Bologna – Disco verde dal centrosinistra, che parla di una manovra a tutela di cittadini, imprese e territorio capace di tenere insieme sviluppo economico e coesione sociale. Pollice verso dal centrodestra, per il quale si tratta di un provvedimento insufficiente e che non affronta i veri nodi della spesa pubblica, a partire dalla spesa sanitaria. L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato l’assestamento di bilancio, una manovra da oltre sessanta milioni di euro in più per sanità, imprese, ambiente e agricoltura: a favore hanno votato Pd-Avs-Civici-Movimento 5 Stelle, voto contrario di Forza Italia e Lega. Fratelli d’Italia e Rete civica non hanno partecipato al voto.
Scorrendo l’assestamento si vede che ci sono 33 milioni per la sanità per finanziare misure di assistenza di livello superiore a quelle essenziali (Lea), per le quali non è consentito utilizzare il Fondo sanitario nazionale come gli indennizzi per gli emotrasfusi, l’attivazione del numero unico europeo 112 ma anche il contributo, ad esempio, per l’acquisto di parrucche da parte delle pazienti in cura per patologie oncologiche o l’esenzione dal ticket di lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione. Con 10 milioni di euro di risorse regionali si garantisce il completamento degli investimenti in infrastrutture per la medicina territoriale (case e ospedali di comunità) finanziati in Emilia-Romagna dal Pnrr affinché nessun cantiere debba rallentare o fermarsi.
L’assestamento prevede 11,7 milioni di euro per la nascita di nuove imprese e 2,5 milioni per sostenere i settori agricoli in difficoltà come la coltivazione della patata, del riso e della barbabietola e per la promozione della pera. Altri 5 milioni sono destinati alle politiche ambientali, 4,2 i milioni all’attuazione di progetti di marketing e di promozione turistica, 4,1 milioni per i grandi eventi sportivi e di rilievo regionale e locale e 2,9 milioni per rafforzare le politiche culturali e a sostegno del patrimonio culturale. Nelle scorse settimane l’assestamento è stato oggetto di confronto nel corso della commissione Bilancio presieduta da Annalisa Arletti tra la Regione e le parti sociali, dove i rappresentanti dei sindacati, delle associazioni di impresa e del mondo del volontariato hanno apprezzato la proposta della Regione chiedendo però di tutelare i servizi sociali, di sostenere le imprese e il commercio, e un’attenzione all’efficacia della spesa pubblica. Assieme all’assestamento, l’Assemblea legislativa ha approvato anche il Defr, il documento di programmazione economica.
“Con questa manovra di assestamento la Regione rafforza la propria capacità di rispondere ai bisogni sociali dei cittadini, assicurando risorse aggiuntive per 65 milioni di euro- commentano il presidente della Regione, Michele de Pascale, e l’assessore al Bilancio, Davide Baruffi– a favore della sanità pubblica, a sostegno della competitività delle nostre imprese, dello sviluppo economico, del comparto turistico e del sistema culturale. In una fase complessa, è una manovra che dimostra tutta la sua solidità nel raggiungimento dell’equilibrio sanitario 2024 nonostante la cronica e costante insufficienza del Fondo sanitario nazionale”.
La manovra in sintesi
Sanità – Oltre 33 milioni sono destinati alla tutela della salute, risorse che vanno a sostenere investimenti e misure di assistenza di livello superiore a quelle ritenute essenziali (Lea), per le quali non è consentito utilizzare il Fondo sanitario nazionale. In particolare, sono finanziati gli indennizzi per gli emotrasfusi e l’attivazione del numero unico europeo 112, ma anche il contributo per l’acquisto di parrucche da parte delle pazienti in cura per patologie oncologiche o l’esenzione dal ticket di lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione. 10 milioni di euro aggiuntivi garantiranno il completamento degli investimenti in infrastrutture per la medicina territoriale (Case e ospedali di Comunità) finanziati in Emilia-Romagna dal Pnrr, affinché nessun cantiere debba rallentare o fermarsi.
