In un contesto in cui la mole di dati globali raddoppia a ritmi sempre più rapidi, ma le risorse IT disponibili restano sotto pressione, il ruolo dell’infrastruttura storage si fa strategico. DataCore, attore consolidato nel panorama dello storage definito dal software, ha presentato alla stampa italiana una visione evolutiva basata su tre pilastri chiave: astrazione, intelligenza e interoperabilità. L’evento milanese è servito a fare il punto su una roadmap tecnologica ambiziosa che integra core datacenter, ambienti edge e cloud ibridi in un’unica piattaforma coerente, agile e scalabile.
Rémi Bargoing, VP Sales EMEA South, ha illustrato la visione e la proposta tecnologica dell’azienda per rispondere alle sfide odierne dell’infrastruttura IT: riduzione dei costi, semplificazione dell’architettura e garanzia di prestazioni elevate.
“La nostra ambizione è fornire ai clienti un’infrastruttura completamente software-defined che garantisca alta disponibilità, performance e semplicità”, ha esordito Bargoing. DataCore propone soluzioni che permettono alle aziende di svincolarsi da vincoli hardware e vendor lock-in, offrendo un layer di virtualizzazione dello storage capace di centralizzare, ottimizzare e automatizzare la gestione dei dati.
Una crescita solida fondata sulla fidelizzazione e sulla continuità
I dati finanziari e operativi di DataCore riflettono un modello di business orientato alla stabilità e al valore di lungo periodo. L’azienda può vantare 15 anni consecutivi di profittabilità, un elemento raro nel settore dell’IT enterprise, spesso soggetto a cicli altalenanti. Il 99% del fatturato deriva da contratti ricorrenti (subscription o supporto), segno di un forte legame con la base clienti, che raggiunge un tasso di retention netta del 105%. Questa fidelizzazione è frutto di un’offerta modulare e aperta, che consente ai clienti di evolvere l’infrastruttura senza vincoli di vendor lock-in. Con oltre 5.000 clienti attivi in Europa e 320 nuovi contratti firmati nel 2024, DataCore si afferma come una delle realtà più solide e in espansione nel settore dello storage software-defined.
L’incontro milanese rientra in una più ampia strategia di consolidamento sul mercato italiano, dove DataCore intende rafforzare la propria presenza attraverso partner e system integrator locali. “Il nostro obiettivo è dare alle aziende italiane gli strumenti per trasformare la propria infrastruttura IT senza stravolgimenti e con un ritorno dell’investimento misurabile in tempi brevi”, ha dichiarato Bargoing che vede un altro punto di forza nelle tecnologie DataCore: unm odello di licensing semplice e scalabile, basato sulla capacità utilizzata. “Paghi solo quello che usi. Non ci sono costi aggiuntivi per funzionalità avanzate. Tutto è incluso nella licenza di base”.
L’effetto forbice: dati in crescita, budget sotto pressione
Il divario tra il volume di dati da archiviare e le risorse allocate per gestirli sta diventando strutturale. Come mostrato dal grafico IDC riportato nella presentazione, tra il 2020 e il 2025 il fabbisogno di capacità storage è cresciuto da 1.420 a oltre 5.400 exabyte, con una crescita media annua superiore al 25%. Al contrario, gli investimenti in infrastrutture IT crescono molto più lentamente, a tassi prossimi al 10%. Questa forbice impone nuove strategie: ottimizzare l’utilizzo delle risorse esistenti, evitare l’overprovisioning e implementare soluzioni intelligenti di gestione automatizzata. DataCore si inserisce in questo contesto con una proposta basata su software che consente di astrarre l’hardware sottostante, liberando valore da asset già presenti nei datacenter delle imprese.
