
economico-finanziaria più efficace (38%), anche in considerazione della crescente
selettività nell’accesso al credito. In secondo luogo, puntano sulla
digitalizzazione (considerata strategica dal 29% delle imprese) e sul
rafforzamento della collaborazione tra imprese (indicata dal 25% delle realtà
locali, contro il 15% del 2023). Cresce anche l’attenzione al capitale umano:
il 24% delle imprese prevede di investire nella formazione professionale, anche
in risposta alla crescente difficoltà nel reperire personale qualificato. La
sostenibilità ambientale, infine, entra stabilmente nelle agende aziendali,
diventando una priorità per il 20% delle imprese. A livello settoriale, le
azioni programmate per il 2025 appaiono legate alle specificità settoriali. L’agricoltura
punta su sostenibilità, controllo dei costi e diversificazione di prodotto. L’industria
guarda ad una riorganizzazione della gestione interna dei processi e delle
risorse umane, all’innovazione di prodotto, all’economia circolare e agli
investimenti digitali, con particolare attenzione a formazione, integrazione
dati e automazione. Nell’artigianato, la priorità è il controllo dei costi, ma
cresce anche l’apertura alla collaborazione tra imprese e all’innovazione
tecnologica. Per le costruzioni, il focus è su controllo gestionale, formazione
del capitale umano e diversificazione dei prodotti, mentre cala l’interesse per
il risparmio energetico. Il commercio reagisce con offerte promozionali,
controllo dei costi, ricerca di nuovi fornitori e aggiornamento dell’offerta,
mentre la somministrazione intende puntare su sostenibilità e relazioni di
filiera. Il turismo, reduce da un buon 2024, punta a consolidare i risultati
attraverso miglioramento gestionale, rimodulazione dell’offerta e
personalizzazione dell’esperienza. Il comparto degli altri servizi si distingue
per una spinta alla digitalizzazione, per il rafforzamento della collaborazione
con altre imprese e per maggiore formazione interna.

La
nota completa di grafici e tabelle per ciascuna delle tre province è
allegata a questo comunicato stampa ovvero scaricabile dal sito 
www.isr-ms.it.





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