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Decennio digitale UE: bilancio 2025 e prospettive future


I progressi e le lacune del Decennio Digitale UE

Con la presentazione della relazione della Commissione sullo stato del decennio digitale 2025 arriva una analisi dettagliata della situazione relativa alla trasformazione digitale in area UE con una indicazione dei progressi e delle criticità sui quattro comparti determinanti per raggiungere gli obiettivi di trasformazione digitale dell’UE fissati entro il 2030, vale a dire

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Contributi per le imprese

 

  • le infrastrutture digitali
  • la digitalizzazione delle imprese
  • le competenze digitali
  • la digitalizzazione del servizio pubblico

Il Decennio Digitale 2025: il bilancio della trasformazione digitale europea

prima di entrare nel merito dei temi rilevanti relativi al Decennio digitale UE occorre ricordare che il “Pacchetto Stato del Decennio Digitale 2025” rappresenta il terzo rapporto annuale con il quale vengono tracciati i progressi dell’Unione Europea verso gli obiettivi di trasformazione digitale fissati per il 2030. Questo report fornisce un’analisi della situazione, evidenziando risultati e aree di miglioramento, oltre a proporre raccomandazioni concrete per gli Stati membri. (nello specifico ESG360 ha poi approfondito la situazione relativa al nostro paese con il servizio sul percorso digitale italiano n.d.r.).

Componenti del Pacchetto

Il pacchetto include il rapporto principale, i documenti di lavoro del personale (“Staff Working Documents”) e vari studi di supporto (tutti i documenti possono essere consultati e scaricati da questo LINK n.d.r.). Tra questi, si trovano:

  • Il Rapporto principale: con i progressi e le raccomandazioni orizzontali per la trasformazione digitale dell’UE nel 2025.
  • Rapporti nazionali sintetici: con le analisi specifiche per ciascuno dei 27 Stati membri.
  • Documenti di lavoro del personale: con un’analisi complessiva della trasformazione digitale a livello UE, con il monitoraggio delle raccomandazioni precedenti e dei progetti multi-paese, e l’aderenza alla Dichiarazione Europea sui Diritti e i Principi Digitali.
  • Metodologia DESI: documento che illustra la metodologia impiegata per tracciare la trasformazione digitale dell’UE.
  • Studi di supporto: con le indagini Eurobarometro, studi di benchmarking sull’eGovernment, rapporti sulla copertura a banda larga e sul 5G, analisi sull’eHealth, sulla Dichiarazione sui Diritti e i Principi Digitali, e studi sulla digitalizzazione delle imprese e sui finanziamenti UE.

Il programma politico del Decennio Digitale 2030

Il programma politico del Decennio Digitale 2030 definisce un meccanismo di monitoraggio e cooperazione per raggiungere obiettivi comuni, come l’80% dei cittadini con competenze digitali di base e la copertura del 100% con reti ad alta capacità. Ogni Stato membro ha adottato una tabella di marcia dettagliando azioni e budget in linea con le raccomandazioni. Esistono meccanismi di collaborazione tra gli Stati membri e consorzi per le infrastrutture digitali europee (EDIC) che uniscono risorse per progetti transnazionali.

I risultati del Decennio digitale UE in sintesi

Relativamente ai quattro ambiti citati la situazione è in chiaroscuro. In sintesi si registra un ritardo a livello di sviluppo dell’infrastruttura di connettività, con reti in fibra ottica e 5G “stand-alone” non in linea con il percorso di sviluppo. Al contrario cresce l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI), del cloud e dei big data, anche se resta la necessità di accelerare. La criticità più grande resta quella delle competenze con il 55,6% della popolazione in area UE che dispone di skill di livello base, resta bassa e insufficiente la disponibilità di talenti e di specialisti nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Un dato che ostacola la diffusione e il consolidamento di risultati su ambiti strategici come la cybersecurity e come l’AI. Sul punto relativo alla digitalizzazione dei servizi pubblici la criticità che viene evidenziata dal report sul decennio digitale UE riguarda il fatto che una parte molto importante dell’infrastruttura digitale governativa non è sotto il controllo di imprese e organizzazioni europee ma dipende in larghissima misura da provider di servizi di paesi non UE.

I principali ostacoli in sintesi

Il decennio digitale UE ha visto visto la formazione e la crescita di mercati molto specifici e in definitiva anche molto frammentati. Un fenomeno che è anche il frutto di un numero eccessivo di normative spesso anche molto complesse (Può essere utile la lettura di Pacchetto Omnibus UE per capire come si è affrontato il tema della complessità normativa negli ambiti della sostenibilità e della normativa ESG n.d.r.). Certamente si pone nella prospettiva 2030 un tema e un obiettivo di semplificazione che deve essere associato a un obiettivo di riduzione dei fattori di dipendenza strategica da fornitori extra UE. In questo senso un altro ostacolo da superare deve riguardare la disponibilità e facilità di accesso a investimenti pubblici e privati e in generale di una politica in grado di favorire lo sviluppo di una politica di maggiore attenzione e diffusione del capitale di rischio per sostenere l’avvio e la crescita di startup e imprese innovative in area UE.

