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Contratti di lavoro più trasparenti con il codice Ccnl nel Registro delle Imprese


Nonostante un referendum che qualche anno fa chiedeva ai cittadini di esprimersi sulla possibile cancellazione del Cnel, oggi il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è ancora vivo e vegeto. E con un recente disegno di legge approvato pochi giorni fa in una sua riunione interna si propone come ideatore di una piccola grande rivoluzione nei contratti collettivi di lavoro. Nel prossimo futuro infatti, nel Registro delle imprese potrebbe essere disponibile il codice alfanumerico dei Ccnl adottati su tutto il territorio nazionale.

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Secondo il Cnel, la novità andrebbe a diretto beneficio della trasparenza nella gestione dei rapporti di lavoro con vantaggi concreti per dipendenti, aziende e istituzioni. Vediamo un po’ più da vicino di che si tratta e perché la pubblicazione del citato codice rafforzerebbe la lotta ai cosiddetti contratti pirata.

Il meccanismo di trasparenza e il codice alfanumerico

Con il titolo Assegnazione alle localizzazioni d’impresa del dato relativo al Contratto collettivo nazionale di lavoro indicato mediante il codice alfanumerico unico di cui all’articolo 16-quater del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito con modificazioni dalla legge 11 settembre 2020, n. 120, il disegno di legge fa riferimento a quella sorta di targa unica che identifica ogni singolo Ccnl.

Per legge, il codice alfanumerico è attribuito dal Cnel all’acquisizione del contratto collettivo nell’Archivio nazionale dei contratti e accordi collettivi di lavoro (art. 17 della legge 936/1986 sul funzionamento del Consiglio stesso).

A cura dei soggetti stipulanti, nell’archivio sono oggi depositati in copia autentica gli accordi di rinnovo e i nuovi contratti in modo da garantirne la conservazione nel tempo e la pubblica consultazione.

Ebbene, il nuovo meccanismo di trasparenza nella gestione dei rapporti di lavoro previsto dal Cnel è semplice. In particolare, il citato disegno di legge:

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  • mira a includere il Ccnl applicato dall’azienda nella visura camerale, combinando il Registro delle Imprese con l’Archivio nazionale dei contratti collettivi del Consiglio già integrato con i dati Inps;
  • indica che le visure conterranno la disciplina di lavoro applicata ai dipendenti dell’impresa, identificata dal suddetto codice univoco e consultabile tramite link diretto al sito web ufficiale del Consiglio.

Come intuibile, l’attivazione di un nuovo collegamento tra le diverse banche dati pubbliche estenderà l’uso del codice rafforzando lo scambio di informazioni tra le Pubbliche amministrazioni che si interfacciano con gli operatori economici che applicano questi contratti.

Grazie alla digitalizzazione sarà così possibile incrociare i dati con quelli contributivi o previdenziali e individuare situazioni a rischio o irregolarità.

Il potenziamento della lotta al dumping sociale

Lo abbiamo accennato sopra e il tema merita qualche chiarimento. I contratti pirata sono bersaglio di questi nuovi rapporti tra Ccnl, Registro Imprese e istituzioni, essendo costituiti da accordi collettivi firmati da sindacati e associazioni datoriali meno rappresentativi che – pur essendo formalmente validi – prevedono condizioni contrattuali ed economiche meno vantaggiose rispetto ai contratti “classici”.

Il loro obiettivo è essere un’alternativa ai contratti collettivi nazionali “confederali” per ottenere vantaggi competitivi sleali e risparmiare sui costi del lavoro eludendo tutele e diritti previsti dai contratti “veri”.

È un’espressione concreta del dumping, un fenomeno che mira a creare concorrenza sleale e può portare a condizioni di lavoro precarie.

Proprio il disegno di legge del Cnel vuole combattere meglio i contratti pirata grazie all’introduzione di maggiore trasparenza e tracciabilità nell’applicazione dei Ccnl (che scontano anche il problema dei rinnovi) da parte delle imprese.

Ricapitolando, grazie alla novità vista sopra, il codice standardizzato contenuto nel Registro Imprese faciliterà l’identificazione certa del contratto effettivamente applicato da un’impresa evitando ambiguità dovute a sigle simili o a contratti dal nome ingannevole.

I vantaggi per chi consulterà il Registro Imprese

Dal punto di vista pratico, ogni datore dovrà menzionare la serie alfanumerica di riferimento nel Registro Imprese in modo che il dato diventi ufficiale, pubblico e accessibile a lavoratori, enti ispettivi, consulenti, clienti e concorrenti.

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Chiunque potrà verificare rapidamente la qualità del contratto applicato dalla singola impresa, ad esempio nell’ambito di appalti, partnership o forniture.

Per questa via, i controlli saranno più rapidi e le autorità potranno sapere immediatamente quale contratto è applicato e appurare da chi è stato firmato. Parallelamente saranno incentivati i contratti tutelanti e firmati da soggetti qualificati.

Non solo. In piena aderenza al principio di certezza giuridica, i dipendenti potranno verificare eventuali inganni da parte dell’azienda che ha fatto credere di applicare un contratto mentre ne applicava un altro.

Inoltre, le eventuali dispute legali sulla corretta applicazione di un Ccnl saranno più facilmente risolvibili anche in tribunale.

I codici Ccnl favoriscono la concorrenza leale tra aziende

In cambio di una maggiore responsabilizzazione, le aziende virtuose non saranno penalizzate da chi “gioca sporco” applicando contratti “di comodo”, più convenienti economicamente ma meno tutelanti. Ecco perché la novità in oggetto favorisce anche la concorrenza leale tra imprese.

Concludendo, l’inserimento del codice Ccnl nel Registro Imprese è oggetto di un disegno di legge tecnico e strategico che potrebbe incidere in profondità sulla qualità del lavoro, sulla trasparenza contrattuale e sull’efficienza dei controlli sostenendo al tempo stesso le aziende virtuose e i lavoratori più esposti a condizioni di svantaggio.

Ecco perché il Cnel auspica una veloce approvazione del provvedimento secondo il consueto iter come concreto passo avanti nella lotta alla contrattazione irregolare e nella promozione di una sana concorrenza tra i datori di lavoro.

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