Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

Quanto vale davvero l’AI per l’economia italiana


Il partito dei (neo) luddisti che profetizzano l’effetto nefasto dell’intelligenza artificiale (AI) per l’economia italiana (ma non solo) è sempre stato nutrito e alcune avvisaglie di disoccupazione tecnologica potrebbero amplificarne le ragioni. Certo, siamo di fronte a tecnologie esponenziali che moltiplicano i loro effetti e dunque le conseguenze possono essere ambivalenti.

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

C’è chi ipotizza che sul lungo termine saremo persino liberi dalle incombenze lavorative o impiegati per l’1% del nostro tempo. Si vedrà. Quello su cui occorre ragionare è la necessità di una redistribuzione dei proventi dell’iper-produttività che raggiungeranno sempre più le aziende. Finora indirizzati alla remunerazione del capitale (sotto forma di dividendi agli azionisti) e non ai lavoratori, che vedono progressivamente ridursi il loro impegno sostituiti dalle macchine, e contano salari erosi da inflazione e guerre commerciali. Si tratta di una vecchia tesi sulla tassazione relativa alla produttività aggiuntiva realizzata dai robot, rivendicata da Bill Gates, e con parecchi proseliti anche nella Silicon Valley. Un dibattito zittitosi con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

Ritorni economici misurabili

Quel che è certo è il ritorno in termini di valore dell’AI generativa, che può rappresentare un motore di crescita strategico per il Paese e le imprese. Idc, in un recente rapporto commissionato da Microsoft, stima che per ogni dollaro investito in intelligenza artificiale generativa le aziende ottengano in media un ritorno economico di 3,70. Un multiplo generoso, a cui aggiunge lo studio Ambrosetti-Teha, un ragionamento altrettanto invitante: cioè che un’adozione su larga scala dell’AI generativa potrebbe aggiungere al solo Pil annuo italiano fino a 312 miliardi di euro nei prossimi tre lustri (+18,2%).

Robot intelligenti che pensano (e agiscono) come gli umani, dunque? Il fantascenario, forse non così distopico, è che l’intelligenza artificiale porterà gli umanoidi a delineare strategie industriali indossando giacca e cravatta. Quel che appare evidente è che l’intelligenza artificiale non è più solo un’innovazione tecnologica, ma il motore che sta ridefinendo il modo in cui le aziende crescono, sostiene Accenture nel suo recente report Technology Vision 2025. Lo studio evidenzia come l’AI abbia raggiunto un livello di autonomia senza precedenti, trasformandosi in un alleato per produttività e innovazione.

Fiducia e competitività

Tuttavia, con questa crescente indipendenza, si pone una sfida cruciale per le aziende: garantire fiducia nei sistemi di intelligenza artificiale generativa, sia per i dipendenti sia per i consumatori.

Il tema del rischio, d’altronde, è presente: in cima alle preoccupazioni vi sono inaccuratezza, cybersecurity e violazione della proprietà intellettuale, e il 27% delle aziende controlla gli output dell’AI generativa prima di renderli pubblici. Ciò richiede modi nuovi di lavorare, progettare, gestire rischi e prendere decisioni, nonché capacità organizzative sempre maggiori. È chiaro che si stagliano davanti a noi possibili e ampi divari di competitività tra le imprese leader dell’innovazione e quelle che utilizzano meno il digitale.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Affrontare le sfide dell’AI richiederà non solo ai manager, ma a tutta la popolazione aziendale, la capacità di prendere decisioni “informate” facendosi guidare tanto dai dati quanto dalla propria esperienza. Si tratta di una sfida non banale: molte imprese sono state costruite sulla base della standardizzazione dei protocolli e dell’accentramento delle decisioni sul manager… uno degli effetti dell’intelligenza artificiale generativa sarà una maggiore partecipazione dal basso.

