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Ricostruzione, tre interdittive antimafia: fermate aziende infiltrate nel Maceratese




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La conferenza di oggi in Prefettura per illustrare l’operazione

di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)

Tre interdittive antimafia nei confronti di imprese collegate alla criminalità provenienti da fuori provincia, ma che in alcuni casi avevamo spostato la sede legale nel Maceratese, segnalano come la ricostruzione post sisma abbinata ai fondi europei del Pnrr facciano gola alla malavita mafiosa che è presente in quello che è il più grande cantiere d’Europa. Ma l’opera del gruppo interforze antimafia, composto dalle forze dell’ordine territoriali, dalla Dia, il Provveditorato alle opere pubbliche e l’Ispettorato territoriale del lavoro ha portato, con un lavoro certosino che dura da due anni, ad intercettare queste ditte legate alla criminalità ed a bloccarne l’attività illecita.

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Accanto a questo i continui controlli fatti nei cantieri ha portato a far emergere lavoro in nero, scarsa sicurezza e mancanza di formazione in chi deve operare all’interno del cantiere. Un quadro preoccupante di irregolarità ma anche la certezza che lo Stato fa la sua parte con attenzione massima e controlli continui che fanno emergere tali irregolarità puntualmente sanzionate. In Prefettura è stato fatto il punto della situazione in provincia.

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Isabella Fusiello, prefetto di Macerata

«Un lavoro che dura da mesi ed ha portato a dei risultati importanti – ha detto il prefetto Isabella Fusiello -. Il gruppo interforze interviene nei vari cantieri attivi per controllarne la regolarità: la ricostruzione porta sul territorio ingenti somme di denaro pubblico ed abbiamo il dovere di controllare che tali risorse siano destinate ai veri soggetti interessati. Verifichiamo i requisiti delle ditte che si dichiarano in un certo modo, se corrisponde al vero, se sono gli stessi soggetti, verificando pure le condizioni di lavoro dei dipendenti se vengono rispettate le norme di salute e sicurezza. Il quadro che emerge è positivo perché il lavoro sinergico fatto dalle istituzioni è garanzia di un’attenzione massima verso eventuali infiltrazioni della criminalità mafiosa».

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A testimoniarlo sono le tre interdettive antimafia che hanno colpito imprese operanti nel cratere sismico, un lavoro che è durato due anni ed ha interessato 11 aziende monitorate attentamente. «La prefettura di Macerata è tra quelle in Italia che fa più accessi ai cantieri – ha ribadito Emanuele D’Amico vice prefetto vicario -. Interdittive antimafia definitive fatte dal Ministero sono giunte, per l’esattezza hanno riguardato tre ditte, alcune avevano anche portato la sede legale in provincia, sulla scorta del lavoro fatto dalla prefettura e dalle forze di polizia locali, provvedimenti che hanno superato anche i ricorsi fatte dalle stesse imprese. Questi soggetti sono stati allontanati da questa provincia, altri continuano ad essere monitorati costantemente. Non si tratta di ditte maceratesi che ad oggi risultano assolutamente pulite, ma provenienti da fuori. Non bisogna abbassare la guardia perché resta alto il rischio che aziende di fuori possano appoggiarsi su quelle locali per determinate lavorazioni o bisogno di manodopera».

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Il colonnello Raffaele Ruocco, comandante provinciale dei carabinieri

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Sul territorio molto capillare l’attività svolta dai carabinieri. «Partecipiamo al gruppo interforze antimafia poi interveniamo col Nucleo ispettorato del lavoro nei cantieri per il rispetto della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Raffaele Ruocco – I dati delle nostre ispezioni fatte negli ultimi dieci giorni hanno portato alla sospensione di 5 cantieri tra Mogliano e Camerino, 80 mila euro di sanzioni elevate in senso di ammenda e 25 mila euro di sanzioni connesse all’applicazione di prescrizioni in materia antinfortunistica, complessivamente sette i denunciati. Quello che riscontriamo è un numero di cantieri importante nel territorio e purtroppo una grandissima quantità di cantieri non è rispettoso delle norme antinfortunistiche. Emerge anche la mancanza di dispositivi di protezione individuale, la carenza assoluta di formazione l’utilizzo di manodopera in nero. Questo ha poi determinato la sospensione dei cantieri. Infine la nostra opera riguarda anche l’assetto forestale: il cantiere produce rifiuti che devono essere smaltiti regolarmente ed invece abbiamo riscontrato condotte illecite ed il nostro reparto del Parco dei Sibillini è dovuto intervenire su Fiastra più di una volta per questo genere di reato».

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Il colonnello Ferdinando Mazzacuva, comandante provinciale della Guardia di Finanza

Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Ferdinando Mazzacuva ha sottolineato che «la nostra mission è di guardare gli aspetti contabili e commerciali che interessano il cantiere, controllando quelli che sono i flussi finanziari nell’ambito dei controlli antimafia. Negli ultimi 53 interventi abbiamo sanzionato 24 imprese che operavano senza indicare nelle fatturazioni i codici cig e cup che facevano sì che quella operazione commerciale fosse riferita a quel determinato cantiere. Stessi riferimenti che devono essere inseriti nei pagamenti e se non viene indicato scatta la sanzione che va dal 2 al 10% della transazione. L’importo complessivo delle sanzioni irregolari riscontrate supera i 250 mila euro. Noi effettuiamo questi controlli non solo nei cantieri della ricostruzione ma pure in quelli con fondi Pnrr nei quali abbiamo effettuato sanzioni per altri 65 mila euro. Con le altre forze dell’ordine, nella vicenda di qualche tempo fa a Tolentino delle risse tra due imprese edili, abbiamo trovato una impresa che operava con più del 50% di lavoratori in nero per cui è stata sanzionata e sospesa l’attività».

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Gianpaolo Patruno, questore di Macerata

Infine il questore Gianpaolo Patruno ha sottolineato come «i controlli sono fatti a tappeto sul territorio interessando tutti i paesi, penso a San Ginesio piuttosto che Monte San Giusto, Tolentino, Serravalle del Chienti, San Severino ci stiamo muovendo in sinergia con le altre forze dell’ordine che ha sempre portato frutti positivi. Stiamo inoltre verificando se alcune imprese cambiano di facciata la titolarità, mantenendo però la stessa struttura all’interno».

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