Le priorità del mercato: automazione, flessibilità, AI
L’indagine condotta su oltre 500 responsabili IT fornisce un’istantanea delle priorità attuali in ambito storage. Il 35% degli intervistati considera la semplicità di gestione come fattore critico: ciò riflette la crescente complessità degli ambienti multicloud, containerizzati e ibridi. Il 31% indica come priorità la riduzione dei costi, seguita da performance (30%) e futureproofing (29%). In parallelo, emerge con forza il ruolo dell’AI: il 67% delle aziende è favorevole all’adozione di infrastrutture storage intelligenti, capaci di ottimizzare il tiering, prevenire i guasti e automatizzare la compliance. Nonostante il fascino delle architetture cloud native, la maggior parte delle aziende continua a mantenere i dati on-premise o in ambienti edge, evidenziando il bisogno di soluzioni ibride e flessibili.
Una strategia di sviluppo costruita per acquisizione e integrazione
Negli ultimi cinque anni, DataCore ha costruito un portafoglio estremamente articolato attraverso un’intensa attività di acquisizioni mirate. L’operazione Object Matrix ha rafforzato la proposta per il mercato M&E, consentendo di gestire asset digitali in modo granulare e conforme agli standard broadcast. Con Swarm Single Node, l’azienda ha portato le funzionalità di object storage anche in ambienti periferici e ROBO. L’acquisizione di Pixitmedia e Arcastream ha integrato funzionalità avanzate di file storage ad alte prestazioni, cruciali per il rendering, la post-produzione e i flussi creativi in tempo reale. L’investimento in OpenEBS (progetto CNCF) ha permesso a DataCore di presidiare l’ambito Kubernetes-native. Infine, l’ingresso di StarWind ha ampliato l’offerta block e HCI nei segmenti SMB ed edge, rafforzando la leadership nella virtualizzazione storage-driven.
DataCore.Next: una piattaforma universale, dal core al cloud
Con il brand DataCore.Next, l’azienda ha formalizzato la propria visione architetturale: un layer di astrazione software che collega senza soluzione di continuità ambienti enterprise, edge distribuiti e cloud pubblici.
La chiave di volta è l’interoperabilità tra i quattro principali layer dello storage:
- SANsymphony, per il block storage, è la pietra miliare dell’offerta DataCore, una piattaforma matura e consolidata che consente di virtualizzare lo storage a blocchi aggregando risorse fisiche eterogenee — SAN, NAS, DAS — in un unico pool centralizzato ad alte prestazioni. La sua architettura software-defined sfrutta algoritmi avanzati per il caching dinamico in RAM, ottimizzando in tempo reale il posizionamento dei dati in funzione delle esigenze di accesso. Il sistema gestisce automaticamente la distribuzione dei carichi su diversi livelli di storage — dai dischi tradizionali agli SSD fino agli NVMe — attraverso meccanismi di auto-tiering intelligenti, capaci di bilanciare prestazioni e costi. Uno dei punti di forza di SANsymphony è la capacità di garantire alta disponibilità e resilienza, grazie a una replica dei dati che può essere sincrona o asincrona tra sedi diverse, abilitando strategie di business continuity senza dover cambiare l’hardware sottostante. Inoltre, la funzionalità di Continuous Data Protection consente il rollback temporale dei dati, rendendo possibile un recupero granulare e immediato in caso di errore o compromissione. Il tutto è completato da un set avanzato di strumenti di gestione, come snapshot, provisioning sottile e compressione in linea, che permettono di ottenere il massimo da ogni componente installata. In definitiva, SANsymphony consente di valorizzare l’infrastruttura esistente, prolungarne il ciclo di vita e garantire livelli di performance elevati anche in ambienti legacy.
