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Bruxelles semplifica le norme sugli aiuti di Stato per le tecnologie legate alla decarbonizzazione, compresi idrogeno (anche blu) e fuel derivati


La Commissione Europea ha adottato oggi (25 giugno; ndr) una nuova disciplina per gli aiuti di Stato nell’ambito del Clean Industrial Deal, indicata con la denominazione di Clean Industrial Deal State Aid Framework (CISAF), al fine di consentire agli Stati membri di promuovere lo sviluppo dell’energia pulita, della decarbonizzazione industriale e delle relative tecnologie, comprese quelle riguardanti l’idrogeno (sia verde che blu) e i fuel derivati.

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La nuova regolamentazione, in particolare, stabilisce le condizioni alle quali gli Stati membri possono concedere un sostegno per determinati investimenti e obiettivi in linea con le norme europee in materia di aiuti di Stato, consentendo la rapida messa in atto di aiuti individuali.

Questa nuova disciplina sarà temporanea: resterà in vigore fino al 31 dicembre 2030, sostituendo l’attuale Temporary Crisis and Transition Framework (TCTF) varato nel 2022 (e successivamente modificato nel 2023).

Entrando nel merito del nuovo quadro normativo, la sessa Commissione precisa che la CISAF semplifica le norme in materia di aiuti di Stato in cinque settori principali: la diffusione delle energie rinnovabili e dei combustibili a basse emissioni di carbonio; la riduzione temporanea dei prezzi dell’energia elettrica per gli utenti ad alta intensità energetica al fine di garantire la transizione verso l’energia elettrica pulita a basso costo; la decarbonizzazione degli impianti di produzione esistenti; lo sviluppo delle capacità di produzione delle tecnologie pulite nell’UE;

la riduzione dei rischi per gli investimenti in energia pulita, decarbonizzazione, tecnologie pulite, progetti di infrastrutture energetiche e progetti a sostegno dell’economia circolare.

Più in dettaglio, scrive la Commissione in una nota, la disciplina prevede quanto segue:

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Procedura celere

 

  • Una “procedura accelerata” per la diffusione dell’energia pulita. La nuova disciplina prevede il sostegno sia alle energie rinnovabili che ai combustibili a basse emissioni di carbonio. Le energie rinnovabili sono essenziali per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione del Clean Industrial Deal. La disciplina introduce procedure semplificate per consentire la rapida diffusione di regimi a favore delle energie rinnovabili. Anche i combustibili a basse emissioni di carbonio, come l’idrogeno a basse emissioni di carbonio (blu; ndr), svolgono un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni: sostengono la transizione per le imprese in settori ‘hard to abate’ in cui non sono ancora praticabili opzioni più efficienti sotto il profilo energetico o dei costi.
  • Le nuove norme sulle misure di flessibilità e sui meccanismi di capacità forniscono agli Stati membri ulteriori strumenti per integrare le fonti di energia elettrica rinnovabile intermittente (ossia l’energia eolica e solare) nell’approvvigionamento energetico, garantendo nel contempo ai consumatori un approvvigionamento affidabile di energia elettrica. Il Clean Indusrtial Deal definisce “modelli-obiettivo” per meccanismi di capacità, secondo i quali gli Stati membri pagano i fornitori di energia elettrica per mantenere la capacità di standby che può essere oggetto di un’approvazione “accelerata”. Altri tipi di progetti saranno valutati a norma della disciplina in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell’ambiente e dell’energia (CEEAG).
  • Sostegno ai costi dell’energia elettrica per gli utenti ad alta intensità energetica. Gli Stati membri possono sostenere i prezzi dell’energia elettrica delle imprese che operano in settori particolarmente esposti al commercio internazionale e che sono fortemente dipendenti dall’energia elettrica per la loro produzione (gli utenti ad alta intensità energetica). In tal modo gli Stati membri potranno ridurre i costi dell’energia elettrica degli utenti ad alta intensità energetica che devono sostenere costi più elevati rispetto ai concorrenti nelle regioni con politiche climatiche meno ambiziose. In cambio del sostegno ai prezzi, le imprese saranno tenute a investire nella decarbonizzazione.
  • Sostegno flessibile agli investimenti in tutte le tecnologie che inducono la decarbonizzazione o una maggiore efficienza energetica.

La disciplina consente di sostenere un’ampia gamma di tecnologie di decarbonizzazione quali l’elettrificazione, l’idrogeno, la biomassa, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio.

Il sostegno può essere concesso sulla base:

  1. di importi di aiuto predefiniti (per un sostegno fino a 200 milioni di euro);
  2. del deficit di finanziamento; o
  3. di una procedura di gara competitiva.
  • Sostegno alla produzione di tecnologie pulite. La disciplina consente agli Stati membri di sostenere gli investimenti in nuove capacità di produzione per: 
  1. tutti i progetti di produzione riguardanti tecnologie contemplate dal Net-Zero Industry Act

sotto forma di regimi; e

  1. i progetti di produzione di tecnologie a zero emissioni nette su base individuale, ove

necessario per evitare che tali investimenti siano dirottati al di fuori dell’Europa.

La disciplina consente inoltre di sostenere la produzione e la trasformazione delle materie prime critiche necessarie per le tecnologie pulite.

Per salvaguardare la coesione tra le diverse regioni d’Europa, gli Stati membri potranno sostenere maggiormente i progetti nelle regioni meno favorite individuate nelle carte degli aiuti a finalità regionale.

Inoltre, la disciplina consente agli Stati membri di stimolare la domanda di prodotti delle tecnologie pulite offrendo incentivi fiscali, ad esempio consentendo alle imprese di dedurre più rapidamente dal loro reddito imponibile il costo degli investimenti in tecnologie pulite.

  • Misure per ridurre il rischio degli investimenti privati in progetti a sostegno del Clean Industry Act

Gli investimenti pubblici e privati devono agire di pari passo per guidare la transizione verso un’economia decarbonizzata. Gli Stati membri possono adottare misure per ridurre i rischi degli investimenti privati in progetti che sono contemplati dalla disciplina, comprese le infrastrutture energetiche e l’economia circolare. Il sostegno assume la forma di equity, prestiti e/o garanzie fornite a un fondo specifico o a una società veicolo che detiene il portafoglio di progetti ammissibili.

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