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L’eurodeputato Nardella ‘a dialogo’ con gli imprenditori locali: “Semplificazione ed export”


Un momento di confronto tra imprese e istituzioni europee per mettere sul tavolo le problematiche del tessuto economico e far conoscere le opportunità per il futuro. Era questo l’obiettivo dell’incontro che si è tenuto oggi nella sede di Se.Al. di Empoli tra l’eurodeputato PD Dario Nardella, membro della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale a Bruxelles, e una rappresentanza di imprenditori dell’Empolese Valdelsa, un territorio che secondo le stime rese note dallo stesso Nardella genera qualcosa come “8 miliardi di PIL“.

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Oltre a Sergio Baviello di Se.Al. al tavolo erano presenti Simone Castellani della Conceria Sciarada di Castelfranco di Sotto, Stefano Desideri della Desipak di Certaldo, Remo Fontanelli della società edile Fontanelli, Massimo Innocenti dell’INPA Agroalimentare, Antonio Brotini del Calzaturificio Pakerson, Barbara Antonini delle industrie Antonini di Ponte a Elsa e coordinatrice di Confindustria Empolese Valdelsa, Tino Rossetti della Società vini Rossetti, Alessandro Nieri della fattoria Montellori di Fucecchio e Marcello Dragoni già AD della cooperativa Montalbano.

A promuovere l’incontro l’Associazione Amici dei Vigili del Fuoco di Empoli con l’obiettivo di creare un vero e proprio ponte tra Bruxelles e l’Empolese Valdelsa: “Nel nostro atto costitutivo – spiega il vicepresidente dell’Associazione Alessio Spinellic’è la promozione del territorio e siccome l’EU ha le risorse per rinnovare e far crescere le industrie, abbiamo voluto mettere insieme ad un tavolo queste due parti. C’è troppa distanza tra Europa e ambiti locali, è difficile intercettare i bandi o avere un contatto diretto. Intercettiamo solo una minima parte dei contributi e delle opportunità messe in campo da Bruxelles, forse bisogna cambiare qualcosa. L’incontro è servito a mettere in contatto le aziende con Dario Nardella e il suo staff, deve essere un punto di partenza e anche un metodo”.

Nardella, che precedentemente aveva visitato l’azienda empolese INPA, ha ascoltato le difficoltà e le problematiche degli imprenditori. Tra gli elementi emersi dall’incontro la necessità di aprirsi a nuovi mercati internazionali, in particolare al Sud America su cui l’EU sta preparando un accordo commerciale, la semplificazione delle regolamentazioni e l’accesso ai bandi europei.

 

“Dobbiamo essere pronti” per nuovi mercati, come il Sud America

“Dobbiamo essere pronti, noi come Istituzioni e voi come aziende”. È con questo messaggio che Nardella ha annunciato il progetto commerciale che l’EU sta portando avanti per il MERCOSUR, il mercato comune dell’America meridionale.  L’obiettivo è quello di creare un’ampia area a “dazi zero” che coinvolga circa 750 milioni di consumatori, tra Europa e i paesi sudamericani membri, ossia Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela, a cui si aggiungono quelli associati.

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“La presidente Meloni non si è ancora espressa, ma il Parlamento Europeo – spiega Nardella – dovrebbe approvare l’accordo per azzerare i dazi, si tratterebbe del più ampio accordo commerciale fatto dall’EU. Questo porterà un enorme vantaggio all’Italia che potrà esportare ad esempio i propri prodotti enogastronomici come olio o vino a prezzi competitivi. La Toscana deve essere pronta a questo appuntamento, organizzare missioni commerciali, prendere già contatti con la distribuzione e l’indotto. Dobbiamo farci trovare pronti perché quello è un mercato importante. Dobbiamo lavorare fin da ora per promuovere il Made in Tuscany”.