Competitività e transizione ecologica – Sono 11,7 milioni le risorse aggiuntive messe a disposizione del sistema delle imprese, in particolare per l’accesso al credito per interventi per la qualificazione energetica e per il sostegno alla nascita di nuove imprese, attraverso i fondi rotativi; 1 milione di euro è a sostegno della transizione digitale delle imprese; 700mila euro a fondazioni e associazioni senza fini di lucro per la partecipazione a programmi europei di ricerca e innovazione; 2,5 milioni per interventi a favore di alcuni settori del comparto agricolo, oggi in sofferenza, e agroalimentare, in particolare a sostegno della coltivazione della patata, del riso e della barbabietola e per la promozione della pera Igt; 100 mila euro rafforzano infine la misura già finanziata a bilancio sui biodistretti.
Ambiente – Come negli anni precedenti, 5 milioni sono destinati all’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi idrici e i rifiuti (ATERSIR) per l’attuazione di un piano di azione ambientale per un futuro sostenibile.
Turismo, sport e cultura – Sono 4,2 i milioni destinati alla l’attuazione di progetti di marketing e di promozione turistica; 4,7 milioni alla manutenzione di impianti e alla promozione di grandi eventi sportivi e di rilievo regionale e locale; oltre 3 milioni per rafforzare le politiche culturali e a sostegno del patrimonio culturale.
In fase di assestamento e prima variazione vengono iscritte a bilancio anche risorse vincolate strategiche per lo sviluppo economico e sociale della regione Emilia-Romagna. Tra queste 93 milioni tra 2025 e 2026 di fondi del Programma GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) finanziato dal PNRR per sostenere l’inserimento lavorativo delle persone più fragili, 44 milioni, sempre di risorse PNRR, per investimenti per la qualificazione e ammodernamento di infrastrutture sanitarie, 10 milioni sul triennio per l’implementazione del piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza, 9,1 milioni nel triennio 2025-2027 per la realizzazione della Ciclovia del Sole, 9 milioni per il sostegno all’associazionismo comunale, 6 milioni sul fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (FOSMIT).
LA DISCUSSIONE – “Si tratta di un assestamento solido, che fa seguito al bilancio approvato a fine marzo di cui prosegue l’impegno politico di tenere insieme sviluppo economico e coesione sociale a partire dalla sanità pubblica che è sottofinanziata dal governo. Questa è la fotografia dell’Emilia-Romagna, una Regione che prende per mano la comunità e opera per tutelarla, pensando in primo luogo alla parte più fragile come dimostrato l’impegno per sanità e welfare”, spiega il relatore di maggioranza Fabrizio Castellari (Pd), che ricorda il quadro di grande incertezza internazionale, segnato dalle guerre e dai dazi Usa, e nazionale in cui si inserisce la manovra di viale Aldo Moro. “Il governo Meloni ha aumentato il contributo che la finanza pubblica chiede agli enti locali e alle Regioni. Per l’Emilia-Romagna era pari a 40,8 milioni nel 2024, quest’anno ammonta a 68,5 milioni mentre sarà 101,3 milioni per il triennio 2026-2028 e 111,5 milioni per il 2029. È previsto inoltre un decennio di radicale definanziamento di tutte le voci di investimento per gli enti locali e le Regioni di oltre 8 miliardi di cui 2,3 miliardi nel periodo 2027-2034”.
Diversa la posizione del relatore di minoranza Fausto Giannella (FdI) che sottolinea i ritardi della Regione: “Si critica il governo sul tema sanità dimenticandosi che ha aumentato le risorse per la sanità, ma -spiega- la Regione non riesce a razionalizzare la spesa e a migliorare i servizi a partire dalla sanità. La Regione con il Bilancio 2025 approvato a marzo ha aumentato le tasse regionali e introdotto ticket sanitari: abbiamo paura che anche in futuro ci sia un aumento delle tasse regionali e dei ticket in sanità. Questo assestamento fa solo piccoli ritocchi, con risorse per l’agricoltura che non sono sufficienti per affrontare i problemi del settore”.
