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Resilienza, automazione e sicurezza guidano lo sviluppo delle Smart Grid: ma come costruire infrastrutture affidabili per garantire continuità, efficienza e protezione nelle reti elettriche del futuro? Ne abbiamo parlato con Allied Telesis…

Le smart grid rappresentano una delle infrastrutture più strategiche della transizione energetica – abbiamo visto recentemente gli effetti di malfunzionamenti e discontinuità nelle reti elettriche in Spagna e Francia.

Si tratta di sistemi elettrici digitali, interconnessi e automatizzati, progettati per gestire in modo efficiente la produzione, distribuzione e consumo dell’energia.

La loro forza risiede nella capacità di integrare fonti rinnovabili, bilanciare domanda e offerta in tempo reale e garantire la resilienza del sistema, anche in presenza di eventi estremi o attacchi cibernetici.

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Nei prossimi anni, le smart grid evolveranno verso configurazioni sempre più auto-adattive e predittive, capaci di prendere decisioni autonome grazie all’intelligenza artificiale distribuita.

Realizzare smart grid affidabili e resilienti

Tuttavia, affinché questo scenario si concretizzi, occorre partire da una solida infrastruttura di base. Ne abbiamo parlato con Allied Telesis, azienda specializzata in soluzioni di connettività per infrastrutture critiche, che ha individuato i requisiti fondamentali per rendere affidabili e sicure le reti elettriche del futuro.

Come si costruisce una smart grid davvero resiliente?

La resilienza di una smart grid comincia dalla scelta delle tecnologie di comunicazione. Una rete intelligente deve garantire continuità operativa anche in presenza di condizioni ambientali estreme o guasti localizzati.

Per questo motivo, gli switch Ethernet utilizzati devono possedere caratteristiche di robustezza superiori: resistere a forti variazioni di temperatura, umidità, vibrazioni meccaniche e interferenze elettromagnetiche.

Ma la robustezza meccanica non basta. È essenziale che questi dispositivi supportino protocolli di sincronizzazione temporale avanzati, necessari per garantire l’affidabilità nelle misure di protezione della rete, nei rilevamenti analogici e nella gestione dei sincrofasori.

Un altro elemento fondamentale è l’impiego di connettori ad alta potenza per l’alimentazione via PoE (Power over Ethernet), soprattutto quando si tratta di dispositivi periferici come le telecamere di sicurezza Ptz.

Infine, è imprescindibile il rispetto delle normative internazionali: gli standard Iec 61850-3 e Ieee 1613 rappresentano oggi la base per garantire interoperabilità e affidabilità nei sistemi destinati alle smart grid.

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Qual è il ruolo dell’automazione nella gestione delle utility?

L’automazione, oggi, è molto più di un’opzione tecnologica: è una condizione abilitante per rendere le utility competitive e reattive. Allied Telesis spiega che automatizzare la rete significa poter ridurre i tempi di configurazione e provisioning, abbattere gli errori umani e semplificare tutte quelle attività ripetitive che sottraggono risorse operative.

Ma il vero salto di qualità arriva dalla capacità di monitorare la rete in modo proattivo, risolvere problemi in autonomia e ottimizzare l’uso delle risorse disponibili, compresa la larghezza di banda.

L’automazione consente una gestione dinamica del traffico, adattandolo alle esigenze reali e ai picchi di domanda. Ne deriva un duplice vantaggio: maggiore affidabilità del servizio e significativa riduzione dei costi operativi.

Questo approccio permette alle aziende energetiche di concentrarsi sul proprio core business, delegando agli strumenti intelligenti il controllo della rete. È una trasformazione profonda che richiede investimenti, ma che ripaga in termini di efficienza, competitività e sostenibilità.

Perché la sicurezza informatica è così cruciale per le reti intelligenti?

La digitalizzazione del sistema elettrico espone le infrastrutture critiche a nuovi rischi, primo fra tutti quello cibernetico. Per Allied Telesis, la sicurezza delle smart grid non può più essere considerata un livello accessorio, ma deve essere progettata a monte.

Ciò significa adottare architetture in grado di rispondere ai più recenti standard internazionali, come Iso 27001 e il Nist Cybersecurity Framework, implementando sistemi di controllo degli accessi, crittografia dei dati, rilevamento delle intrusioni e gestione delle vulnerabilità.

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In questo ambito, la videosorveglianza svolge un ruolo determinante. Allied Telesis promuove un approccio basato su edge e fog computing, dove le immagini raccolte dalle telecamere sono elaborate localmente per ottimizzare la banda e ottenere risposte in tempo reale.

Il sistema è in grado di modulare il frame rate a seconda del livello di rischio identificato, migliorando così la qualità dell’analisi e riducendo il carico di rete.

Le informazioni raccolte vengono poi aggregate nel cloud, dove algoritmi di intelligenza artificiale contribuiscono a rilevare minacce complesse. L’adozione progressiva dell’Ai, da regole base fino al machine learning, permette di evolvere la sicurezza senza strappi, garantendo allo stesso tempo scalabilità e protezione dell’investimento.

Quali sono i vantaggi di un’architettura aperta e modulare?

Un’infrastruttura aperta consente di integrare tecnologie eterogenee senza vincoli di compatibilità, mantenendo flessibilità nel tempo. Progettare sistemi modulari, capaci di evolversi senza necessità di ricostruire l’intero impianto è fondamentale.

Questo approccio permette di ottimizzare le risorse esistenti, facilitare gli aggiornamenti futuri e sostenere la transizione verso soluzioni sempre più automatizzate e basate sull’intelligenza artificiale.

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In un contesto in cui la velocità dell’innovazione tecnologica è elevata, la modularità diventa un valore chiave per garantire continuità operativa, compatibilità con sensori di nuova generazione e capacità di adattamento agli scenari normativi in evoluzione.

L’Italia ha già intrapreso il percorso di digitalizzazione della rete con investimenti strategici guidati da Terna e sostenuti dal Pnrr. Tuttavia, la frammentazione tecnologica tra gestori, la carenza di competenze e le criticità legate alla cybersecurity impongono un’accelerazione nella standardizzazione delle soluzioni e nella convergenza tra It e Ot.

È quindi necessario costruire infrastrutture capaci di resistere agli stress tecnici e digitali, integrando automazione e sicurezza in modo nativo: solo così le smart grid italiane potranno evolversi da sistemi distribuiti a ecosistemi adattivi e interoperabili, in grado di supportare la transizione energetica con continuità operativa, efficienza e resilienza reale.

Nel futuro della rete, la vera intelligenza non sarà solo quella dei dati, ma quella delle architetture che li fanno fluire in modo sicuro e sostenibile.





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