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Regime forfettario a rischio abolizione: quali sono le conseguenze


  • Il regime forfettario ha registrato un incremento notevole di adesioni da parte delle piccole partite IVA, dei professionisti e delle imprese, ma al contempo è stato “bacchettato” dal Fondo Monetario Internazionale che avanza l’ipotesi di abolizione.
  • Secondo il FMI l’attuale flat tax prevista per i forfettari garantirebbe un trattamento troppo vantaggioso per i lavoratori autonomi, creando un disallineamento rispetto alle tradizionali aliquote IRPEF.
  • Questo regime permette oggi la nascita e la crescita di piccole attività economiche e produttive che costituiscono il cuore pulsante del tessuto imprenditoriale nazionale.

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha chiesto all’Italia l’abolizione del regime forfettario e della flat tax sottolineando l’iniquità del sistema di tassazione italiano per le piccole partite IVA. Tutto questo a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione dei dati del Mef che sottolineano invece un aumento di adesioni al regime forfettario (+6,5% rispetto all’anno precedente) proprio grazie all’innalzamento del limite di fatturato annuale a 85.000 euro.

 

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Nell’ultimo rapporto sull’Italia 2025, pubblicato il 29 maggio scorso, il FMI si concentra sul ripensamento delle agevolazioni fiscali per le partite IVA italiane, scelta che potrebbe contribuire a contenere la perdita di gettito e a rafforzare l’equità del sistema. Ma quali potrebbero essere le conseguenze dell’abolizione di questo regime fiscale?

Per approfondire l’argomento interviene per Partitaiva.it la commercialista e revisore contabile Sara Gasparini, conosciuta sui social come Lady Tax.

Il regime forfettario rischia l’abolizione? Il parere dell’esperta

Nelle ultime settimane si è sentito spesso parlare della possibile abolizione del regime forfettario: in realtà, il parere del Fondo Monetario Internazionale non è vincolante per il nostro Paese, in quanto questa organizzazione internazionale ha il compito di pubblicare rapporti di analisi rivolti ai governi dei vari Stati inserendo suggerimenti su come migliorare le politiche fiscali, economiche e strutturali.

A questo proposito, per l’Italia il FMI ha proposto l’abolizione del regime forfettario, mentre i dati del MEF mostrano una crescita record delle adesioni al regime. Secondo Sara Gasparini, quella del FMI sembrerebbe solo un’indicazione, considerando che il regime forfettario è la scelta migliore per i piccoli imprenditori che intendono avviare nuove attività economiche o produttive godendo di alcune agevolazioni fiscali:

“Credo che sia solo una segnalazione del Fondo Monetario, non credo che ci sia un rischio effettivo di cancellazione del regime forfettario, perché i numeri, appunto, dimostrano che è comunque un regime che ha ottenuto un grandissimo consenso da parte degli operatori di piccole e medie imprese, cioè si tratta essenzialmente di piccole partite IVA.”

Introdotto nel 2016, il regime forfettario accoglie l’adesione di quasi la metà delle partite IVA a livello nazionale. Il FMI ha sottolineato però alcuni punti critici di questo regime che spingerebbero a valutare la sua abolizione o eventualmente correzione per non penalizzare la progressività fiscale o favorire l’evasione. Spiega l’esperta:

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“Sicuramente non sono le piccole realtà economiche a contribuire in misura maggiore all’evasione fiscale, quindi non credo che non ci sia progressività. Può essere da una parte vero, però vedo nel regime fiscale un incentivo a fare impresa, quindi deve essere comunque contrastata questa mancanza di progressività senza rimuovere un regime che in qualche modo favorisce comunque le piccole realtà imprenditoriali.”

I vantaggi del regime forfettario

D’altronde sono numerose le agevolazioni fiscali per le partite IVA e le PMI che aderiscono al regime forfettario:

“Il principale vantaggio è la tassazione molto agevolata, perché si tratta di un 5% che poi diventa 15% dopo 5 anni, rispetto a un minimo di 23% nel regime ordinario.”

Sicuramente il regime forfettario garantisce una tassazione molto agevolata, ma soprattutto prevede anche un importante “snellimento di tutta una serie di pratiche burocratiche, di adempimenti contabili obbligatori che nel caso del forfettario non sono obbligatori, quindi anche uno snellimento delle varie procedure contabili e fiscali”.

Una partita IVA forfettaria, aggiunge Sara, “potrebbe addirittura compilarsi il modello unico da sola con il programma di calcolo”.

Quali sarebbero le conseguenze dell’abolizione del regime forfettario?

Considerando il boom di adesioni al regime forfettario registrato nell’ultimo periodo e tutte le agevolazioni connesse, l’abolizione di questo regime, sebbene sia una mera indicazione del FMI per l’Italia, comporterebbe gravi conseguenze per le piccole partite IVA, i professionisti e le imprese:

Le conseguenze sarebbero devastanti, nel senso che comunque immagino che nel caso di una possibile abolizione purtroppo molti liberi professionisti deciderebbero di abbandonare l’attività, perché poi quando la pressione fiscale diventa troppo pesante si valuta un ritorno, diciamo, al lavoro dipendente rispetto al lavoro in proprio. Quindi credo che sia uno scenario abbastanza preoccupante, se questo dovesse accadere.”

Piuttosto che un’abolizione, quindi, potrebbe essere più utile procedere con una riforma del regime forfettario. Secondo Sara Gasparini, in realtà, “la riforma in generale dovrebbe riguardare non solo il regime forfettario, ma il sistema unico in generale, perché comunque la normativa fiscale in Italia penalizza chi vuole fare impresa“.

Regime forfettario e normativa fiscale: quali alternative?

Per chiarire la questione, la commercialista ci ha riportato un esempio pratico di una normativa che sembra penalizzare i professionisti piuttosto che agevolarli nella loro attività. In Italia è constatata la mancanza di deducibilità di una serie di costi importanti per i professionisti. Per esempio, chi utilizza l’autovettura per lavoro ha una riduzione del 20%, che è “assurda”:

“Negli altri paesi europei, per esempio in Germania, la deduzione su queste cose è totale, quindi sarebbe auspicabile una riforma un po’ più generale per appunto incentivare le imprese e i professionisti a rimanere in Italia, piuttosto che spingerli a spostarsi nei Paesi dove comunque la tassazione o la normativa fiscale è più agevole.”

Quale sarà il futuro del regime forfettario?

“Consiglio sempre di guardare al futuro con positività. Lo so che questo non è facile, perché quando escono queste notizie, insomma, si crea un po’ di allarmismo, però bisogna cercare di essere positivi. Io credo che i nostri politici non vogliano mettere in ginocchio il tessuto produttivo italiano, anche perché poi ci sarebbero conseguenze anche sul gettito fiscale.”

Se un professionista o una piccola partita IVA ha voglia di fare impresa, conclude la commercialista, è giusto che venga valorizzato. L’abolizione del regime forfettario resta al momento un suggerimento del FMI per l’Italia e (forse) potrebbe concretizzarsi in una correzione del sistema fiscale nazionale.

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