“L’incertezza sulle politiche commerciali, la vulnerabilità finanziaria e le tensioni geopolitiche sono variabili da tenere in considerazione: per il 2025 è prevista una leggera decelerazione della crescita nazionale stimata allo 0,6% contro lo 0,7% del 2024. La Regione Emilia-Romagna grazie alle proprie politiche pubbliche affronta l’attuale difficile situazione con fondamentali buoni: viviamo una situazione difficile tanto a causa del contesto internazionale segnato da guerre, dazi Usa e problemi dei debiti pubblici e privati, quanto nazionale a causa della mancata volontà del governo di intaccare antichi privilegi per trovare le risorse necessarie a garantire i servizi pubblici per i cittadini”, sottolinea il relatore di maggioranza del Defr Daniele Valbonesi (Pd), mentre il relatore di minoranza Alberto Ferrero (FdI) ricorda come “i numeri dimostrano come l’economia dell’Emilia-Romagna sia in crisi, a partire dall’agricoltura e dall’edilizia. Occorrono azioni coraggiose per ridare fiato all’economia, ma questa Regione opera in maniera troppo ideologica, a partire dall’idea che solo l’energia prodotta da fonti rinnovabili vada valorizzata e da una visione talebana dell’ambiente. La sanità emiliano-romagnola ha troppi problemi, spesso legati all’ingerenza della politica. Mancano scelte strategiche, servono azioni di semplificazione e un maggiore impegno per la sicurezza”.
“Siamo una regione che continua a segnare indici più positivi rispetto al resto d’Italia, con un buon livello di attrattività e occupazione. Questo nonostante la non programmazione di nuovi investimenti del governo e tagli ai bilanci. La Regione continuerà a intervenire sul Fondo per la non autosufficienza per potenziare la rete sociale e il sostegno alle persone più fragili e centrale sarà la collaborazione con il terzo settore. Il secondo pilastro è la sanità pubblica, cuore della società emiliano-romagnola. Bisogna rispondere alle esigenze con la vicinanza, assistenza continua, facile e accessibile, riduzione delle liste di attesa. Il sistema sanitario funziona meglio quando tutta la popolazione ne beneficia”, spiega Gian Carlo Muzzarelli (Pd).
Maria Costi (Pd) evidenzia come “col Defr e l’assestamento riaffermiamo che l’Emilia-Romagna è una comunità poiché vengono rafforzati gli strumenti di partecipazione dal basso per far sì che ogni area possa concorrere a crescita e sicurezza collettiva. Nella commissione che presiedo, Giovani e Scuola, stiamo lavorando per abbattere la povertà educativa e formativa. Useremo al meglio i fondi europei per coprire la domanda di servizi, con attenzione per la fascia 0-6 e per i bambini con disabilità. Insieme dobbiamo curare l’appropriatezza dell’offerta e contrastare abbandono scolastico. Tema centrale i diritti umani e l’educazione alla pace che va promossa su tutti i territori”.
Giancarlo Tagliaferri (FdI) critica la mancanza di confronto da parte della giunta: “Questo assestamento è un caos, sintomo di una gestione finanziaria disordinata e opaca. A partire dall’urgenza invocata dalla giunta per l’incasso degli indennizzi assicurativi per i danni da maltempo subiti due anni fa. Anche questo dimostra una programmazione lacunosa, senza dettagli di spesa chiari e trasparenti. La gestione delle emergenze non può diventare deroga al principio di programmazione. Questa variazione di bilancio è superflua e democraticamente pericolosa. La spesa sanitaria è stata ridotta di quasi un miliardo di euro: a chi lo imputate? Al governo? A Bruxelles? Questo è un disavanzo mascherato da variazione contabile. Si riduce il bilancio per non programmare e nel silenzio generale non sono state spiegate le priorità strategiche. Dite che questa regione investe ma siamo in recessione, si privilegia il racconto autocelebrativo a discapito della trasparenza”.
