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Papanicolaou (Intesa Sanpaolo): “Siamo parte dell’infrastruttura per la ripartenza economica dell’Ucraina”


Per supportare attivamente la ricostruzione dell’Ucraina, serve innanzitutto certezza per gli imprenditori, per gli investitori, per chi vuole contribuire allo sviluppo del Paese e ha bisogno di condizioni stabili e affidabili in cui operare. È quanto sostiene Paola Papanicolaou, responsabile della Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo, intervistata da Euractiv Italia a margine della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, svoltasi a Roma il 10 e 11 luglio. Dal sostegno alle imprese al capitale umano, dai prodotti finanziari alla consulenza strategica, il Gruppo Intesa Sanpaolo punta a essere un attore centrale nella ripartenza economica del Paese.

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“Il nostro gruppo – spiega – è presente in 40 Paesi, 12 dei quali con banche sistemiche. In Ucraina operiamo dal 2005 attraverso JSC Pravex-Bank, una presenza di lunga data”.

Secondo Papanicolaou, durante la guerra, Intesa Sanpaolo ha mantenuto e mantiene attive quasi tutte le sue filiali nel Paese, continuando a offrire finanziamenti e servizi ai cittadini e alle imprese.

“La nostra mission è facilitare in tutte le circostanze lo sviluppo dell’imprenditorialità, lo sviluppo dei risparmi delle famiglie, che poi sono il veicolo attraverso il quale prevalentemente si riesce a supportare lo sviluppo economico di un Paese”, afferma.

“Qualche settimana fa – ricorda – abbiamo vinto un premio per un prodotto di credito personale dedicato proprio ai cittadini ucraini”.

Secondo Papanicolaou, la ricostruzione richiede condizioni di certezza per imprenditori e investitori: “Serve un framework legale trasparente e stabile. Le banche internazionali, come la nostra, possono facilitare la creazione di questo contesto. Siamo parte dell’infrastruttura finanziaria di un Paese, dunque siamo un veicolo attraverso il quale potenziare, ricostruire e ricreare le condizioni di una ripartenza economica”.

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In quest’ottica, Intesa Sanpaolo lavora con attori locali e internazionali, tra cui la BEI, la ERBD e SACE, per mettere a punto prodotti e plafond in grado di generare fiducia nel sistema.

Per quanto riguarda uno dei temi affrontati nella Conferenza di Roma, la valorizzazione del capitale umano, Papanicolaou ricorda che il Gruppo è la prima banca al mondo tra i 100 luoghi di lavoro più inclusivi e attenti alla diversità presenti nel FTSE Diversity and Inclusion Index – Top 100. Il Gruppo si è classificato al settimo posto a livello globale, primo gruppo bancario in assoluto e unico in Italia. In merito, la manager sottolinea che, nel team direttivo di Pravex-Bank, quattro dirigenti su dieci sono donne. “Un segnale – dice – della nostra attenzione alla parità anche in tempi difficili”.

La BEI in prima linea per la ricostruzione dell’Ucraina

Dalla ricostruzione delle infrastrutture strategiche, al sostegno alle comunità locali, passando per il sostegno alle autorità governative fino al ripristino di scuole e asili la Banca europea per gli investimenti (BEI) gioca un ruolo cruciale nella ricostruzione dell’Ucraina. In un’intervista …

Parlando di formazione e inclusione, Papanicolaou cita una serie di azioni concrete: “In Ucraina abbiamo formato oltre 450 studenti in ambito finanziario con incontri fisici e digitali. Nei nostri programmi tocchiamo anche temi come salute mentale, disabilità e unconscious bias”. Inoltre, Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione 10 milioni di euro attraverso la banca locale per sostenere le fasce più deboli colpite dal conflitto.

Tra i modelli replicabili in Ucraina, Papanicolaou cita il programma “Imprese Vincenti”, già attivo con successo nell’Europa sudorientale. “Premiamo le aziende resilienti, innovative e che sanno svilupparsi. Direi che ci sono tutte le condizioni per poterlo fare anche in Ucraina”, afferma. “È chiaro – ammette – che in questo momento le circostanze sono un po’ più difficili. Però stiamo lavorando. La nostra esperienza è stata ed è tutt’ora un’iniziativa di grandissimo successo. Quest’anno abbiamo fatto questo secondo step di coinvolgere le aziende nei nostri Paesi di presenza e sicuramente anche l’Ucraina farà parte di questo allargamento”.

Rispondendo a una domanda sul percorso di adesione dell’Ucraina all’Unione europea sulle riforme e il lavoro volto ad attrarre investimenti privati, la responsabile della Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo, sottolinea quanto sia importante creare “la confidenza intorno alla possibilità di investire in nuovi Paesi”.

“La finanza da sola non basta, ma bisogna appunto creare quelle condizioni, quel framework nel quale l’imprenditore, l’investitore, si possa sentire sicuro di fare un nuovo investimento, un nuovo sviluppo”, precisa Papanicolaou.

“Quello che serve è poter creare le condizioni per poter fare consulenza all’imprenditore, metterlo anche in contatto con quelle associazioni eventualmente locali o con quegli attori che possono supportare questo percorso”, aggiunge.

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Il processo di adesione all’Unione implica riforme importanti e convergenza normativa, sostiene la dirigente di Intesa Sanpaolo, osservando che un aspetto importante di questo percorso di ricostruzione è che rappresenta anche un’opportunità per ricostruire “con criteri nuovi”, introducendo “principi di innovazione, di ESG, di sostenibilità che “sono fondamentali”.

In questo campo, il Gruppo Intesa Sanpaolo vanta una solida esperienza: “Negli ultimi due anni abbiamo erogato oltre 20 miliardi in social lending, 70 miliardi per la transizione energetica, 10 miliardi in mutui green. Abbiamo la competenza per accompagnare questo tipo di sviluppo”.

Infine, Papanicolaou mette in evidenza che l’ingresso dell’Ucraina nell’UE porterebbe anche benefici tecnici, come l’accesso all’area SEPA per i pagamenti, che faciliterebbero gli scambi economici. “Non dobbiamo accelerare troppo i tempi, è giusto che questo sia un percorso fatto in maniera consapevole, passo dopo passo, ma intanto possiamo già lavorare per creare queste condizioni di contorno volte a facilitare questo percorso di inserimento”, conclude.



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