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I prossimi impegni

Il rapporto sul decennio digitale UE permette appunto di disporre di una serie di punti di riferimento in relazione agli obiettivi di trasformazione digitale UE fissati per il 2030. Sulla base di queste indicazioni i singoli stati membri disporranno di parametri di riferimento sui quali verificare e correggere il proprio percorso di trasformazione digitale per poi arrivare al 2026 quando la Commissione sarà nella condizione di affrontare un riesame aggiornato del percorso per il decennio digitale in funzione delle priorità e degli obiettivi UE.

Decennio digitale UE: la situazione relativa alle Infrastrutture digitali

Nel settore delle infrastrutture digitali, si osservano alcuni miglioramenti, ma il dispiegamento delle reti di connettività, come la fibra ottica e il 5G stand-alone, registrano ancora un ritardo. Sebbene ci siano stati progressi nella diffusione dei nodi periferici (“edge nodes”) per una più rapida elaborazione dei dati, le infrastrutture sottomarine e satellitari restano ancora poco sviluppate e vulnerabili con un elevato livello di dipendenza da attori esterni e con rischi importanti per la sicurezza.

Digitalizzazione delle imprese: si inizia sentire l’effetto dell’AI

L’adozione di tecnologie quali Intelligenza Artificiale, cloud e big data da parte delle aziende è aumentata, ma il report segnala la necessità di una ulteriore accelerazione. L’UE mantiene una dipendenza da fornitori esterni per i servizi AI e cloud, spesso utilizzati anche nei servizi pubblici, così come per la produzione di semiconduttori e componenti per l’infrastruttura quantistica.

Competenze digitali: il fattore chiave del decennio digitale UE

L’ambito delle competenze digitali rappresenta il vero snodo sul quale ruota lo sviluppo del piano di trasformazione digitale UE. La crescita delle competenze era, è e deve continuare ad essere il principale fattore abilitante di una trasformazione che deve essere utilizzata e guidata grazie a una maggiore crescita e diffusione delle competenze.

La situazione che emerge dal report sul decennio digitale UE invita a una riflessione profonda. Solo poco più della metà degli europei (55,6%) possiede competenze digitali di base, essenziali per la resilienza sociale contro le minacce online. La disponibilità di specialisti ICT con competenze avanzate rimane scarsa e caratterizzata da un marcato divario di genere, rallentando i progressi in settori cruciali come la cybersecurity e l’AI.

Servizi pubblici digitali: le criticità legate a un eccesso di dipendenza dall’esterno

Pur segnalando progressi importanti a livello di digitalizzazione dei servizi pubblici il report sul decennio digitale UE porta l’attenzione su un punto di debolezza dell’industria e della ricerca UE che si riflette appunto sulla digitalizzazione dei servizi pubblici. Il tema riguarda questioni di sovranità digitale in quanto una componente molto importante dell’infrastruttura digitale governativa continua a dipendere da fornitori di servizi esterni all’UE.


Investimenti e riforme per un futuro digitale

Raccomandazioni per accelerare la trasformazione digitale europea

Il rapporto sul decennio digitale UE 2025 evidenzia la necessità di mettere in campo azioni strutturali per superare la frammentarietà dei mercati UE, per semplificare le normative, per ridurre le dipendenza esterne e per favorire lo sviluppo di una industria digitale UE. Una serie di azioni che nel caso in cui fossero messe in campo in modo coordinato e strutturato potrebbero, sulla base delle previsioni del report, creare le condizioni per uno sviluppo del PIL di un ulteriore 1,8% entro il 2030, rispondendo nello specifico a obiettivi di innovazione e di sovranità tecnologica.

Aumentare gli investimenti pubblici e privati

Tra le misure indicate una delle prime e più importanti riguarda la necessità di incrementare gli investimenti pubblici e privati, creando nello stesso tempo condizioni che permettano di facilitare l’accesso al capitale di rischio per le aziende dell’UE. Si tratta in questo caso di una misura che permette di stimolare l’innovazione e consente alle imprese di crescere e scalare.

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Rafforzare il mercato unico digitale

Un altro fattore chiave indiciato nel report sul decennio digitale UE riguarda la necessità di rafforzare e integrare il Mercato Unico Digitale UE. Un mercato più coeso può ridurre la frammentazione e creare un ambiente più favorevole per la crescita delle imprese digitali e l’adozione delle tecnologie.

Semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi

Sui temi della semplificazione, che sono peraltro al centro delle politiche che stanno portando alla creazione di una produzione sostenibile e di una economia sostenibile il rapporto sottolinea la necessità di accelerare gli sforzi di alleggerimento degli oneri amministrativi che gravano sulle imprese dell’UE. Questo contribuirebbe a creare un ambiente più agile e competitivo, favorendo l’innovazione e l’espansione aziendale.

Coinvolgimento locale per una trasformazione inclusiva

La tecnologia da sola non basta e il report sul decennio digitale UE raccomanda di sviluppare azioni per attuare un coinvolgimento più profondo di città e regioni nella realizzazione del Decennio Digitale. Un piano quello suggerito che deve rappresentare un’opportunità per rendere per una trasformazione digitale più incisiva e inclusiva come ad esempio nel caso dell’inclusione lavorativa. Per raggiungere questo obiettivo surve attuare approccio dal basso verso l’alto può garantire che i benefici della digitalizzazione raggiungano tutti i cittadini e le comunità nella prospettiva di costruire assieme un futuro sostenibile.




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