Per Annalisa Arletti (FdI) “il calo del Pil e dell’export dimostrano che abbiamo perso dinamismo e lo dobbiamo riconoscere. Nell’assestamento vediamo investimenti importanti ma se guardiamo alla spesa improduttiva il rischio è continuare a mettere mano nelle tasche dei cittadini e non risolvere i problemi. Si creano sistemi e apparati invece di togliere il superfluo per puro approccio ideologico a discapito dell’interesse collettivo. Questa giunta di sinistra invece di lavorare con trasparenza si limita a piccoli aggiustamenti mentre vengono distribuite risorse con logiche vecchie, lontano dai bisogni delle famiglie cittadini: chiediamo che ogni euro speso venga giustificato. Quanto serve all’Emilia-Romagna per la sanità per non avere buchi e non alzare le tasse? A mio avviso non lo sapete perché non avete mai analizzato in modo puntuale l’andamento della spesa. Sono disponibile a portare trimestralmente in commissione Bilancio un’analisi della spesa se no si rischia di tornare ad aumentare le tasse”.
“Dobbiamo vincere la sfida della longevità: va bene essere la regione dove si vive più a lungo, ma si deve anche vivere bene. Per questo dobbiamo affrontare la sfida della natalità e dell’assistenza agli anziani e la difesa del territorio che è da tutelare. Visto che non si possono fabbricare dei soldi, dobbiamo razionalizzare le spese e fare i cambiamenti che vanno fatti a partire da una riduzione della burocrazia e investire ancora di più sulla scuola, dalla collaborazione con il mondo delle imprese per favorire la ricerca di lavoro e di personale”, spiega Elena Ugolini (Rete civica) che invita a migliorare la qualità della sanità privata e a valorizzare quella privata accreditata.
“La maggioranza e la giunta rappresentano l’Emilia-Romagna come un mondo perfetto: i fatti, invece, dicono che le cose sono molto diverse, non c’è nulla di perfetto, non si ha nessun coraggio di dire cose c’è che non funziona e come risolverlo. Bisogna avere il coraggio di aprire una discussione e un dibattito”, spiega Valentina Castaldini (FI) per la quale “la tanto citata semplificazione rischia di essere un’etichetta e non un processo reale. Anche sui fondi europei è vero che l’Emilia-Romagna li utilizza bene, ma è una cosa già detta, non si dice nulla di nuovo”.
“Oggi non si può più parlare di nord e di sud Italia, ma di aree interne e Appennino: per questo non concordo con le proposte del governo su questo tema”, spiega Lodovico Albasi (Pd) per il quale “il governo ha detto che vuole approvare una nuova legge sulla montagna, ma, indipendentemente da quello che scriverà il governo nella legge, mancano le risorse per sostenerla: per ridare dignità alla montagna servirebbero due miliardi, ma sentiamo dire che ci saranno solo 200 milioni”. “Per l’ennesima volta ci avviciniamo alla votazione di un documento importante dove però non c’è nulla di nuovo, ma solo idee frutto di una furia ideologica che non dà risposte ai cittadini. Un esempio? La giunta vuole trasformare la polizia locale da forza di polizia a servizio di polizia e lo si collega alla parola “green”. Forse si vorrebbero fondine per pistola biodegradabili? La giunta pensa che i problemi dei cittadini si risolvano con gli approvvigionamenti green per le forze dell’ordine”, spiega Ferdinando Pulitanò (FdI).
