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Acciaieria Piombino: Metinvest pronta a partire, ma serve accordo sindacale con Jsw per tutelare i lavoratoriAcciaieria Piombino: Metinvest pronta a partire, ma serve accordo sindacale con Jsw per tutelare i lavoratori


PIOMBINO. Restano intrecciati i percorsi di Jsw e Metinvest Adria. È una variabile non da poco per il futuro del polo siderurgico. La firma dell’accordo di programma tra le istituzioni e il gruppo italo-ucraino, che è intenzionato a realizzare un’acciaieria elettrica capace di produrre 2,7 milioni di tonnellate all’anno, e il cui testo è arrivato a un punto di caduta condiviso, è infatti soggetta alla sottoscrizione preventiva di un accordo sindacale. Insomma, si deve definire l’intesa sulla gestione del personale che dovrà transitare tra i due gruppi. Una difficoltà in più, considerato che per il fronte dei sindacati resta da fare luce sulle reali intenzioni di Jindal su investimenti e prospettive industriali.

 

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C’è da tenere insieme numeri e tempi, a fronte di un avvio della produzione previsto nel 2029. Nota positiva dal primo incontro operativo con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy dedicato al piano occupazionale del polo siderurgico di Piombino, che si è tenuto ieri a Roma, è la chiarezza sui numeri dei lavoratori che Metinvest Adria intende assumere: 1. 100 addetti, di cui un primo scaglione di 400 nel primo semestre 2028. Nel frattempo, Jsw dovrà continuare a garantire i livelli occupazionali attraverso l’utilizzo di ammortizzatori sociali. Ed è un intreccio tutt’altro che scontato.

I tempi

Il tavolo di confronto sul piano occupazionale è stato aggiornato al 25 giugno. Presenti al Mimit oltre ai sindacati la Regione, il Comune di Piombino, e le aziende Metinvest Adria e Jsw. Se da un lato il presupposto per i sindacati è che tutti i lavoratori del bacino Jsw siano tutelati, dall’altra c’è impegno del ministero delle Imprese ad attivare gli strumenti necessari, compreso scivoli pensionistici. Tornando ai numeri di Metinvest Adria, tra addetti all’acciaieria e alla logistica, ai primi 400 che dichiara di assumere nel primo semestre del 2028 altri 500 farebbero il loro ingresso nel nuovo stabilimento nella seconda metà dell’anno e altri 200 nei primi sei mesi del 2029. Un calendario di massima tenuto conto che gli ingressi dovranno essere anticipati rispetto all’avvio della produzione per i corsi di riqualificazione professionale. La discussione e i necessari approfondimenti sembra difficile che possano trovare una composizione entro il 10 luglio. La data in cui potrebbe concretizzarsi la firma dell’accordo di programma in occasione della Conferenza per la Ricostruzione dell’Ucraina che si terrà a Roma.

Il sindaco

«Si è trattato di un passaggio importante, che segna l’avvio di un percorso concreto volto a garantire tutele reali e prospettive occupazionali certe ai lavoratori coinvolti nella fase di transizione industriale – affermano il sindaco di Piombino Francesco Ferrari e l’assessore al Lavoro Sabrina Nigro – . Una riconversione produttiva non può dirsi credibile se non è accompagnata da un vero piano di formazione, strutturato e finalizzato al collocamento effettivo del personale all’interno dei nuovi impianti». E sottolineano: «Abbiamo fortemente voluto che l’accordo di programma con Metinvest facesse esplicito riferimento alla sottoscrizione preventiva di un accordo sindacale, ritenendo questa condizione indispensabile per rendere vincolanti e verificabili gli impegni assunti a livello industriale e occupazionale».

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I sindacati

Tra soddisfazione, cautela e dubbi a una sola voce viene sottolineato dai sindacati che dovranno essere garantite prospettive occupazionali all’intera platea di circa 1.500 addetti ad oggi nel perimetro di Jsw Steel Italy, Gsi e Piombino Logistics. «Bisogna mettere nero si bianco alcuni aspetti fondamentali come la formazione e riqualificazione mirata all’ingresso nei nuovi impianti, e la tutela per quei lavoratori che per età e altre problematiche non potranno essere ricollocati nel ciclo produttivo», dicono il vicesegretario nazionale Uglm Daniele Francescangeli, quello provinciale Claudio Lucchesi e quello dei metalmeccanici Vincenzo Tuvè.

«Come organizzazioni sindacali ci siamo mostrati assolutamente disponibili a iniziare a tessere quello che può essere un possibile accordo di gestione del personale che dovrà transitare dalla attuale Jsw a Metinvest o restare in carico alla Jsw per le attività di sua competenza», sottolineano dal fronte Fim Cisl il segretario nazionale Valerio D’Alò e quello regionale Paolo Cappelli. Il segretario nazionale Uilm Guglielmo Gambardella e quello provinciale Lorenzo Fusco evidenziano che «in futuro, e fino al completamento del passaggio dei lavoratori fra le due società, Jsw dovrà continuare a garantire i livelli occupazionali attraverso l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale». E proseguono: «Abbiamo chiesto al governo la necessità di verificare le reali intenzioni di Jindal su investimenti e prospettive industriali, anche in funzione della possibile sottoscrizione del nuovo accordo di programma».

Il coordinatore nazionale della siderurgia di Fiom-Cgil Loris Scarpa, David Romagnani di Fiom-Cgil di Livorno e il segretario generale della Cgil Livorno Gianfranco Francese esprimono «forte preoccupazione per lo stallo che riguarda Jsw e per il fatto che l’azienda sta progressivamente fermando la produzione». E aggiungono: «È indispensabile che la situazione si sblocchi e che Jsw chiarisca le proprie intenzioni. Ma è altrettanto urgente che il governo intervenga». D’altra parte, evidenziano «l’incertezza su Jsw rischia di compromettere l’avvio concreto del progetto di reindustrializzazione guidato da Metinvest-Danieli».

Secondo il sindacato Usb «il rischio è che si stia giocando una partita a carte scoperte solo a metà. Da un lato, il progetto Metinvest presenta una cornice già piuttosto definita, mentre dall’altro resta tutta da scrivere la partita riguardante Jsw». Che sottolinea: «La vicenda non può essere affrontata come una somma di tavoli separati, ma deve essere inserita in un confronto più ampio sulla trasformazione dell’industria siderurgica in Italia. Una trasformazione che richiede visione pubblica, strumenti straordinari e un ruolo diretto dello Stato nella governance industriale».
 



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