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ISO 42001: la certificazione che rivoluziona l’AI aziendale


La certificazione ISO 42001 rappresenta una svolta decisiva per le aziende che utilizzano l’intelligenza artificiale. Questo nuovo standard internazionale, nato per regolamentare la gestione dei sistemi AI, si inserisce perfettamente nel panorama normativo europeo definito dall’AI Act, creando un framework operativo che trasforma le sfide normative in opportunità concrete di crescita e innovazione responsabile.

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Il contesto normativo dell’intelligenza artificiale

Tra le leggi e la realtà, tra le norme e la vita, c’è sempre un rapporto di tensione. E questo è ancor più vero per l’innovazione digitale, globale e velocissima, difficilmente comprimibile da regole lente a nascere, farraginose a essere applicate e valide solo in certe zone del mondo.

Si potrebbe pensare che il destino sia un totale scollamento tra tecnologia e ordinamenti o, nella migliore delle ipotesi, che le norme diventino solo un ostacolo allo sviluppo dell’innovazione, per esempio nel caso dell’Intelligenza Artificiale.

Ma non è sempre così. Anzi, esaminando sia il ddl IA che il meno noto, ma forse più importante, ISO 42001 (cioè la certificazione sull’uso dell’IA nelle aziende) emerge che regole precise, resilienti e che disciplinano aspetti concreti possano produrre invece benefici.

Luci e ombre del ddl italiano sull’IA

Il ddl sull’IA in discussione alla Camera dopo l’approvazione del Senato presenta luci e ombre. Per iniziare, i tempi di gestazione parlamentare sono già di un anno, più i mesi che saranno necessari ai decreti attuativi.

C’è da verificare quale può essere il ruolo dell’Autorità Garante della Privacy, visto che l’IA è fortemente legata alla gestione dei temi personali, come delle altre autority.

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C’è da capire se addestrare gli algoritmi in base ad alcuni principi di contrasto alle discriminazioni razziali o di genere (come proposto da un emendamento della senatrice a vita Liliana Segre).

C’è la questione dei finanziamenti, con un solo miliardo destinato alla Cdp, a fronte degli oltre 100 che, per esempio, ha stanziato la Francia. E c’è il suo corollario, è cioè chi deve essere responsabile della gestione di questi fondi e guidare una politica pubblica di sviluppo dell’IA. Insomma, molti i temi su cui porre un punto interrogativo.

Tuttavia ce n’è uno su cui si mettere l’esclamativo, ed è una regola specifica. Perché su un tema come quello dell’IA è meglio avere norme realistiche e oggettive, anche se di dettaglio, che l’ambizione di fissare oggi grandi principi universali.  

Il ddl italiano e il controllo del social scoring

Mi riferisco alla previsione del DDL IA che prevede il controllo sul social scoring, un sistema che grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale giudica gli individui in base al loro comportamento sociale. Nel testo del disegno di legge (anzi, proposta di legge visto che ora è alla Camera) si stabilisce divieto di utilizzare sistemi che possano condizionare i cittadini sulla base di comportamenti passati e si inserisce un reato specifico per la diffusione di contenuti falsi e deepfake diffusi con l’IA. Un passo avanti fattuale che un paletto da quale sarà difficile tornare indietro.

L’importanza delle certificazioni ISO nell’era dell’intelligenza artificiale

Poiché l’IA sta conquistando un ruolo sempre più centrale nel mondo delle imprese e delle istituzioni, ma con il suo sviluppo emergono anche sfide cruciali legate alla sicurezza, all’etica e alla gestione del rischio, l’ISO ha introdotto la norma ISO 42001, un punto di riferimento globale per una gestione responsabile dell’AI. In Europa, questa norma si intreccia con il Regolamento AI Act, l’ambiziosa proposta legislativa dell’Unione Europea per regolamentare le applicazioni dell’AI e tutelare i diritti dei cittadini. In ogni caso, è bene specificare che le certificazioni ISO giocano un ruolo fondamentale per garantire la qualità, la sicurezza e la conformità delle tecnologie AI. Vediamo perché.