Nel suo intervento il Presidente della Regione Michele de Pascale ribadisce l’importanza dei provvedimenti proposti dalla giunta: “Confermiamo scelte strategiche, a partire dalle risorse al fondo regionale per la non autosufficienza perché le fragilità sono prima di tutto un problema cui si deve fare carico l’intera comunità, mettiamo in campo un investimento che non ha precedenti. E’ evidente che la sanità occupa uno spazio rilevante, parliamo di un bilancio dentro il bilancio, e noi cerchiamo di fare la nostra parte garantendo risposte migliori con risorse inferiori. Prendo atto che Forza Italia da Roma ha ammesso che servono più risorse per la sanità, peraltro privatizzare il sistema sanitario non determinerebbe una riduzione dei costi”. Il presidente sottolinea anche le altre priorità della Regione: dal trasporto pubblico locale alla difesa e tutela del territorio, passando dalla casa al sostegno alle imprese.
Luca Pestelli (FdI) annuncia di avere presentato diversi emendamenti al bilancio: “Servono idee nuove, i costi sociali causati dai mancati servizi non devono diventare costi economici per i cittadini. Resta centrale il tema della tutela del territorio, con il coinvolgimento anche del sistema agricolo, così come quello della salute del cittadino, servono poi progetti fattivi di welfare, manca una visione”. Per Paolo Burani (Avs) “non è vero che gli ambientalisti non vogliono, solo per fare un esempio, la manutenzione dei fiumi, questa è una delle narrazioni della destra italiana. Togliere le protezioni ambientali non aiuta, l’attivista climatico oggi viene incarcerato, da Roma si investe sulle armi militari ma non sull’ambiente, i diritti sociali vengono considerati superflui, al centro si mette sempre il tema del profitto, sinistra vuole dire emancipazione sociale, serve avere il coraggio di affrontare la realtà, serve uno sviluppo giusto. La crisi climatica colpisce sempre i più poveri, mentre chi inquina spesso è chi ha di più: il diritto alla casa non è un privilegio, la libertà è dare la possibilità agli emiliano-romagnoli di crescere. Questo si fa con questo bilancio”.
Nicola Marcello (FdI) sul problema della carenza di sanitari in regione: “Sui medici e sugli infermieri da Roma si sta facendo un importante lavoro”. Alice Parma (Pd) illustra un suo emendamento che “prevede un finanziamento da 360mila euro destinato alle realtà impegnate nel settore della cultura che stanno subendo tagli del ministero. Abbiamo chiesto chiarezza sulle commissioni ministeriali per costruire un dialogo e aprire un confronto insieme per capire cosa sta accadendo alle realtà che si occupano di spettacolo dal vivo. Siamo disponibili ad aprire un dialogo col governo”. Paolo Trande (AVS) sottolinea come “con questo Defr e questo assestamento, introduciamo innovazioni importanti, in particolare sulle politiche abitative, per dare risposte all’emergenza. In un contesto come quello internazionale, già segnato da conflitti, dobbiamo tenere conto anche degli effetti dei dazi imposti dagli Usa che si abbatteranno come una mannaia anche sull’economia emiliano-romagnola. In Emilia-Romagna manteniamo i nostri propositi di programma pur con l’inadeguatezza delle politiche di governo come i tagli alla sanità e nonostante i costi dell’energia. Dalle rinnovabili poteva arrivare una risposta ma dopo mesi di annunci non abbiamo ancora un quadro normativo chiaro”.
Per Tommaso Fiazza (Lega): “Se in Emilia-Romagna tutto andava bene come ci veniva dipinto e tutto era perfetto, perché abbiamo aumentato le tasse ai cittadini? Un capitolo va aperto sulle partecipate della Regione: molte hanno cambiato forma giuridica ma non se ne trova traccia sul Defr. Ad esempio, i Consorzi agroalimentari, emblematico il caso di Rimini. Lo stesso sul comparto fieristico: Rimini Fiera si è trasformata in Spa ma non c’è traccia nel Defr. Il Defr dovrebbe contenere indirizzi strategici sulle partecipate e questo è un problema serio perché sono soggetti che gestiscono risorse pubbliche e servizi essenziali. Anche la Corte dei conti ha evidenziato la necessità di rinnovare i ‘patti parasociali’ a garanzia dell’operato delle partecipate. Certe trasformazioni non possono passare sottotraccia”. Marco Mastacchi (Rete Civica) evidenzia “come non si sia riusciti a lavorare in modo approfondito per arrivare alla definizione di questi documenti come si è fatto negli scorsi anni. I problemi più evidenti riguardano sanità e liste d’attesa che impattano sulla performance della sanità e sulla pelle delle persone. Ci sono norme sia nazionali sia regionali che avrebbero dovuto essere la soluzione dei problemi ma non sono state applicate. Un tema che mi sta a cuore è quello delle aree interne: si è fatto poco sulle soluzioni e non è sempre questione di fondi ma di strategie complessive. Si fanno annunci ma poi nei fatti non si concretizzano. La sessione di bilancio è anche occasione per fare una valutazione politica sull’operato della giunta. Sul tema alluvione non ho visto un cambio di passo: si è fatto un elenco delle opere annunciate in passato e mai realizzate”.
