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arriva da San Giovanni a Teduccio un modello di Cer solidale


Energia e solidarietà. Due parole che, messe insieme, raccontano la trasformazione in corso a San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli. Qui è nata la prima comunità italiana non solo energetica e rinnovabile, ma anche solidale. Un modello innovativo che coniuga sostenibilità e coesione sociale. Come? Ce lo ha spiegato Anna Riccardi, presidente della Fondazione famiglia di Maria: “Siamo di fronte a una ‘rivoluzione gentile’, ci piace definirla così, nata in un territorio che per anni ha occupato posizioni poco lusinghiere nelle classifiche ambientali, ma che oggi ha saputo ribaltare la narrazione, trasformandosi in un modello di sostenibilità e partecipazione attiva. Qui esiste già una comunità solida, fatta di persone che ogni giorno si prendono cura dei giovani del quartiere, offrendo servizi educativi e sociali attraverso laboratori di educativa territoriale e un centro diurno polifunzionale per minori. Questa base di coesione sociale ha rappresentato il terreno fertile su cui costruire una comunità energetica capace di coniugare sostenibilità ambientale e solidarietà”.

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Ma in che senso questa comunità energetica viene definita solidale? “Sui tetti della Fondazione è stato installato un impianto fotovoltaico che crea anche un legame tra le persone. L’energia generata viene condivisa tra le famiglie attraverso la rete elettrica locale, con un beneficio che va oltre il semplice risparmio in bolletta. Si è creata una connessione umana, un senso di appartenenza che rafforza la comunità e dimostra che la transizione ecologica può essere un’opportunità per tutti. Dal punto di vista economico, la comunità vende annualmente l’energia prodotta al gestore nazionale, e i ricavi vengono redistribuiti equamente tra le famiglie aderenti, indipendentemente dai consumi individuali – ha aggiunto Riccardi -. La Fondazione famiglia di Maria, pur ospitando gli impianti, non trattiene alcun beneficio economico diretto, destinando tutto il valore generato alle famiglie, in un modello che mette la solidarietà al centro”.

  

Fin dall’inizio il progetto ha puntato sull’educazione ambientale come strumento di coinvolgimento della comunità. La collaborazione tra la presidente di Legambiente Campania e la Fondazione famiglia di Maria ha dato vita a un percorso condiviso, evitando un approccio calato dall’alto e privilegiando il dialogo e la partecipazione attiva. Le famiglie non si sono limitate a ricevere informazioni, ma hanno vissuto in prima persona il cambiamento, scoprendo il significato concreto di una comunità energetica e solidale.

E il riconoscimento istituzionale non si è fatto attendere. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha infatti conferito a un bambino della Fondazione il titolo di Alfiere della Repubblica “per la tenacia e l’impegno civico con cui si fa portavoce, nel suo quartiere, del progetto di ‘comunità energetica e solidale’, finalizzato a produrre e condividere energia pulita. Nonostante la giovanissima età, è diventato un motivatore ascoltato dagli adulti e un punto di riferimento per l’iniziativa. Porta a porta, ha spiegato ai vicini il senso e i vantaggi del progetto, contribuendo alla sua diffusione. Insieme agli educatori, si è reso protagonista di percorsi di pedagogia ambientale e cittadinanza attiva, monitorando i consumi elettrici e le dispersioni di calore”.


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Attraverso i laboratori della Fondazione, temi come il risparmio energetico, la raccolta differenziata e il riuso dei materiali sono entrati nelle case delle famiglie, generando un cambiamento culturale destinato a durare nel tempo.

L’iniziativa ha attirato l’attenzione anche a livello internazionale. “Durante il G7 sulla cultura di Napoli, un delegato dell’amministrazione americana guidata da Joe Biden ha visitato la comunità energetica, e numerosi ricercatori e istituzioni stanno studiando il modello per valutarne la replicabilità in altri contesti”, ha infine aggiunto Riccardi, svelando le prossime tappe della comunità di San Giovanni a Teduccio: “Guardando al futuro, l’obiettivo è far crescere il progetto e promuovere la diffusione delle comunità energetiche su scala nazionale. Ora stiamo valutando l’integrazione di altre fonti rinnovabili, come l’eolico, per ampliare l’impatto positivo ambientale e sociale del progetto. L’auspicio è che il governo riconosca l’importanza strategica di queste iniziative e faciliti l’uso degli edifici pubblici per produrre energia rinnovabile a beneficio delle comunità locali”.

Le Cer, comunità energetiche rinnovabili, rappresentano un modello innovativo di produzione e consumo di energia, in cui cittadini, imprese ed enti locali si uniscono per condividere energia rinnovabile a livello locale. Questo sistema, basato sulla simultaneità tra produzione e consumo, consente di ridurre i costi in bolletta, incentivare la transizione energetica e creare un impatto positivo sul territorio.

La logica è semplice: chi produce energia in eccesso, per esempio attraverso pannelli fotovoltaici, può condividerla con altri membri della comunità, ottimizzando l’uso delle risorse e riducendo la dipendenza dalla rete elettrica “tradizionale”. Grazie alla legislazione vigente, la decentralizzazione del sistema energetico è oggi una possibilità concreta, fondamentale per accelerare il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili e a promuovere l’autoconsumo collettivo.

L’esempio di San Giovanni a Teduccio dimostra che la transizione ecologica non è solo una sfida tecnologica, ma anche un percorso collettivo capace di migliorare la qualità della vita, rafforzare il senso di comunità e aprire nuove opportunità economiche e sociali.

Il progetto, finanziato dalla Fondazione con il Sud, è stato realizzato grazie alla collaborazione tra Legambiente nazionale, Legambiente Campania e la Fondazione famiglia di Maria.

 


Questo progetto editoriale esplora le buone pratiche di sostenibilità in Italia, raccontando iniziative virtuose di imprese, comunità e istituzioni che affrontano le sfide ambientali, economiche e sociali. L’obiettivo è ispirare il cambiamento e promuovere una cultura della sostenibilità basata su collaborazione, resilienza e responsabilità condivisa, mostrando come ogni azione possa contribuire a una trasformazione su scala nazionale e globale. Per proporre nuove storie di sostenibilità scrivere a ivan.manzo@asvis.net.

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