Impatto sulle organizzazioni e sul lavoro

I primi studi organizzativi evidenziano come le diverse tipologie di intelligenza artificiale stiano contribuendo, infatti, a far evolvere il concetto di partecipazione. Un esempio è quello dell’elaborazione di report tecnici: possono essere messi a punto dai lavoratori con più esperienza e codificati attraverso algoritmi di AI generativa per renderli più accessibili ai giovani che possono rendersi più velocemente autonomi e produttivi.

Secondo McKinsey, il 78% delle imprese usa l’intelligenza artificiale in almeno una funzione, mentre il 71% dichiara di usare AI generativa in almeno un ambito (rispetto al 33% nel 2023). Il confronto con lo Stanford AI Index 2025 conferma il quadro: l’AI generativa ha attratto 33,9 miliardi di dollari di investimenti privati nel 2024 con un aumento del 18,7% in dodici mesi. L’impatto economico c’è, però è ancora contenuto: il 49% delle aziende segnala risparmi sotto il 10% nei servizi e il 71% ricavi sotto il 5% nel marketing e sales.

Anche l’adozione delle migliori pratiche è limitata: meno di un terzo delle imprese le adotta in modo sistemico, anche se le grandi aziende sono in vantaggio. Per questo serve un vero e proprio “kit di trasformazione”, che tocca cultura, organizzazione, tecnologia e persone. Fondamentale è il coinvolgimento diretto del top management, che non si limita a sponsorizzare, ma l’adotta in prima persona.

Prospettive di mercato e settori chiave

Secondo Accenture, i leader devono prepararsi a un futuro in cui l’AI sarà ovunque, agendo autonomamente come supporto per conto delle persone. La fiducia diventa un asset strategico senza il quale le organizzazioni rischiano di perdere enormi opportunità di crescita. Non a caso l’88% dei dirigenti italiani ritiene fondamentale comunicare la strategia aziendale sull’AI per rafforzare la fiducia dei propri dipendenti. Tuttavia, solo il 46% prevede di rendere accessibili strumenti di intelligenza artificiale generativa ai lavoratori nei prossimi tre anni.

Oltre il 33% dei dirigenti prevede inoltre, sempre nei prossimi tre anni, un incremento significativo nell’uso degli agenti AI, mentre gli investimenti in robotica umana hanno raggiunto 1,19 miliardi di dollari nel 2024. L’Italia ha davanti l’opportunità di trarre vantaggio da una transizione tecnologica ben gestita, riducendo il divario con altri Paesi europei e affermandosi come hub di innovazione.

Tra i principali fattori c’è la diversificazione dell’economia, che include settori ad alto potenziale per le applicazioni AI, come la manifattura avanzata, la finanza e il retail. Anche media, intrattenimento, sanità e scienze biologiche sono destinati a una crescita ben al di sopra della media.

Più efficaci ma anche più costosi

La migliore analisi al mondo sull’implementazione delle tecnologie basate sugli algoritmi di intelligenza artificiale è contenuta nell’AI Index Report della Stanford University. Nel 2025 da questo indice emergono paradigmi innovativi di ragionamento come il calcolo iterativo in fase di test, introdotto da OpenAI con i modelli o1 e o3. Il modello o1 ha ottenuto un punteggio del 74,4% in un esame di qualificazione per le Olimpiadi Internazionali di Matematica, risultato nettamente superiore rispetto al 9,3% ottenuto da GPT-4o.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Tuttavia, tali miglioramenti comportano un costo computazionale notevole, rendendo questi modelli quasi sei volte più costosi e circa 30 volte più lenti di GPT-4. Solo nel 2023, la Fda ha dato il via libera a ben 223 dispositivi medici dotati di AI. Un nuovo studio ha dimostrato che in diversi casi clinici complessi, GPT-4o ha superato persino le performance diagnostiche dei medici, evidenziando il potenziale della collaborazione uomo-macchina in campo sanitario.


Questo articolo è tratta dallo speciale AI – Quanto costa, quanto conviene di Business People di maggio 2025, scarica il numero o abbonati qui



Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People

© Riproduzione riservata





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta