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Polo Strategico Nazionale: verso una sanità più sicura e accessibile


Il Polo Strategico Nazionale (PSN) è al centro della trasformazione digitale del sistema sanitario italiano prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

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Polo strategico nazionale: infrastruttura nevralgica per la sanità

Non si tratta solo di un’infrastruttura tecnologica, ma di un vero e proprio architrave su cui si regge la modernizzazione digitale della pubblica amministrazione, in particolare delle strutture sanitarie. È qui che verranno trasferiti i dati e i servizi digitali delle ASL, degli ospedali pubblici e delle aziende sanitarie, con l’obiettivo di garantire standard elevati di sicurezza, affidabilità e continuità dei servizi.

Il PSN è una piattaforma cloud pubblica, con certificazioni come ISO 50001, ISO 14001, LEED Gold e Tier IV, che ne attestano la sostenibilità e la resilienza e si configura come l’ambiente più sicuro per ospitare i dati sensibili della sanità pubblica italiana. L’intervento rientra nella componente 2 della Missione 1 del PNRR, quella che riguarda la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Ma quando si parla di sanità, entra in gioco anche la Missione 6, interamente dedicata alla salute. È qui che il governo ha previsto un investimento significativo: parliamo di circa 300 milioni di euro destinati specificamente alla migrazione delle strutture sanitarie regionali verso ambienti cloud qualificati, come appunto il PSN.

È un passaggio che serve non solo a innovare, ma anche a mettere in sicurezza l’infrastruttura digitale del Paese, partendo da uno dei settori più delicati: la salute.

PNRR e digitalizzazione sanità: 35 milioni per la migrazione cloud

Il 23 giugno 2025 è stato pubblicato un nuovo avviso da 35 milioni di euro proprio per accompagnare ASL e aziende ospedaliere pubbliche nel passaggio definitivo verso il Polo Strategico Nazionale. Le risorse, disponibili attraverso la piattaforma PA Digitale 2026, servono a finanziare i progetti di “full migration”, ovvero la migrazione completa e definitiva dei sistemi, inclusi quelli critici. Questo nuovo avviso rappresenta un’occasione concreta per rafforzare la sicurezza informatica e l’efficienza dei servizi digitali sanitari, in linea con la strategia tracciata a livello nazionale.

Le aziende sanitarie selezionate dovranno rispettare le tempistiche imposte dal PNRR: i fondi devono essere spesi e rendicontati entro la fine del 2025, con completamento delle attività entro il 31 marzo 2026.

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Investimenti per digitalizzare la sanità: oltre 20 miliardi dal PNRR

Ma la digitalizzazione della sanità italiana non si limita alla migrazione verso il cloud. Il PNRR, con il supporto di altri fondi europei come REACT-EU e il Piano Nazionale Complementare, ha messo sul piatto oltre 20 miliardi di euro complessivi per il sistema sanitario. Di questi, una parte significativa è stata destinata alla sanità digitale. L’investimento è suddiviso in diversi ambiti: si va dalla digitalizzazione degli ospedali all’adozione di tecnologie per la telemedicina, dalla raccolta dei dati clinici alla realizzazione di un Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) pienamente interoperabile a livello nazionale.

Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0: il punto di accesso per la sanità digitale

Un focus importante riguarda proprio il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0. L’obiettivo è ambizioso: renderlo il punto unico di accesso alla storia clinica del cittadino. Il nuovo FSE dovrà essere alimentato in tempo reale da medici di base, specialisti, strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, e sarà accessibile da ogni Regione. Il traguardo fissato dal Governo è che entro il 2025 almeno l’85% dei medici di medicina generale contribuisca all’alimentazione del fascicolo, e che tutte le Regioni e Province autonome abbiano adottato sistemi pienamente interoperabili entro la metà del 2026. Questo strumento non servirà solo ai pazienti, che potranno così consultare i propri dati clinici da qualunque luogo, ma sarà anche una fonte preziosa per le politiche sanitarie, la ricerca scientifica, la prevenzione e la pianificazione dei servizi. Un altro aspetto centrale della trasformazione digitale è lo sviluppo della telemedicina.

Telemedicina e innovazioni per una sanità più accessibile

Il 2024 ha segnato un’accelerazione decisa in questo campo. Secondo i dati dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, oltre il 52% dei medici di base ha effettuato almeno una televisita e circa il 46% utilizza strumenti di telemonitoraggio. Anche tra gli specialisti la televisita è in espansione, con un tasso di adozione che supera il 30%. Sono segnali evidenti di un cambiamento in atto, che punta a rendere la sanità più accessibile, soprattutto nelle aree interne e rurali, e a ridurre la pressione sulle strutture ospedaliere.

Ammodernamento degli ospedali: 1,45 miliardi per la digitalizzazione

Sul fronte dell’ammodernamento degli ospedali pubblici, il PNRR ha stanziato 1,45 miliardi di euro destinati a circa 280 strutture in tutta Italia. Gli interventi riguardano la digitalizzazione dei processi clinico-assistenziali, la dotazione di nuove apparecchiature, l’introduzione di sistemi intelligenti di gestione dei flussi, fino all’implementazione della cartella clinica elettronica, presente ormai nell’85% delle strutture, anche se ancora con forti disparità tra reparti e Regioni. Tuttavia, non mancano le criticità.

Le sfide per una digitalizzazione equa e sicura: scadenze PNRR e sicurezza dati

Le scadenze del PNRR sono stringenti e impongono una capacità organizzativa elevata da parte delle amministrazioni regionali e delle aziende sanitarie. La rendicontazione deve avvenire entro il 31 dicembre 2025, ma alcuni progetti, soprattutto nel Mezzogiorno, stanno scontando ritardi legati a problemi tecnici o mancanza di personale qualificato. C’è poi il nodo della sicurezza informatica. Con la crescente digitalizzazione dei dati clinici, aumenta anche il rischio di attacchi informatici. Per questo motivo, uno degli obiettivi strategici è proprio quello di affidare la gestione dei dati a infrastrutture certificate e sicure, come appunto il Polo Strategico Nazionale, in coordinamento con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.

Digitalizzazione sanità: divari regionali e prospettive future

La differenza tra le Regioni, infine, rappresenta una delle principali sfide per l’equità del sistema. Se alcune Regioni del Nord si sono già dotate di sistemi digitali avanzati e interoperabili, altre faticano ad adeguarsi. Il PNRR, in questo senso, rappresenta un’occasione storica per colmare questi divari, ma affinché ciò avvenga sarà necessario accompagnare le Regioni più in difficoltà con misure di supporto tecnico e operativo.

La digitalizzazione della sanità italiana è, insomma, un processo in pieno svolgimento. Il Polo Strategico Nazionale e gli ingenti fondi del PNRR ne sono il motore principale, ma il loro successo dipenderà dalla capacità di mettere a terra i progetti, rispettare le scadenze e garantire qualità e sicurezza. Se queste condizioni verranno rispettate, il nostro sistema sanitario potrà finalmente contare su infrastrutture moderne, servizi digitali efficienti e un accesso più equo e sicuro per tutti i cittadini.



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