Mercoledì 16 luglio gli agricoltori europei si raduneranno a Bruxelles, nei pressi di Place du Luxembourg, per protestare contro le proposte della Commissione europea riguardanti il bilancio e la nuova Politica agricola comune (Pac). L’evento, coordinato da Copa-Cogeca, vedrà la partecipazione delle principali associazioni agricole italiane. Le preoccupazioni principali riguardano i tagli alle risorse destinate all’agricoltura e la proposta di un fondo unico che unifichi i finanziamenti della Pac con quelli della coesione, una misura che potrebbe ridurre l’autonomia degli interventi regionali e la gestione diretta delle risorse.
L’Umbria, regione con una forte vocazione agricola, si trova a fronteggiare queste incertezze politiche europee mentre affronta le sfide climatiche di un’estate 2025 particolare. Dopo un giugno piovoso, luglio ha portato giornate prevalentemente soleggiate con temperature medie tra 26 e 30 gradi, con punte oltre i 34 in alcune zone. Le precipitazioni sono state scarse e localizzate, mentre la seconda metà del mese si prevede dominata da un promontorio africano che porterà un’ondata di caldo intensa, con temperature fino a 38-40.
Queste condizioni favoriscono la maturazione delle colture umbre tipiche, come grano, olio extravergine di oliva e vite, ma aumentano anche il rischio di stress idrico e incendi boschivi, con impatti negativi su produttività e qualità. La situazione si complica ulteriormente per l’incertezza sulle risorse europee: l’Italia, quarta beneficiaria della Pac con oltre 39 miliardi di euro per il quinquennio 2023-2027, rischia una riduzione dei fondi a causa delle nuove priorità di bilancio legate al riarmo e ad altre emergenze. La dotazione media annua per la Regione Umbria dalla Pac 2023-2027 si aggira intorno ai 106-110 milioni di euro all’anno, destinati a potenziare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo regionale. Precisamente la Regione Umbria, nell’ambito del Piano strategico nazionale della Pac 23-27, riceve complessivamente circa 534 milioni di euro per lo sviluppo rurale, tramite il Complemento Regionale di Sviluppo Rurale (Csr Umbria 2023-2027). Di questi, circa 220 milioni provengono da fondi europei Feasr, oltre 298 milioni da finanziamenti statali, a cui si aggiungono circa 16 milioni di risorse nazionali integrative (cosiddetto “top up”)
Un’altra fonte di preoccupazione è l’accordo di libero scambio con il Mercosur, firmato nel dicembre scorso, che potrebbe aumentare la concorrenza di prodotti agricoli provenienti da Brasile e Argentina, come carne bovina, pollame e cereali, a costi inferiori e con standard diversi rispetto a quelli europei. Questo scenario mette sotto pressione le produzioni locali, già soggette a vincoli più stringenti sull’uso di fitofarmaci e antibiotici.
Le associazioni agricole umbre stanno intensificando il dialogo con istituzioni regionali e nazionali per ottenere sostegno e politiche efficaci, con l’obiettivo di garantire risorse adeguate e gestire al meglio le condizioni climatiche estive per salvaguardare qualità e quantità delle produzioni.
Nel 2024 la produzione agricola regionale ha registrato una ripresa, favorita da condizioni climatiche generalmente favorevoli, come evidenziato nel Rapporto annuale 2024 di Banca d’Italia. Nonostante un contesto economico regionale complessivamente stagnante, con una crescita del Pil prevista attorno allo 0,5% per il 2025, il comparto agroalimentare umbro si conferma tra i più dinamici, con un incremento del valore aggiunto superiore al 20% negli ultimi anni.
Secondo i dati Cna Umbria, il settore agroalimentare ha contribuito in modo significativo all’export e all’occupazione locale. L’Umbria si distingue per produzioni di qualità come olio extravergine di oliva, vino, cereali e ortofrutta, che rappresentano un volano per l’economia rurale e lo sviluppo territoriale. Ma nell’economia generale dell’agricoltura umbra una parte sempre maggiore l’ha ricoperta il settore degli agriturismi, che cresce per quantità e qualità diventando modello di riferminto anche per il resto d’Italia. Tuttavia, il settore deve affrontare sfide come l’aumento dei costi energetici (+44% tra gennaio 2024 e gennaio 2025) e l’incertezza dei mercati internazionali, soprattutto per dazi e accordi commerciali europei.
La Regione Umbria ha attivato strumenti di sostegno nel Programma di Sviluppo Rurale (Psr) 2023-2027, con risorse dedicate a innovazione, sostenibilità e valorizzazione delle filiere locali, per rafforzare la competitività delle imprese e favorire la transizione verso pratiche più sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici.
L’Umbria è un territorio strategico per l’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti. Nel 2024, le esportazioni umbre verso gli Usa hanno raggiunto circa 85,5 milioni di euro, pari all’8% del totale export regionale di 1,09 miliardi di euro. A livello provinciale, la provincia di Perugia esporta per circa 70,8 milioni di euro (7% dell’export agroalimentare provinciale), mentre Terni, con 14,7 milioni di euro, mostra una maggiore dipendenza relativa dal mercato statunitense (13%), rendendola più vulnerabile a misure restrittive.
L’1 agosto entrerà in vigore un dazio del 30% sui prodotti europei importati negli Stati Uniti, annunciato dall’amministrazione Trump «per correggere un deficit commerciale considerato insostenibile». Questo dazio colpirà in particolare prodotti chiave umbri come olio extravergine di oliva e vino, inclusi nelle “black list” americane insieme a formaggi, agrumi, marmellate e succhi di frutta. Si pensi all’impatto che i dazi potranno avere ad esempio sull’export del tartufo dove l’Umbria fa la parte del leone, rispetto all’esportazione made in Italy con Urbani che nel 2018 esportava il 67% del totale di prodotto italiano che registrava un giro d’affari di 21milioni di dollari, secondo i dati del Sole24 Ore.
L’introduzione di tali dazi aumenterà i prezzi dei prodotti italiani negli Usa, riducendone la competitività rispetto a prodotti locali o provenienti da Paesi non soggetti a restrizioni. Questo potrebbe generare effetti negativi sull’economia, l’occupazione e le relazioni commerciali regionali.
Nonostante ciò, l’export umbro verso gli Stati Uniti ha mostrato una crescita complessiva del 9,8% nel 2024, raggiungendo un valore superiore ai 700 milioni di euro per tutti i settori, con il mercato americano secondo solo alla Germania come destinazione principale. I settori trainanti sono macchinari e apparecchiature (37,2%), abbigliamento (oltre il 30%) e prodotti alimentari (7,8%), sebbene quest’ultimo abbia subito un calo nell’ultimo anno.
Per mitigare l’impatto dei dazi, l’amministrazione americana ha offerto la possibilità alle aziende europee di produrre direttamente negli Stati Uniti, con procedure accelerate, rappresentando un’opportunità per le imprese umbre di mantenere la presenza sul mercato attraverso joint venture o stabilimenti produttivi.
Source link
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Source link