ISO 42001: il primo standard internazionale per la gestione dell’AI

La ISO 42001 è la prima norma internazionale pensata per stabilire un quadro strutturato nella gestione dei sistemi di AI. Pubblicata dall’Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO), questa normativa offre linee guida per lo sviluppo, l’implementazione e il monitoraggio di soluzioni di intelligenza artificiale in modo trasparente e responsabile.

Obiettivi chiave della ISO 42001

Gli obiettivi chiave della ISO 42001 includono:

  • Definire criteri chiari per la gestione del rischio associato all’AI.
  • Garantire trasparenza e tracciabilità nei processi decisionali delle macchine.
  • Integrare l’AI nei sistemi di gestione aziendale senza compromettere sicurezza e affidabilità.
  • Facilitare la conformità alle normative internazionali e locali.

Le certificazioni ISO, come la 42001, offrono vantaggi concreti: migliorano la qualità dei servizi, aumentano la fiducia degli utenti e riducono i costi operativi, rendendo le aziende più competitive nel mercato globale.

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AI Act: l’Unione Europea alza l’asticella della regolamentazione

L’AI Act dell’UE rappresenta uno dei primi tentativi a livello globale di regolamentare l’intelligenza artificiale con un approccio basato sul rischio. Il regolamento classifica i sistemi di AI in tre categorie:

  • AI ad alto rischio: comprende applicazioni con impatti significativi sulla sicurezza e sui diritti fondamentali, come i sistemi di riconoscimento facciale o le soluzioni di AI in ambito sanitario e finanziario.
  • AI a rischio limitato: include strumenti che devono rispettare obblighi di trasparenza, come chatbot e assistenti virtuali.
  • AI vietata: riguarda tecnologie ritenute pericolose, come sistemi di sorveglianza biometrica invasiva o pratiche di manipolazione cognitiva.

L’AI Act impone standard rigorosi in termini di monitoraggio, documentazione e valutazione dei rischi, con l’obiettivo di rendere le tecnologie AI più sicure e affidabili per i cittadini europei.

Il ruolo della ISO 42001 nel garantire la conformità all’AI Act

Per le aziende che operano con l’intelligenza artificiale, la ISO 42001 può essere uno strumento strategico per rispettare le normative imposte dall’AI Act. Ecco come:

  • Gestione del rischio: la norma aiuta le organizzazioni a individuare e mitigare le minacce legate all’AI, in linea con i requisiti dell’AI Act.
  • Maggiore trasparenza: grazie alla documentazione strutturata, facilita la tracciabilità dei processi decisionali e rende più semplice la conformità ai criteri europei.
  • Integrazione con altri standard: la ISO 42001 si collega facilmente ad altre normative aziendali, come la ISO 27001 per la sicurezza informatica, garantendo una gestione coerente.
  • Audit e miglioramento continuo: prevede controlli periodici per assicurare che i sistemi di AI rimangano conformi nel tempo.

Prospettive future e impatto sul mercato italiano

Negli ultimi anni, l’adozione dell’Intelligenza Artificiale ha registrato una crescita vertiginosa. Secondo le più recenti statistiche, il mercato dell’AI sta aumentando con un tasso di crescita annuale del 37,3% dal 2023 al 2030. In Italia, il settore ha raggiunto un valore di 1,2 miliardi di euro, con l’81% delle grandi aziende che ha almeno avviato progetti di intelligenza artificiale. Tuttavia, solo il 18% delle PMI ha iniziato a esplorare questa tecnologia, evidenziando un forte divario nell’adozione tra le imprese di grandi e piccole dimensioni.

L’entrata in vigore dell’AI Act segnerà un cambiamento epocale per chi sviluppa e utilizza intelligenza artificiale. In questo contesto, la ISO 42001 si rivela uno strumento prezioso per affrontare le sfide normative, migliorare la trasparenza e costruire sistemi AI più sicuri ed etici. Per aziende e istituzioni, adottare questo standard non significa solo mettersi in regola, ma anche rafforzare la fiducia del pubblico nell’intelligenza artificiale e garantirne un utilizzo responsabile. Inoltre, con la crescita esponenziale dell’AI nel mondo del business, certificazioni come la ISO 42001 diventano strumenti essenziali per ridurre il divario tecnologico tra le imprese e assicurare processi efficienti e di alta qualità.



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