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AI Act, l’Europa va avanti nel mezzo della bufera


Nei giorni scorsi sono avvenuti due fatti rilevanti sul fronte delle legislazioni in materia di AI.

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Stati Uniti: scontro su regole AI

Negli Stati Uniti un tentativo di introdurre al Senato, tramite il noto progetto di legge “Big, beautiful bill”, una moratoria di dieci anni per gli Stati federali in materia di norme sull’intelligenza artificiale.

L’operazione, cucinata a puntino dalle big tech, è saltata all’ultimo momento quando gli stessi repubblicani, con in testa la senatrice Marsha Blackburn, hanno votato contro il compromesso adottato poche ore prima.

La moratoria avrebbe danneggiato sensibilmente anche diverse normative locali già approvate come l’Elvis Act in Tennesee, già approvato nel 2024 per tutelare l’immagine e la voce degli artisti, ed altre normative statali.

Europa: richiesta di stop alle regole AI

Ma l’offensiva contro la regolamentazione non si è fermata agli USA. Da tempo le tech sono in guerra con l’AI act europeo, e nelle ultime settimane si sono rincorse voci su un possibile sospensione del regolamento europeo. E’ emersa anche una strana lettera inviata da 44 aziende europee (in realtà principalmente francesi) con la richiesta di uno “stop the clock” alla Commissione EU. La lettera è alquanto sospetta perché vede coinvolte molte aziende che non hanno di fatto mai preso parte al dibattito sull’AI Act negli ultimi anni, segno probabilmente che la campagna orchestrata dalle tech per bloccare la regolamentazione ha trovato qualche nuovo alleato.

L’Europa va avanti su AI Act

Ad ogni buon conto, così come avvenuto con la richiesta di moratoria decennale in USA, anche in EU la richiesta è stata respinta dalla Commissione. Il portavoce della Commissione, Thomas Regnier ha smentito qualsiasi stop: “Abbiamo scadenze legali già in vigore, stabilite in un testo normativo. Alcune disposizioni sono attive da febbraio. Gli obblighi per i modelli di IA a uso generale entreranno in vigore ad agosto 2024, mentre quelli per i modelli ad alto rischio a partire da agosto 2026.”

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La situazione resta comunque abbastanza tesa anche e soprattutto sul fronte del copyright dove il tavolo che dovrebbe determinare i contenuti del codice di condotta e l’allegato tecnico è tutt’ora in alto mare. E’ probabile che l’adozione del codice si sposti dall’estate a fine anno ma nel frattempo le regole proviste dall’AI Act sul copyright saranno pienamente efficaci con obblighi di trasparenza inclusi.

Da rilevare anche che il Parlamento europeo, in sede giuridica, si avvia a discutere una risoluzione sul tema “Copyright e intelligenza artificiale generativa (GenAI)” che affronta le opportunità e le sfide poste dall’uso di contenuti protetti da diritti d’autore per l’addestramento e la produzione di output da parte di sistemi di IA generativa.

Si tratta di una risoluzione che nella bozza prevede che gli output generati da IA non devono essere protetti da copyright, poiché manca l’autorialità umana. Richiede una chiara classificazione tra contenuti umani e generati da IA. Sottolinea il rischio di concorrenza sleale verso i creatori umani e la necessità di remunerazione equa.

La risoluzione propone di valutare se l’attuale quadro normativo UE è adeguato, l’introduzione di una remunerazione obbligatoria per l’uso di contenuti protetti da parte delle GenAI. La creazione di un quadro giuridico specifico per l’addestramento e l’uso delle GenAI e il rafforzamento della formazione e la consapevolezza tra gli sviluppatori di IA sui diritti d’autore.

Come possiamo vedere l’attenzione del Parlamento sulla legislazione approvata lo scorso anno e sull’impatto che l’AI potrà avere sulla tutela del copyright resta alto.

Paper IFPI su licenze per uso AI

Il tema dei modelli di licenza per un’effettiva ed efficace protezione del copyright è stato di recente anche affrontato in un interessante paper realizzato da Kadu Prasad and Jorge Padilla e commissionato da IFPI.

Lo studio affronta vari aspetti qui riassunti.

• Remunerazione: I detentori di copyright devono essere adeguatamente remunerati per l’uso dei loro contenuti nell’addestramento di modelli AI.

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• Diritti esclusivi: I detentori di copyright dovrebbero poter negare l’uso dei loro contenuti protetti per l’addestramento di modelli AI.

• Negoziazioni bilaterali: I termini di utilizzo dei contenuti protetti da copyright dovrebbero essere decisi tramite negoziazioni bilaterali.

Remunerazione dei detentori di copyright

• Efficienza economica: La remunerazione dei contenuti protetti da copyright è essenziale per incentivare la creazione di nuovi lavori.

• Industria musicale: Gli investimenti nell’industria musicale sono particolarmente sensibili alla sotto-remunerazione, dato che la maggior parte degli investimenti sono anticipati, rischiosi e non recuperabili.

Diritti esclusivi per i detentori di copyright

• Licenze volontarie: Le licenze volontarie sono preferibili perché permettono ai creatori di contenuti e agli sviluppatori di AI di negoziare termini che riflettono il valore incrementale dei contenuti.

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• Licenze obbligatorie: Giustificate solo in casi eccezionali di fallimento del mercato, che non si applicano all’industria musicale.

Negoziazioni bilaterali

• Flessibilità: Le negoziazioni bilaterali offrono flessibilità per adattare i termini alle specifiche esigenze dei creatori di contenuti e degli sviluppatori di AI.

• Licenze collettive obbligatorie: Non necessarie e problematiche, poiché possono portare a sotto-remunerazione e rischi di concorrenza.

Argomenti contro l’uso gratuito

• Profitti inattesi: La remunerazione non rappresenta profitti inattesi, ma è essenziale per mantenere gli incentivi alla creazione di contenuti.

 

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• Costi di transazione: Anche se alti, non giustificano l’uso gratuito dei contenuti protetti da copyright.

• Livello di licenza: La remunerazione dovrebbe essere indipendente dal livello di licenza, sia per l’addestramento che per l’uso dei modelli AI.

Le conclusioni evidenziano come la migliore soluzione restino le licenze volontarie bilaterali: sono il modo migliore per sviluppare soluzioni AI socialmente benefiche e garantire una remunerazione adeguata ai creatori di contenuti.



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