L’esempio calzante è quello del vino: se, come ha raccontato Tino Rossetti della Vini Rossetti, “una bottiglia da 5 euro arriva a costarne con le accise 10-11 in Sud America”, l‘azzeramento dei dazi potrebbe rendere quella bottiglia competitiva in termini di prezzo e ovviamente di qualità. La chiamata è quindi anche alle eccellenze della Toscana e di questo territorio: “Dobbiamo essere i primi a sbarcare in questi paesi perché chi arriva prima si avvantaggia. Oggi sui macchinari paghiamo il 35%, quando non ci sarà più questo costo sarà un’opportunità investire li. Le aziende hanno il know how e le competenze per muoversi, siamo i migliori al mondo per l’export. Noi dobbiamo creare il canale istituzionale, la politica deve aprire ponti per l’economia”

Di fronte alla preoccupazione che “l‘azzeramento delle tariffe porterà ad importare più carne, pollame o zucchero, facendo perdere mercato ad alcune aziende”, Nardella si dichiara convinto che se “sarà garantita la reciprocità, ad esempio sulle tecniche di allevamento” l’accordo “sarà un enorme vantaggio per l’Italia”. La scelta di offrire opportunità di investimenti nei mercati internazionali alle aziende locali è dopotutto per Nardella una via obbligata: “Di fronte all’incertezza dei dazi USA dobbiamo guardare anche ad altri mercati. L’EU accelererà anche gli accordi con l’India che ha un PIL e un mercato in forte sviluppo e oltre 1 miliardo di abitanti, ed è molto attenta al settore moda e calzaturificio”.

“Un discorso – continua Nardella – andrebbe fatto anche per la Cina: so che è una minaccia per le nostre produzioni, ma è un mercato da miliardi di persone e dovremo prima o poi guardarvi come un mercato e non solo come minaccia passando al contrattacco. Ad esempio nel settore Moda il mercato cinese sembra riprendere quota. Con gli USA che si fanno gli affari loro, Sud America, India, Giappone e anche la Cina sono mercati a cui guardare, se rimaniamo fermi moriamo”. Antonio Brotini del Calzaturificio Pakerson suggerisce di aggiungere alla lista anche l’Africa, continente “di cui ci si dimentica“, ma che può diventare un mercato di rilievo: “Abbiamo notato ordini che venivano da paesi africani come la Nigeria, facemmo un’indagine di mercato e scoprimmo che si trattava di un paese a cui dovevamo guardare. Serve cogliere tutte le opportunità, soprattutto in questi paesi con un’ampia popolazione”. 

L’eurodeputato ha annunciato che nei prossimi mesi porterà a Firenze i quattro ambasciatori di Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay per un incontro con il mondo imprenditoriale in cui saranno illustrati i bisogni delle nostre imprese e i progetti attivabili. A chi al tavolo ha ricordato di “un incontro organizzato anni fa per stipulare un accordo commerciale con un rappresentante del Messico in Comune a Empoli che poi si risolse con un nulla di fatto, ma con la firma di un altro accordo a Roma”, Nardella promette che il progetto sarà seguito passo dopo passo: “A dicembre continueremo questo percorso, dovremo organizzare missioni commerciali in quei paesi non per fare turismo, ma per cercare i contatti e stringere delle relazioni”.

L’Empolese Valdelsa, secondo Barbara Antonini, è pronta alla sfida: “Le nostre aziende sono pronte ad aprirsi a questi nuovi mercati se le istituzioni ci danno una mano. Il Sud America, soprattutto per prodotti come il vino, ricerca molto i prodotti europei e italiani. Le procedure di importazione e i dazi rendono difficile il commercio con altri paesi, ma il nostro territorio ha già aziende che lavorano all’estero. Penso alla Sammontana che per internazionalizzarsi ha fatto un accordo con un fondo e ha aperto sedi in USA con ottimi risultati, o ad INPA e Lapi Gelatine, solo per fare alcuni nomi”. 

Meno regole, finanziamenti in competitività e ‘pacchetto vino’

Tra le varie iniziative di Bruxelles a sostegno dell’impresa c’è il tema della semplificazione: “Stiamo lavorando anche ad un nuovo regolamento sulla semplificazione, gli oneri burocratici per le imprese sono troppi”, spiega Nardella che rende noto di stare lavorando per “ridurre i controlli sulle piccole e medie imprese” e altri strumenti di alleggerimento del carico burocratico.