- Swarm, piattaforma object storage scalabile per archiviazione, content delivery e compliance, risultato dell’integrazione in DataCore di Object Matrix, realtà gallese altamente specializzata nell’object storage enterprise e nelle soluzioni per il media asset management. Da allora, Swarm è diventato uno dei cardini della strategia di DataCore per la gestione dei contenuti non strutturati, offrendo una risposta concreta alle esigenze di archiviazione a lungo termine, distribuzione scalabile e conformità normativa. Progettato per operare secondo un modello completamente software-defined, Swarm consente l’accesso nativo ai dati tramite protocollo S3 e si integra agevolmente con strumenti di intelligenza artificiale per l’arricchimento dei metadati, semplificando l’indicizzazione e la ricerca semantica dei contenuti. Il sistema supporta la replica geografica automatica, garantendo la disponibilità dei dati su più siti e implementando policy di conservazione intelligenti, in grado di spostare i contenuti tra livelli di storage in funzione di criteri temporali o di accesso. A livello di protezione dei dati, adotta logiche di erasure coding e distribuzione ridondante, offrendo così robustezza anche in contesti geograficamente disaggregati. L’amministrazione dei contenuti avviene attraverso una gestione granulare dei permessi e una piena tracciabilità degli accessi, strumenti essenziali in ambienti regolati da normative severe come GDPR o HIPAA. Swarm si rivolge a realtà che devono coniugare compliance, scalabilità e gestione efficiente del ciclo di vita dei dati: tra queste, broadcaster e case di produzione, strutture sanitarie, enti pubblici e tutti quei settori in cui l’integrità del contenuto e la governance delle informazioni rappresentano fattori critici.
- Arcastream: file storage ad alte prestazioni per ambienti creativi e scientifici. Con l’acquisizione di Arcastream, DataCore ha integrato nella propria piattaforma una componente chiave per la gestione e l’orchestrazione dei flussi file-based, in particolare in ambienti ad alta intensità di dati come quelli del media & entertainment, della ricerca scientifica e della genomica. Arcastream si distingue per l’approccio nativamente distribuito e per la capacità di gestire grandi volumi di dati non strutturati all’interno di workflow automatizzati e performanti. La soluzione funge da layer di controllo intelligente sopra le risorse di storage, permettendo una visione unificata e operativa dell’intera infrastruttura file, indipendentemente dai vendor o dai protocolli sottostanti. Grazie a funzionalità avanzate di analytics, tagging, metadata awareness e policy engine, Arcastream consente di organizzare, tracciare e ottimizzare i dataset in tempo reale, integrandosi con gli strumenti di editing, rendering o calcolo scientifico. Questo approccio abilita una delivery più efficiente dei contenuti, riducendo i colli di bottiglia, ottimizzando l’allocazione delle risorse e abilitando una gestione automatizzata del ciclo di vita dei file, inclusi archiviazione, migrazione e tiering. La tecnologia è già diffusa presso clienti di alto profilo nei settori media, automotive, bioinformatica e centri HPC, offrendo una soluzione nativamente progettata per operare in ambienti ibridi o multicloud, con requisiti elevati di throughput e parallelismo.
- OpenEBS: storage container-native integrato nativamente in ecosistemi Kubernetes.
Nel contesto della progressiva containerizzazione dei carichi di lavoro, DataCore ha rafforzato la propria proposta per ambienti Kubernetes acquisendo e sviluppando il progetto OpenEBS, che resta open-source, ma al quale si affianca la soluzione commerciale DataCore Bolt. Questo modulo rappresenta il tassello container-native della piattaforma DataCore e risponde in modo mirato alle esigenze di storage persistente ad alte prestazioni per applicazioni cloud-native.A differenza di soluzioni legacy adattate, Bolt è stato progettato fin dall’inizio per integrarsi con l’orchestrazione di Kubernetes, offrendo provisioning dinamico dei volumi, replica sincrona, gestione policy-driven e compatibilità con le principali distribuzioni enterprise (OpenShift, Rancher, AKS, GKE). Le performance sono ottimizzate per architetture NVMe-first e l’archiviazione distribuita consente l’isolamento dei failure domain, migliorando la resilienza e la portabilità del dato.Bolt consente ai team DevOps di automatizzare completamente la gestione dello storage nei flussi CI/CD, mentre i workload AI/ML, i database distribuiti o le piattaforme real-time beneficiano di una latenza minima e di una scalabilità orizzontale intrinseca. DataCore intende così posizionarsi come abilitatore dell’infrastruttura cloud-native, colmando il divario tra l’agilità del mondo containerizzato e la solidità delle architetture enterprise.
Questa infrastruttura consente di allocare e orchestrare le risorse storage in base a policy aziendali, workload dinamici e requisiti normativi. È pensata per scenari moderni che spaziano dall’AI al data streaming, dal backup distribuito alle architetture edge-native.
