Ferrara, Cisl Fp ha denunciato una situazione pesante: mancano tanti, troppi infermieri a Modena. E’ davvero così grave la situazione?
‘Purtroppo sì. Se vogliamo usare una metafora, la sanità pubblica è come un’auto spremuta all’inverosimile, sempre al limite. Ma il punto è che dentro quell’auto ci siamo tutti noi, cittadini che hanno bisogno di cure, e che già pagano per questo servizio con le proprie tasse. Il motore che tiene tutto in piedi sono gli operatori sanitari: medici, infermieri, tecnici, OSS, amministrativi… Ma il motore è surriscaldato e rischia di fondere’.
Quanti infermieri mancano all’appello?
‘Tra l’Azienda Usl di Reggio Emilia, quella di Modena e l’Azienda ospedaliero-universitaria modenese, mancano esattamente 1.260 infermieri. E non è un numero sparato a caso. Per dare un’idea: per tenere in piedi un reparto da 20 letti servono circa 12 infermieri. Questo vuol dire che, in pratica, mancano all’appello oltre 2.100 posti letto teorici, cioè come se avessimo chiuso 105 reparti’.
Ma come siamo arrivati a questo punto?
‘C’è stato per circa un decennio il blocco delle assunzioni deciso dalla Regione. Adesso bisogna invertire la rotta. Servono piani di assunzione strutturati, di medio-lungo periodo, che tengano conto dei bisogni reali. Non bastano interventi spot. Le aziende sanitarie hanno esperienza per gestire, ma da sole non possono fare miracoli. Ripartiamo da un progetto assunzionale e da un uso ripensato delle risorse, tante, che già ora sono in movimento per tappare le falle’.
Che succede agli infermieri che rimangono in servizio?
‘Sono in overbooking. Oltre ai turni normali, fanno ore extra chiamate “prestazioni aggiuntive” che sono ore oltre gli straordinari, anche per gestire le liste d’attesa. Sono un sindacalista e sono un infermiere: i colleghi scoppiano e questa cosa mi brucia due volte. Molti se ne vanno dalla sanità pubblica, altri entrano in burnout. E intanto si aprono nuovi servizi, nuovi ambulatori ma vengono mosse sempre le stesse persone’.
Ferie e straordinari. Un bel guaio.
‘Alla fine del 2024, gli infermieri dell’Ausl di Modena avevano in media quasi 60 giorni di ferie arretrate. Non è un errore di battitura: due mesi pieni, accumulati in due anni di fuoco. Un numero cui va sommato anche il monte ferie maturato quest’anno. A Reggio siamo a quasi 45 giorni a testa, idem al Policlinico. Le ferie non si fanno perché se le fai, salta tutto il sistema. Spero che i modenesi possano capire bene il livello di sacrificio cui sono sottoposti gli infermieri e tutto il personale sanitario, per garantire ad ognuno di noi il diritto alla salute’.
E sugli straordinari?
‘Nel 2024, solo per le tre aziende che copriamo, sono state pagate circa 350.000 ore di straordinario: 80.000 ore Modena Ausl, 120.000 ore in AOU Modena e, se vogliamo guardare anche all’Ausl di Reggio, lì le ore sono 150.000. Attenzione: stiamo parlando solo delle ore retribuite. Ce ne sono altre migliaia da recuperare con riposi che non si faranno mai, perché manca chi possa sostituirti. A tutto questo, aggiungiamo anche le 40 ore obbligatorie di formazione, imposte dal ministero: altra fatica, altro tempo da trovare. Secondo voi chi pagherà il conto oltre ai sanitari? Le loro famiglie, perché il tempo viene sottratto ad esse. Per non dire che abbiamo notizia di infermiere cui è stato negato il part time che serviva per andare incontro alle esigenze delle loro famiglie’.
Quanto costa questa montagna di straordinari?
‘Le tre aziende hanno investito nel 2024 5 milioni e 390mila euro per pagare gli straordinari dei loro infermieri. Una cifra che da sola permetterebbe l’assunzione di quasi 100 unità di personale. Per le prestazioni aggiuntive del comparto infermieristico le tre aziende hanno speso lo scorso anno 2 milioni e mezzo. In tasca ad un infermiere sono andati 42.5 euro (al netto dell’Irpef) per ogni ora lavorata, in cambio di una vita personale rasa al suolo’.
Se si potessero trasformare in assunzioni le pacche sulle spalle avreste risolto il problema.
‘Le pacche sulle spalle non bastano più. “Siete bravi, eroi, grazie di cuore” ma poi i turni e la mole di lavoro schiacciano questi professionisti. Ricordo che quegli infermieri hanno figli, genitori anziani, una vita privata come tutti noi. E continuano a sacrificare tutto per garantire far funzionare la macchina della sanità. A furia di tirare la corda, questa si spezza. Stanchezza, malattie, infortuni. Se nessuno può sostituirti, arrivi al limite e ti fermi per forza. Allora anche l’estate è un’emergenza nell’emergenza perché manca il personale per sostituire chi ha il diritto di staccare per qualche giorno di ferie. L’anno scorso si è tagliato il 10% dei posti letto nei due principali ospedali modenesi. Quest’anno al Policlinico e Baggiovara saltano 231 posti letto, cioè il 21% in meno. In Ausl Modena ne verranno chiusi 63, di posti letto. La coperta è così insufficiente che vengono negate continuamente le aspettative non retribuite per l’assistenza ai figli minori. L’ennesimo numero che dimostra la necessità urgente di rimettere mano alle assunzioni, con un piano progressivo che vada a riparare le falle che si sono aperte negli organici. L’opzione stare fermi non è più ammissibile’.
Almeno una buona notizia c’è: avete sbloccato dopo sei mesi il nuovo contratto per la sanità. Anche se Cgil e Uil dicono che è una schifezza.
‘Poche balle. E’ il miglior contratto degli ultimi 20 anni. Raddoppia i soldi in busta rispetto all’ultimo rinnovo, il contratto 2018-2021. All’epoca c’era un’inflazione all’11% e gli aumenti di stipendio cubavano un +3.48%, vale a dire 80 euro (mediamente). Il nuovo contratto prevede un raddoppio di quelle cifre. La verità vince sempre. Come ha scritto anche La Pressa, ci saranno 172 euro di aumento medio per tutti. Chi lavora in pronto soccorso sommerà all’aumento dei 170 euro altri 250 euro al mese di indennità. E con lo sblocco del contratto 2025-2027 questi professionisti arriveranno a superare i 500 euro al mese, in più. Vogliamo parlare delle ostetriche, finalmente equiparate retributivamente agli infermieri? E poi, perché non dire qualcosa sulla tutela legale per i sanitari pestati e aggrediti, ora gratuita perché a carico delle aziende? Il sequestro vergognoso del contratto è finito ma capisco che per qualcuno sia una notizia tremenda. Allora, facciamo così: chi considera questo contratto nocivo, passi dalla rivolta sociale a quella contrattuale, scriva alle aziende e rinunci ai soldi e alle tutele normative di questo contratto’.
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