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Bankitalia, doccia gelata su Acquaroli: le Marche crescono meno dell’Italia, giù produzione ed export


IL REPORT presentato ad Ancona evidenzia le sofferenze della Regione nel 2024: l’attività economica cresce dello 0,4% a fronte del +0,7% del sistema paese, frenano anche gli investimenti e il credito bancario. In controtendenza solo il turismo. Pioggia di critiche dal centrosinistra, a partire dal candidato governatore Matteo Ricci: «Dipingono da mesi successi e crescita, illudendo i cittadini con una narrazione autoreferenziale e disconnessa dalla realtà». Giorgio Fede (M5S): «Padron Meloni continua a tagliare e il suo fedele servitore non muove un dito»

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La sede di Banca d’Italia a Roma

«Gli sviluppi recenti dell’economia marchigiana si collocano in un quadro di medio periodo caratterizzato da perduranti difficoltà rispetto al Paese nel suo complesso». E’ come Banca d’Italia, nel suo report annuale presentato oggi ad Ancona, delinea la situazione economica della Regione nel 2024.

Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) elaborato dalla Banca d’Italia, nel 2024 l’attività economica è cresciuta in termini reali dello 0,4%, meno che in Italia (0,7% in base ai dati dell’Istat) e in linea con quanto registrato l’anno precedente. Il calo dell’attività industriale marchigiana è proseguito anche nel 2024, con una riduzione del fatturato che ha interessato sia le imprese di minori dimensioni sia quelle più grandi, risultando particolarmente diffusa tra quelle maggiormente orientate all’export, in concomitanza con la flessione delle esportazioni. La fase ciclica sfavorevole e un contesto pervaso da molteplici incertezze hanno scoraggiato gli investimenti: i piani di spesa per il 2024, già mediamente inferiori ai livelli del 2023, sono stati ulteriormente ridimensionati nel corso dell’anno.

A tenere è stata l’attività dei servizi, con le presenze turistiche che si sono mantenute elevate rispetto al confronto storico. Per Bankitalia «i risultati economici delle imprese hanno risentito della debolezza congiunturale, con il credito bancario che ha continuato a diminuire, riflettendo una domanda modesta, anche in virtù dell’ampio ricorso all’autofinanziamento, e condizioni di offerta prudenti».

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Matteo Ricci, candidato governatore del centrosinistra

Un report che, in piena campagna elettorale, sa di doccia gelata per il centrodestra e la giunta Acquaroli, impegnata a dipingere una Regione in crescita e ringalluzzita dagli ultimi sondaggi, e che invece dà una freccia all’arco del centrosinistra, che ovviamente non manca di sottolineare in massa gli aspetti negativi dello studio. In prima fila, ovviamente, il candidato governatore Matteo Ricci.

«Per mesi Acquaroli e la sua maggioranza hanno dipinto un quadro delle Marche, fatto di presunti successi economici e di una regione in costante crescita – rimarca l’europarlamentare dem – hanno sbandierato cifre e promesse, illudendo i cittadini con una narrazione autoreferenziale e disconnessa dalla realtà. Oggi, però, i dati diffusi da Bankitalia, così come il rapporto Svimez, rivelano una verità ben più amara e preoccupante. La nostra regione non sta creando quelle opportunità di lavoro stabili e di qualità di cui le Marche hanno bisogno. E mentre il divario di genere nella partecipazione al mercato del lavoro si riduce lievemente, resta ancora molto da fare per garantire pari opportunità a tutte e tutti. È evidente che la narrazione trionfalistica di Acquaroli è stata smentita dai fatti. La sua amministrazione non ha saputo dare risposte concrete alle sfide economiche e sociali che la nostra regione affronta. Non possiamo accettare questa deriva. Le Marche meritano una guida che si basi sui dati, che ascolti le esigenze dei lavoratori e delle imprese, che investa nel futuro con serietà e lungimiranza. È tempo di un cambio di rotta, di politiche che mettano al centro le persone e il loro benessere, non le autocelebrazioni di un’amministrazione che ha perso il contatto con la realtà»

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Giorgio Fede, deputato 5 Stelle

Sulla stessa lunghezza d’onda Giorgio Fede, leader del Movimento 5 Stelle. «Il rapporto di Banca d’Italia conferma ciò che il Movimento 5 Stelle denuncia da tempo: le Marche stanno vivendo una fase di stagnazione economica preoccupante, che richiede risposte concrete, non propaganda – dice il deputato pentastellato – il Pil marchigiano cresce meno della media nazionale, la produzione industriale è ancora in calo e le esportazioni rallentano. A risentirne sono in particolare le imprese più piccole e quelle orientate all’export, che si trovano a navigare in un contesto di incertezza, frenando gli investimenti e la crescita. È un quadro che non può lasciarci indifferenti. È positivo che il settore dei servizi, in particolare il turismo, tenga. Ma non basta. Le Marche hanno bisogno di un piano strategico per l’industria, con investimenti pubblici mirati, incentivi all’innovazione e sostegno alle imprese più fragili. Bisogna intervenire anche sul credito, oggi in calo, con strumenti che aiutino le imprese ad accedere a risorse fondamentali per restare sul mercato. Ma cosa vogliamo aspettarci da un governo regionale che manca totalmente di una visione. Le Marche non possono essere trattate come una periferia dimenticata del Paese. Padron Meloni continua a tagliare dove servirebbero risorse, come sanità, scuola e trasporti. E il suo fedele servitore, Acquaroli, rimane in silenzio, non muove un dito per difendere il territorio. Per un rilancio vero dell’economia marchigiana occorre mettere al centro il lavoro, la sostenibilità e la coesione sociale».

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Stefano Cencetti

A fare eco anche Stefano Cencetti di Nuove Marche – Base del Cambiamento, formazione che fa parte della coalizione di Ricci. « Questi sono fatti, non opinioni. Sono i dati ufficiali di una realtà economica e sociale in caduta libera. Ed è chiaro: il quinquennio del governo Acquaroli ha peggiorato la situazione delle Marche, svuotando di contenuti la narrazione ottimistica che continua a proporre. Parla di rilancio, ma i numeri parlano di un declassamento continuo, di una regione ferma che perde terreno su tutti i fronti: produttivo, occupazionale, sociale. A fronte di questo scenario, serve un cambio di rotta radicale. Serve verità, chiarezza, competenza. Serve chi non nasconde la polvere sotto il tappeto e chi lavora per affrontare i problemi, non per nasconderli con gli slogan. Per questo siamo al fianco di Matteo Ricci, l’unico candidato che sta mettendo al centro la ricostruzione economica e sociale delle Marche, parlando con serietà di sviluppo, sanità, infrastrutture, lavoro».

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