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Riordino gioco, Malfer (Campobase Trentino): ‘Valorizzare le buone pratiche territoriali’


Il Governo e il Parlamento hanno già scelto: i tempi per l’attuazione della Delega fiscale verranno prorogati “almeno ad agosto 2026”, come previsto da un emendamento della relatrice, Mariangela Matera (Fratelli d’Italia), al disegno di legge che modifica la legge delega al governo per la riforma fiscale, approvato dalla commissione Finanze della Camera a metà giugno e in procinto di approdare all’attenzione dell’Aula il 14 luglio.

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Uno slittamento che incide anche sul riordino del gioco fisico, previsto proprio dalla Delega fiscale, e che va incontro alle richieste in tal senso presentate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, “per permettere, nel frattempo, con la legge di bilancio 2026, ai sensi dell’articolo 22, comma 3 della legge 111/2023 ‘Riforma fiscale’, di far fronte a eventuali necessità finanziarie da inserire nel delegato di riordino della rete fisica dei giochi, per istituire a favore delle Regioni una compartecipazione percentuale al gettito da gioco mediante apparecchi riferibile a ciascun territorio regionale”.

In soldoni, quindi, nel frattempo, tutto continuerà come prima, fra leggi regionali o provinciali applicate o rimesse in discussione, regolamenti comunali e ordinanze sindacali da rispettare, o contestare.

Lo stiamo vedendo proprio nelle ultime settimane, con vari casi saliti alla ribalta.
A livello regionale a far tornare l’argomento in auge ci ha pensato il Piemonte, dove il richiamo nell’aula del consiglio del disegno di legge n. 73 “Legge annuale di riordino dell’ordinamento regionale. Anno 2025” – che poi è stata approvata – ha riportato l’opposizione sulle barricate, in primis il Movimento cinque stelle e il Partito democratico, che attraverso alcuni emendamenti – tutti bocciati – hanno chiesto di modificare la normativa vigente sul gioco dal 2021, approvata dalla maggioranza di centrodestra nel luglio di quell’anno.

A livello provinciale e comunale invece diversi consiglieri hanno presentato degli atti specifici in materia. Abbiamo quindi pensato di intervistarli, per saperne qualcosa di più, nell’ambito di uno speciale pubblicato sul numero di luglio/agosto della rivista GiocoNews (consultabile integralmente online a questo link).

A maggio ad esempio i consiglieri Michele Malfer, Francesco Valduga, Chiara Maule e Roberto Stanchina del gruppo Campobase Trentino in una mozione presentata al presidente del consiglio provinciale di Trento, Claudio Soini, hanno chiesto alla giunta di prendere impegni precisi per la cura e il contrasto del gioco patologico.

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Ecco la nostra intervista a Michele Malfer.

Quali impegni e interventi chiedete alla giunta provinciale di Trento?

“In questo momento storico, in cui il gioco d’azzardo – soprattutto nella sua forma online – sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti, riteniamo fondamentale che la giunta provinciale di Trento si impegni in modo concreto su più fronti. Servono azioni coordinate e strutturate, capaci di rispondere alle nuove sfide che questo fenomeno pone, in particolare sul piano educativo, sanitario e sociale. Un primo intervento urgente riguarda le scuole. Negli ultimi anni, molti istituti scolastici ci hanno contattati chiedendo strumenti per affrontare il tema del gioco d’azzardo tra gli studenti. Per questo, chiediamo alla Provincia di investire in maniera stabile in progetti di prevenzione da attuare nelle scuole secondarie di secondo grado, coinvolgendo equipe specializzate con competenze specifiche su questo tipo di dipendenza. È importante valorizzare e rafforzare ciò che già esiste, come i percorsi basati sulle life skills e sulla peer education, ma è altrettanto necessario aggiornare gli interventi, perché oggi assistiamo a un preoccupante abbassamento dell’età di accesso al gioco.

Sul piano dei servizi sanitari, riteniamo strategico potenziare la rete territoriale. In particolare, pensiamo che una riorganizzazione dei centri di alcologia possa garantire una presenza più capillare sul territorio e un accesso più semplice rispetto ai SerD, che spesso sono percepiti come più stigmatizzanti. Proponiamo anche di differenziare i percorsi di cura in base all’età – ad esempio distinguendo tra under e over 25 – per rendere più efficaci gli interventi e facilitare la presa in carico.