“Cambiamento climatico e tutela dell’ambiente sono le grandi sfide per la nostra classe politica: bisogna sapere coniugare la riduzione delle emissioni inquinanti con la tutela del nostro settore manifatturiero: gli 11 milioni previsti in assestamento per le imprese vanno proprio in questa direzione”, spiega Vincenzo Paldino (Civici) che ricorda anche come la Regione abbia raddoppiato le risorse per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua e abbia promosso iniziative di sostegno all’uso di treni e autobus come il progetto “Salta su”, l’iniziative per favorire l’uso dei mezzi pubblici da parte degli studenti. “L’Emilia-Romagna è una terra in cui è bello vivere, in cui vale la pena restare a vivere e investirci una vita. E per far sì che questa cosa resti valida anche in futuro bisogna garantire il diritto e il dovere a essere felici: la Regione sta facendo la propria parte sostenendo la sanità, prendendosi cura e facendosi carico delle persone più fragili e non autosufficienti, la scuola e investendo nella casa quando altrove si tagliano le risorse per i fondi per l’affitto”, spiega Maria Laura Arduini (Pd).
“Contrariamente a quanto viene annunciato nel 2025 per la sanità, non c’è un aumento di 57 milioni di euro ma la spesa sanitaria viene ridimensionata”, spiega Pietro Vignali (FI) per il quale “nonostante il diritto alla casa sia dichiarato prioritario da parte della giunta, non sono previsti nuovi fondi per il 2025. Al contrario, si registrano forti tagli soprattutto all’edilizia pubblica e l’housing sociale pari a 48 milioni, un taglio dovuto anche a mancati finanziamenti esterni o ritardi nei progetti. Il diritto alla casa, pur proclamato, non trova riscontro in impegni di spesa aggiuntivi nel 2025. Di fatto, nessuna iniziativa nuova viene finanziata con fondi regionali”.
“Viviamo un tempo che somiglia per molti versi agli anni ’70, alta inflazione, instabilità geopolitica, tensioni sociali in crisi ambientali. Oggi come allora pare che il mondo sia attraversato da forze che disgregano certezze, mettono in discussione i modelli consolidati. Oggi come allora anche le risposte sono incerte e spesso contraddittorie. La differenza è che negli anni ‘70 si scelse di rafforzare il ruolo dello Stato, si sono investite ingenti risorse nella sanità pubblica, nella scuola, nelle strade, nelle ferrovie, nell’edilizia popolare, si credeva nel ruolo attivo delle istituzioni come fattore di coesione e di progresso. Perché dico questo? Perché oggi invece il ruolo dello Stato e delle autonomie lovali viene ridotto a quello di mero esecutore di quanto deciso a Roma o a Bruxelles”, spiega Lorenzo Casadei (Movimento 5 Stelle).
Alle osservazioni dei consiglieri ha replicato l’assessore al Bilancio Davide Baruffi che ha invitato a vedere le differenze tra le politiche pubbliche del governo e quelle della Regione, ribadendo come viale Aldo Moro stia operando per garantire servizi alle persone, sostegno alle imprese e al mondo del lavoro e tutela del territorio.
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