Le nuove frontiere: AI, cybersecurity e edge sicuro
Accanto alle soluzioni più tradizionali (come HCI e disaster recovery), DataCore ha introdotto due nuove linee di prodotto in risposta a trend emergenti. La prima è AI-Enabled Storage, che sfrutta algoritmi di machine learning per automatizzare operazioni come il tiering, la compressione intelligente, l’ottimizzazione delle query e il prefetching basato su pattern di accesso. Particolarmente utile per il settore M&E e per i workflow di elaborazione scientifica, questa tecnologia riduce la latenza e migliora l’utilizzo delle risorse. La seconda novità è Secure Edge & ROBO, un insieme di soluzioni leggere, containerizzate e resilienti, progettate per ambienti decentralizzati con limitato presidio IT, ma con elevate esigenze di sicurezza e disponibilità.
Media & Entertainment, lo stress test ideale per lo storage moderno
Il settore Media & Entertainment (M&E) rappresenta uno degli ambienti più sfidanti per le infrastrutture storage. Non si tratta solo di archiviare enormi volumi di contenuti audiovisivi, ma di gestire workflow ad altissima intensità di dati, in tempo reale, distribuiti geograficamente e soggetti a vincoli di latenza, qualità e compliance estremamente rigidi. Le produzioni cinematografiche, i broadcaster, i centri di post-produzione e le piattaforme di streaming richiedono architetture capaci di coniugare performance estreme, scalabilità elastica e gestione intelligente del dato.
Con l’esplosione del lavoro collaborativo su scala globale e la diffusione del remote editing, il modello tradizionale di storage centralizzato non è più sostenibile. I team creativi devono poter accedere, modificare e archiviare asset audiovisivi in HD/4K/8K da sedi remote, con tempi di risposta minimi e piena sicurezza. DataCore risponde a questa esigenza con Swarm, la propria piattaforma di object storage compatibile S3, pensata per scalare orizzontalmente senza interruzioni, e con Arcastream, una soluzione file-oriented ad alte prestazioni derivata da tecnologie usate nei rendering center e negli studi di post-produzione.
Un ecosistema rafforzato da acquisizioni mirate
Negli ultimi anni, DataCore ha costruito un’offerta specifica per il mondo M&E attraverso acquisizioni strategiche. L’integrazione di Object Matrix, già affermata nei mercati broadcast europei, ha permesso di implementare funzionalità avanzate di gestione del ciclo di vita degli asset digitali (DAM, WORM, tagging AI-driven). Con l’acquisizione di Pixitmedia, DataCore ha esteso il supporto a carichi di lavoro ad alte prestazioni e alta parallelizzazione (es. VFX, color grading, pipeline di rendering distribuito), mentre la sinergia con Perifery e la nascita di una business unit dedicata al M&E hanno accelerato l’adozione anche in mercati non tradizionali come gaming, eventi live e metaverso.
Storage AI-enabled per orchestrare i flussi video
La novità più rilevante introdotta da DataCore in questo ambito è il modulo AI-Enabled Storage: un layer software in grado di analizzare e prevedere i pattern di accesso ai dati, automatizzare il posizionamento degli asset su tier differenti e suggerire prefetch o cache avanzate per i contenuti più critici. Questo approccio non solo migliora le prestazioni, ma riduce i costi operativi e aumenta l’affidabilità dell’intero workflow. La funzionalità è particolarmente utile per ambienti di produzione dove sono richiesti tempi di delivery brevissimi o turni notturni automatizzati.
Compliance, protezione e archiviazione a lungo termine
Nel settore media, i contenuti non sono solo “big data”, ma spesso deep data — cioè asset ad alto valore che devono essere conservati in modo sicuro e accessibile per decenni. Le funzionalità di immutabilità, versioning e geo-replica di Swarm e Object Matrix, combinate con policy di retention automatizzate, soddisfano le esigenze di archiviazione broadcast, editoriale e cinematografica in modo nativamente conforme alle normative come il GDPR, e a iniziative come DPP (Digital Production Partnership) o lo standard SMPTE.
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