Infine, riteniamo importante non dimenticare chi esce da percorsi residenziali e comunitari: il reinserimento nella vita quotidiana è una fase delicata e troppo spesso trascurata. Per questo, chiediamo che venga favorita una stretta collaborazione tra i servizi pubblici (come le alcologie o i SerD dell’Apss) e le realtà del terzo settore, così da garantire accompagnamenti integrati, personalizzati e rispettosi della complessità delle situazioni. Per rendere tutto questo possibile, è necessario creare occasioni di confronto tra le diverse equipe coinvolte, curare attentamente la fase di transizione post-comunitaria e costruire strumenti di monitoraggio condivisi delle situazioni prese in carico.”

Più o meno quali sono i tempi stimati per la risposta?

“L’auspicio è che il testo sia esaminato il prima possibile dall’aula e che trovi riscontro nel voto. Riteniamo che per alcuni interventi – come il potenziamento dei progetti scolastici o la programmazione di percorsi formativi – si possano attivare azioni concrete già entro 6-12 mesi, anche grazie alla rete di collaborazioni esistenti e all’interesse già dimostrato dagli istituti scolastici. Per altri interventi più strutturali – come la riorganizzazione dei servizi territoriali, la definizione di percorsi differenziati per fasce d’età o la costruzione di un sistema di monitoraggio condiviso – potrebbe essere necessario un orizzonte di 12-24 mesi, a seconda delle risorse messe in campo e della volontà politica di procedere in questa direzione.”

Siete soddisfatti degli esiti della legge provinciale sul gioco, almeno per quanto riguarda la riduzione dell’offerta sul territorio?

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“Riconosciamo che la legge provinciale ha introdotto alcuni strumenti utili per limitare l’offerta fisica di gioco d’azzardo sul territorio, e questi sforzi vanno valorizzati. Tuttavia, nel contesto attuale, la sola riduzione dell’offerta fisica non è più sufficiente. L’enorme crescita del gioco d’azzardo online – che rappresenta ormai oltre la metà del volume complessivo – rende necessario un ripensamento complessivo delle politiche di contrasto, che tenga conto dei nuovi canali di accesso e dell’abbassamento dell’età di inizio. È dunque urgente integrare la legge con misure specifiche di prevenzione, educazione e presa in carico delle nuove forme di dipendenza, soprattutto fra i più giovani.”

Come forse saprete, è in discussione il riordino nazionale del gioco fisico, per dare regole uniformi in tutta Italia ed evitare la disparità di regole fra un Comune e l’altro e fra una regione e l’altra. Siete favorevoli al varo di una legge nazionale che superi le norme locali?

La Provincia di Trento, forte della propria autonomia, ha possibilità di intervenire in modo efficace in tempi ragionevolmente più brevi rispetto alla macchina burocratica nazionale. Siamo favorevoli all’adozione di una legge nazionale che uniformi le regole in materia di gioco d’azzardo, a condizione che essa non riduca le tutele previste a livello locale e non sia in contrasto con quanto disciplinato dalla nostra Provincia, ma al contrario valorizzi le buone pratiche territoriali e garantisca strumenti efficaci per la prevenzione e la cura delle dipendenze. “

Che ne pensate della proposta della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per la compartecipazione degli enti territoriali al gettito fiscale derivante dal gioco, da destinare alla sanità e al sociale?

“Come dicevo poc’anzi, bene se a livello nazionale si adotteranno norme che permetteranno un contrasto efficace alla dipendenza da gioco d’azzardo. D’altra parte, l’augurio è che ancora una volta la nostra terra possa essere capofila di un percorso virtuoso che porti a compimento quanto auspicato da Alcide De Gasperi, ovvero che qui si possa fare più e meglio che lo Stato centrale. Quanto alla proposta di compartecipazione al gettito fiscale, riteniamo positivo che una parte delle risorse derivanti dal gioco venga destinata a finalità sanitarie e sociali, a patto che vi sia trasparenza nell’impiego di questi fondi e che non si crei un conflitto di interessi tra l’aumento delle entrate da gioco e la tutela della salute pubblica. I fondi dovrebbero essere vincolati esclusivamente a progetti di prevenzione, cura e reinserimento.”

 

 

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