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quali sono le novità ipotizzate


  • Il nuovo decreto fiscale 2025, pubblicato in GU il 17 giugno 2025.
  • Per esempio, le spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto deducibili, se sostenute all’estero, sono sempre deducibili dal reddito.
  • I contribuenti ISA, forfetari e minimi possono versare le imposte fino al 21 luglio senza maggiorazione e fino al 21 agosto con una maggiorazione dello 0,40%.

Lo scorso 18 giugno 2025 è entrato in vigore il Decreto legislativo 17 giugno 2025, n. 84, noto come Decreto fiscale 2025, recante Disposizioni urgenti in materia fiscale. Il decreto si compone di circa 16 articoli, con i quali si attua una revisione su diversi ambiti del sistema fiscale, riguardanti quasi tutte le categorie di contribuenti, dalle imprese ai lavoratori, dagli enti non profit alle Pubbliche Amministrazioni.

Degne di nota sono le modifiche introdotte per i lavoratori autonomi e le rettifiche sui termini per il versamento delle imposte. In alcuni casi, il Decreto fiscale è intervenuto per modificare norme e adempimenti previsti solo dall’ultima Legge di Bilancio e, in altri, ha previsto modifiche, al momento, operative solo per il 2025.

Il Decreto fiscale deve essere convertito entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, a ridosso di ferragosto, precisamente entro il prossimo 16 agosto. Ciò significa che, in sede di conversione, potrebbe subire modifiche o integrazioni. Vediamo, intanto, cosa contiene il testo attuale.

Novità per i lavoratori dipendenti

Per i redditi da lavoro dipendente, nel nuovo decreto fiscale 2025 è stato rivisto il trattamento fiscale di alcune spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto sostenute dai lavoratori durante le trasferte. 

Tali spese, se sostenute al di fuori del territorio dello Stato, sono considerate deducibili e, dunque, da scomputare nel calcolo delle imposte, anche se non sono pagate con strumenti tracciabili, come bonifici bancari o postali. Per i costi di trasferta, sostenuti nel nostro Paese, permane invece l’obbligo di utilizzare strumenti di pagamento tracciabili ai fini della deducibilità dal reddito.

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Rimborsi spese per i lavoratori autonomi

Per comprendere le novità, apportate dal nuovo Decreto fiscale per i lavoratori autonomi, occorre fare un passo indietro di qualche mese. L’ultima Legge di Bilancio 2025 ha introdotto un generale obbligo della tracciabilità per le spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto. In altri termini, per considerare tali spese nel calcolo delle imposte e ottenere un minor debito di imposte da versare, queste devono essere sostenute con bonifico, bancomat o carta di credito.

Il Decreto fiscale 2025 è intervenuto su tale norma, allineando la disciplina prevista per i lavoratori dipendenti ai lavoratori autonomi. Anche per questi ultimi è stato previsto l’obbligo di tracciabilità delle spese solo nel caso in cui tali costi siano sostenuti al di fuori dei confini nazionali

Discorso diverso vale per le spese di rappresentanza, per le quali rimane l’obbligo di tracciabilità per la deducibilità dal reddito.

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Decreto fiscale e modifiche IMU

Come noto, l’IMU (Imposta comunale sugli immobili) è un tributo incassato principalmente dagli enti locali, ovvero i Comuni. Tali enti hanno la possibilità, nel rispetto dei parametri stabiliti a livello nazionale, di modificare le aliquote base IMU per il calcolo delle imposte. 

Per attuare aliquote diverse da quelle base nazionali, il Comune deve prima approvarle e poi pubblicarle in un apposito prospetto, utilizzando un sistema informatico a ciò predisposto. Il termine per completare tali attività, in origine fissato per il 28 febbraio, è stato prorogato al 15 settembre per il periodo di imposta 2025. 

È importante precisare che la proroga si applica nel caso in cui le nuove aliquote non siano state deliberate, ma anche al caso in cui, seppur adottate, non siano state pubblicate, nel rispetto della procedura informatica prevista.

Cosa succede se entro settembre i Comuni non adottano nuove aliquote e non le pubblicano? Si paga l’IMU, applicando le aliquote base (generalmente più basse) previste a livello nazionale.

Modifiche dichiarazione dei redditi e IRAP

Con riferimento all’annualità 2024, il Decreto fiscale è intervenuto sui termini per la presentazione delle dichiarazioni ai fini delle imposte sui redditi e IRAP.

In precedenza, il termine ordinario era fissato per il 31 ottobre 2025. Il Decreto fiscale ha stabilito che si considera nei termini, se la dichiarazione è presentata entro il successivo 8 novembre 2025.

Ciò nonostante, gli importi versati per regolarizzare un ritardo (mediante ravvedimento operoso) non possono essere, in ogni caso, rimborsati.

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Nuovi termini per il versamento delle imposte

Il Decreto fiscale prevede un differimento dei termini per il versamento delle imposte sui redditi, IRAP e IVA. Si tratta di un differimento che riguarda solo determinate categorie di soggetti, ovvero: 

  • i contribuenti ISA (soggetti che adottano indici di affidabilità fiscale, principalmente esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo);
  • i contribuenti forfettari, di cui all’art. 1, commi da 54 a 89 della legge 23 dicembre 2014, n.  190;
  • i contribuenti minimi, aderenti al regime non più adottabile, previsto dall’art. 27, D.L. n. 98/2011.

I citati contribuenti, per i quali il termine di versamento delle imposte era previsto per il 30 giugno, possono versare le imposte entro il 21 luglio senza alcuna maggiorazione. 

Il Decreto fiscale prevede, poi, un’ulteriore agevolazione. Entro il 20 agosto (30 giorni successivi a partire dal 21 luglio) è possibile ancora versare le imposte, ma, in tale caso, con una maggiorazione dello 0,40%.

Incentivi per nuove assunzioni

Il decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216 ha introdotto una modifica sulla deduzione dal reddito in caso di nuove assunzioni di personale. Il Decreto fiscale 2025, infatti, stabilisce che, per il calcolo della detrazione dal reddito, non si considerano le assunzioni di personale proveniente da società collegate nel computo dell’incremento occupazionale.

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Agevolazioni per l’uso del biodiesel e novità sulle accise

Il Decreto fiscale 2025 rivede anche la normativa in tema di utilizzo di biodiesel e sugli HVO (gasoli paraffinici da sintesi o idrotrattamento). A partire da quest’anno, per incentivare l’uso di biocarburanti, come il biodiesel e i gasoli paraffinici (HVO), è stata introdotta un’aliquota ridotta per il pagamento dell’accisa (pari a 617,40 euro per mille litri).

Il Decreto fiscale estende a sei anni (rispetto agli originari 5) le agevolazioni previste per chi utilizza il biodiesel, purché nel rispetto delle condizioni UE (Reg. 651/2014), senza il rilascio della preventiva autorizzazione UE.

L’applicazione dell’agevolazione è subordinata al rispetto di obblighi di rendicontazione a favore dell’Agenzia delle Entrate, che deve verificare il rispetto dei requisiti di sostenibilità. Tale modifica comporterà, almeno negli intenti del Governo, costi ridotti di accisa su biodisel.

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