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Dal punto di vista regolatorio continuiamo a mettere regole – spiega Nardella – e il nostro mandato deve essere quello di  semplificare. Se c’è troppe regole non solo il produttore ma anche il cittadino consumatore non è in grado di giudicare. Servono regole più semplici anche a tutela consumatori

Nardella ha parlato anche del documento sulla ‘Competitiveness Compass’, per rafforzare la competitività delle imprese con “finanziamenti aggiuntivi per le aziende che esportano all’estero” e per alcuni tipi di investimenti. L’eurodeputato intende anche “potenziare i finanziamenti nella PAC” e rende nota la richiesta di “portare dagli attuali 200 milioni ad un miliardo i fondi sulla promozione dei prodotti DOC e DOCG”.

Infine, tema caro alla Toscana e molto di attualità, il “pacchetto vino”, ossia un “finanziamento ad aziende che sperimentano vini a bassa gradazione”Si tratta di un trend di mercato, il minor consumo di vino rosso con gradazioni più alte, che avrebbe registrato ad oggi un -15% di fatturato.

 

La voce degli imprenditori

Sono tante le preoccupazioni emerse dal mondo imprenditoriale durante l’incontro. Dal settore vinicolo che lamenta le regolamentazioni e i disciplinari, su cui Nardella chiosa “siamo noi italiani che a tutela della qualità del prodotto mettiamo disciplinari molto stringenti”, alla crisi produttiva che genera un contraccolpo per le aziende di imballaggi come la Desipak, “le aziende delocalizzano all’estero e c’è sempre meno produzione in Italia, non è possibile per noi rivolgersi all’estero per i costi di trasporto, solo il settore delivery in espansione ha compensato un po’”; uno dei temi più sentiti è ovviamente quello della crisi del settore dell’industria conciaria che rischia di essere messo ulteriormente in ginocchio dalla legge europea sulla deforestazione: “La legge rischia di mettere in difficoltà il comparto direttamente o indirettamente”,  spiega Simone Castellani della Conceria Sciarada con Nardella che si dimostra sensibile al tema: “Stiamo lavorando per riaprire una discussione su quel regolamento”. Sul settore pelle Nardella dice “di aver preso un impegno” nel corso di un’iniziativa simile nel Cuoio con le associazioni di categoria: “Metteremo ad un tavolo per la prima volta banche, brand di lusso, imprese conciarie e istituzioni per fare un punto e cercare soluzioni, a luglio o al massimo settembre quel tavolo si farà”

Marcello Dragoni già AD della cooperativa Montalbano ha affrontato invece il tema della necessità da parte dell’EU di sostenere concretamente le aziende nell’espansione commerciale all’estero con “finanziamenti per stipulare accordi con la distribuzione o per progetti operativi nei paesi esteri”, e per quel che riguarda il settore vinicolo e olivicolo ha posto l’attenzione su “la necessità di avere colline pulite e ben mantenute” perché “se la Toscana deve avere ruolo di eccellenza deve partire dalla manutenzione del territorio”: “Le colline del Prosecco in Veneto sono diventate patrimonio UNESCO, da noi la politica è parsa un po’ più distratta”, chiosa Dragoni.

Tra le altre è stata sollevata anche la questione della protezione delle denominazioni DOC e DOCg e della qualità dei prodotti, a maggior ragione nell’eventualità di un ampliamento dell’export: “L’Italia è il paese con più DOC e DOCG – chiosa Nardella – dobbiamo puntare sulla qualità e non sulla quantità. Non abbiamo grosse aree coltivabili, ma produzioni di qualità”

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Uno dei temi centrali resta però quello della effettiva capacità di creare un ponte tra Bruxelles e i territori, che in sostanza significa possibilità di intercettare quei fondi e quelle agevolazioni a supporto dell’impresa: “Il limite – spiega Antoniniè che molte aziende devono affidarsi ad agenzie di intermediazione per intercettare i bandi europei perché il processo è molto complicato”.

Nardella, riannodando i fili del discorso per non lasciar cadere nel vuoto i temi affrontai, ha lanciato la proposta di organizzare una sorta di workshop su alcuni temi specifici, dalla semplificazione all’intercettazione dei bandi europei fino all’accordo MERCOSUR, con la partecipazione dei soggetti interessati o di funzionari in grado di spiegare e dare gli strumenti adeguati alle imprese.

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