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Coesione nell’UE: come farne una politica di maggior successo in futuro? Approfondimento della Corte dei conti europea


(AGENPARL) – Roma, 19 Giugno 2025

 

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  • Un terzo del bilancio dell’UE è destinato alla politica di coesione
  • Gli auditor della Corte traggono insegnamenti dalle carenze di impostazione e attuazione in tale politica e nelle risorse per la ripresa post-pandemica (RRF)
  • I prossimi fondi per la coesione possono produrre risultati migliori e un maggiore valore aggiunto per le regioni dell’UE

Focalizzazione sulla finalità strategica e sulla performance, flessibilità nella programmazione dei fondi, attuazione tempestiva, regole semplici: ecco gli elementi essenziali della politica di coesione dell’UE su cui da anni la Corte dei conti europea richiama l’attenzione. Tali elementi contribuiranno a migliorare l’efficacia e l’efficienza di questa politica faro dell’UE, che mira a sostenere lo sviluppo regionale e a perseguire ambiziosi obiettivi trasversali. Nell’analisi pubblicata oggi, gli auditor traggono insegnamenti dal passato per aiutare l’UE a creare una politica di coesione migliore con l’avvio del prossimo periodo di programmazione nel 2028.

Grazie alla politica di coesione dell’UE sono stati erogati circa 1 000 miliardi di euro di finanziamenti per il periodo 1989-2023 e altri 400 miliardi di euro sono previsti entro il 2027: risulta così, nel suo genere, la più imponente politica di sviluppo regionale al mondo. Questa politica, secondo quanto riferisce la Commissione europea, ha contribuito a ridurre le disparità sociali ed economiche nell’UE. Tuttavia, la convergenza è stata disomogenea da una regione all’altra. Nell’analisi, la Corte indica una serie di fattori importanti che hanno influenzato l’efficacia dei finanziamenti per la coesione, nonché gli insegnamenti tratti dal dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF). Sono questi tutti aspetti che vanno affrontati in sede di definizione e attuazione del prossimo periodo della politica di coesione, che inizia nel 2028.

La politica di coesione è la principale politica di investimento dell’UE ed è spesso considerata una pietra angolare dell’integrazione europea. La sua attuazione, tuttavia, non è ottimale“, afferma Alejandro Blanco Fernandez, Membro della Corte dei conti europea responsabile per l’analisi. “Dato il dibattito in corso sulla direzione da impartire e sulle caratteristiche di questo ambito di intervento nel periodo successivo al 2027, l’analisi della Corte fornisce preziose informazioni sugli insegnamenti tratti dalla politica di coesione passata e dall’RRF e offre spunti su come tale esperienza debba plasmare l’impostazione, l’attuazione, la gestione e la sorveglianza di tale politica in futuro“.

Gli auditor osservano che nel corso del tempo la politica di coesione dell’UE ha dovuto coprire una serie sempre crescente di priorità e obiettivi dell’UE. Date le notevoli risorse messe a disposizione in questo ambito, è stata spesso utilizzata anche per rispondere a situazioni eccezionali, come la pandemia di COVID-19 e il massiccio afflusso di rifugiati dall’Ucraina nel 2022. Pur riconoscendo l’importanza della flessibilità nell’utilizzo dei fondi, gli auditor segnalano che diventa così più frammentaria e rischia di essere distolta dal suo obiettivo primario di ridurre le disparità regionali. È fondamentale che gli obiettivi della futura politica di coesione rimangano radicati nelle esigenze di sviluppo di ciascuna regione e continuino a concentrarsi sul rafforzamento della convergenza economica e sociale.

Di recente, per l’attuazione della politica di coesione si è posto maggiormente l’accento sulla performance, ma senza un grande successo visibile. A tale riguardo, si potrebbe considerare di sostenere le riforme nazionali e regionali per rendere più efficienti ed efficaci gli investimenti finanziati dall’UE. Inoltre, la Corte ha sottolineato a più riprese che il rafforzamento del monitoraggio e della valutazione delle prestazioni faciliterebbe l’elaborazione di politiche basate su dati concreti.

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Un’altra questione sollevata dagli auditor è quella di assicurare una spesa tempestiva (detta “assorbimento”) dei fondi di coesione. A tal fine, ribadiscono l’importanza di adottare celermente il quadro legislativo, garantendo in tal modo una programmazione più rapida e un livello adeguato di prefinanziamento, in modo che l’attuazione possa iniziare in tempo utile. Evidenziano inoltre quanto valgano le sinergie con altri strumenti dell’UE.

La Corte ha più volte sottolineato che la politica di coesione è disciplinata da norme spesso troppo complesse. Ciò può comportare inutili oneri burocratici e un elevato rischio di errore. L’attuale regime di affidabilità non è pienamente efficace nell’attenuare tale rischio. Gli auditor affermano inoltre che, se si deve applicare un modello di finanziamento basato sulla performance alla politica di coesione, è fondamentale fare il punto sulle carenze riscontrate nell’RRF, il dispositivo varato in risposta alla pandemia di COVID-19. In particolare, è essenziale far sì che i futuri finanziamenti per la coesione siano gestiti con sufficiente trasparenza e rendicontabilità e che le modalità di recupero dei fondi utilizzati impropriamente siano efficaci.

Informazioni sul contesto

La politica di coesione, sancita agli articoli 174-178 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, mira a promuovere uno sviluppo equilibrato in tutta l’UE rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale e riducendo le disparità tra le regioni. È incentrata sul superamento delle debolezze strutturali e sullo sviluppo della resilienza a lungo termine. Viene gestita in regime di gestione concorrente dalla Commissione europea insieme a oltre 400 autorità nazionali e regionali degli Stati membri.

L’analisi 04/2025, intitolata “Il futuro della politica di coesione dell’UE: il passato insegna“, è disponibile sul sito Internet della Corte. Non si tratta di una relazione di audit, ma di un’analisi che riunisce audit, analisi e pareri già pubblicati dalla Corte dei conti europea su diversi aspetti dell’attuazione della politica di coesione e, ove pertinente, li confronta con le conclusioni raggiunte in merito al dispositivo per la ripresa e la resilienza.



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