Voglia di vacanze sostenibili. Ricordandoci, per questa estate, ormai entrata nel vivo, che la parola “Holiday” (vacanze) non vuol dire poter smettere di fare attenzione al pianeta. Vacanza sostenibile, dicevamo. Gli esempi non mancano: andiamo al mare perch� abbiamo affittato un appartamentino per due settimane, ecco che il proprietario, cortesemente, ci ricorda che in un angolo di un terrazzino-vista baia ci sono i bidoncini della differenziata; oppure, saliamo in barca per una gita tutta per noi, e lo skipper di turno ci ricorda che non � proprio il caso di scartare in acqua tutto il non-necessaire della colazione a sacco. La stessa attenzione la porremo in montagna, al fresco di una meritata vacanza in quota, ricordandoci di riportare a valle tutti i nostri rifiuti.
Parlando di vacanza e sostenibilit�, potrebbe tornarci utile una recente ricerca, “La terza via della sostenibilit�”, realizzata dalla societ� Digital360, multinazionale italiana di advisory strategica e consulenza fondata da Riccardo Giovannini, e presentata in occasione del varo della nuova societ�, iSustainability, sempre della galassia Digital360. Nella ricerca non si parla espressamente di vacanze sostenibili ma, dalle interviste articolate attraverso 20 domande a pi� di 100 aziende italiane, emerge che il 94 per cento di esse riconosce che esiste una connessione tra impatto ambientale e sostenibilit�. Tra le aziende, troviamo anche piccole e medie imprese legate al food e all’hospitality, sicuramente collegate all’universo del settore vacanziero e quindi al nostro oggetto di indagine.
Nautica da diporto e green
E allora, prendendo in prestito la domanda principale della ricerca di Digital360 e chiedendoci se esista o meno una “Terza via” della sostenibilit� (in vacanza), ecco venirci incontro un altro studio, condotto da “VOIhotels”, del Gruppo Alpitour, secondo cui in Italia due persone su tre per le proprie vacanze opterebbero verso soluzioni a basso impatto ambientale. Tra i protagonisti di questa trasformazione c’� la nautica da diporto, e in particolare il charter a vela, che si distingue come una delle tipologie di vacanza pi� rispettose dell’ambiente. Il motivo? Ce lo spiega un’altra indagine, stavolta di Spartivento Group, operatore leader con sei basi in Italia, nella quale scopriamo che un turista nautico su tre sceglie una vacanza in barca per motivazioni legate alla sostenibilit� ambientale. La prova �, come sempre nei numeri: dal 2019 a oggi, il numero di turisti imbarcati � salito da 7.300 a pi� di 15mila all’anno (sempre secondo i dati forniti da Spartivento), oltre al ridottissimo impatto ambientale della nautica da diporto: secondo Confindustria nautica il suo contributo complessivo alle emissioni globali di CO2 � pari ad appena lo 0,006 per cento.
Il bello delle comunit� locali
Inoltre, decidendo di salpare con lo skipper di fiducia, sarebbero cinque i motivi di una vacanza sostenibile in barca a vela: dalla mobilit� a impatto quasi zero (la navigazione a vela sfrutta il vento, una risorsa naturale e rinnovabile, riducendo drasticamente l’uso del motore e quindi le emissioni di CO2) al risparmio di acqua ed energia (a bordo, queste risorse sono limitate e preziose e il loro consumo responsabile � parte integrante dell’esperienza di navigazione), dall’inquinamento ridotto (la raccolta differenziata � una prassi consolidata nei charter pi� responsabili) a un turismo lento e consapevole (si naviga rispettando i tempi del mare, visitando luoghi meno affollati e immergendosi negli ecosistemi locali) fino al supporto alle economie locali: chi viaggia in barca acquista direttamente sul territorio, dai mercati contadini alle enoteche, dalle botteghe artigiane ai piccoli ristoranti, contribuendo cos� allo sviluppo delle comunit� locali.
Turismo immersivo alla molisana
Lasciamo il mare per recarci nelle zone interne del Bel Paese, lungo il versante appenninico del Molise, a Castel del Giudice, in occasione di Restartapp, l’hub per giovani imprese dedicato alle startup i cui progetti potrebbero diventare nuove idee di impresa sostenibile. Sono sei gli aspiranti giovani imprenditori che hanno scelto di trascorrere, dallo scorso 30 giugno e fino al prossimo 3 ottobre, una estate innovativa e soprattutto lavorativa. Tra di loro c’�, per esempio, la genovese (da Rapallo) Aliai Ansaldi, la quale spera di trasformare un bosco all’insegna della permacultura (per la creazione di insediamenti umani sostenibili, producendo cibo, fibre ed energia per i bisogni della popolazione, preservando gli ecosistemi naturali); ma nel magnifico sestetto troviamo anche la molisana, ormai di casa a Bruxelles, Mariapia Muccigrosso, la quale, nei borghi dell’Alto Molise, proporrebbe esperienze culturali e turistiche immersive, in cui le comunit� locali diventano protagoniste di una narrazione collettiva.
Le dimore storiche antidoto all’overtourism
Infine (ma � difficile scrivere la parola “The End” in calce alle storie all’insegna della vacanza sostenibile) ci sono dei posti dove l’accoglienza turistica si intreccia con la vita quotidiana dei territori, offrendo esperienze autentiche e immersive che parlano delle nostre radici pi� profonde. Accade nelle oltre 4mila dimore storiche, visitate, lo scorso anno, da 35 milioni di persone. �Il 20 per cento delle dimore storiche si trova nelle aree interne del Paese, rappresentando un vero e proprio motore di aggregazione e di sviluppo economico per il territorio che in molti casi rischia lo spopolamento�, ricorda Maria Pace Odescalchi, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, sottolineando anche la mission sostenibilit� delle dimore storiche, che rappresentano anche una risposta concreta all’overtourism, grazie alla loro capacit� di delocalizzare i flussi turistici verso territori meno noti, ma ricchi di valore.
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