Negli ultimi anni si è diffusa una nuova forma di truffa digitale, che sfrutta l’immagine di personaggi pubblici per ingannare gli utenti online. Celebrità come Fabio Fazio, Alessia Marcuzzi, Francesca Fagnani e Paola Cortellesi sono state utilizzate senza il loro consenso in spot fraudolenti che circolano sui social network.
Secondo le segnalazioni, tali video diffondono false notizie, tra cui presunte espulsioni da programmi televisivi o rivelazioni shock fatte a microfoni aperti. Le tecniche impiegate includono fotomontaggi, manipolazioni audio e, più recentemente, l’uso di deepfake. Questi ultimi rappresentano un salto qualitativo nella capacità di rendere credibile un contenuto falsificato, imitando non solo l’aspetto e la voce della persona ritratta, ma anche inflessioni e movimenti labiali con un elevato grado di precisione.
Che cos’è un deepfake
Il termine “deepfake” nasce dalla combinazione di “deep learning” e “fake”. Si tratta di video, immagini o audio generati con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, capaci di alterare contenuti reali fino a renderli ingannevolmente autentici. Grazie a software avanzati, è possibile sovrapporre volti a corpi di altre persone, riprodurre il tono di voce di figure note e collocare dichiarazioni mai rilasciate in contesti fittizi.
La Polizia Postale segnala un aumento nell’utilizzo dei deepfake a scopo fraudolento, in particolare in ambito finanziario e pubblicitario. In alcuni casi, questa tecnologia viene utilizzata anche per diffondere contenuti pornografici non consensuali, danneggiando l’immagine e la reputazione delle vittime.
Come riconoscere un deepfake
Anche se sempre più sofisticati, i deepfake possono presentare segni rivelatori. Le parti del corpo al di fuori del volto, come mani o postura, spesso risultano innaturali. Le luci e le ombre potrebbero essere incoerenti, e alcuni dettagli come il battito delle ciglia, il movimento degli occhi o la definizione dei denti possono sembrare artificiosi. Inoltre, la perfetta sincronizzazione tra voce e movimento labiale rimane difficile da replicare con precisione.
Le truffe legate a criptovalute e trading online
Una delle truffe più diffuse associate ai deepfake è quella delle criptovalute. Si tratta di annunci pubblicitari in cui vip italiani sembrano promuovere investimenti in Bitcoin o altre valute digitali, promettendo rendimenti elevati e immediati. Questi spot appaiono su social network, spesso veicolati da pagine dai nomi rassicuranti come “Ricerca scientifica”, e includono commenti fittizi di utenti che dichiarano di aver già guadagnato migliaia di euro.
Un caso emblematico riguarda un video in cui appare Giorgia Meloni, in un finto reel pubblicato su Facebook, che invita gli utenti a investire 250 euro per ottenere grandi profitti. Il filmato, professionale e accurato, include riferimenti a noti istituti bancari italiani, come Unicredit e Banco BPM, il cui logo viene mostrato senza autorizzazione per legittimare la proposta.
Anche l’amministratore delegato di ENI è stato coinvolto in un falso video promozionale. La Polizia Postale, con la collaborazione del servizio di sicurezza di ENI, ha scoperto un gruppo di truffatori che sfruttava immagini contraffatte del dirigente per promuovere fittizie piattaforme di investimento. Sono stati oscurati 473 siti web, account e annunci pubblicitari, e individuati soggetti coinvolti nella monetizzazione dei proventi illeciti.
Le pillole miracolose e i finti testimonial
Un’altra variante di truffa diffusa online riguarda la promozione di prodotti legati alla salute o al benessere, come integratori o pillole dimagranti. Anche in questo caso, l’immagine di personaggi noti viene associata senza autorizzazione a presunti benefici del prodotto. Le pubblicità sono spesso accompagnate da recensioni fasulle e da finti articoli di giornale che ne confermano l’efficacia, costruendo una narrazione apparentemente affidabile.
Le raccomandazioni della Polizia Postale
Per contrastare queste truffe, la Polizia Postale consiglia di:
- diffidare di proposte che promettono guadagni elevati in breve tempo;
- non fidarsi di annunci che usano loghi aziendali o volti noti come garanzia di affidabilità;
- verificare sempre se l’intermediario finanziario è autorizzato dalla Consob;
- preferire società operanti nell’Unione Europea;
- controllare l’esistenza di una sede legale e di una partita IVA valida.
In caso di truffa, è fondamentale denunciare tempestivamente. Le autorità possono così attivare i canali di cooperazione internazionale per tentare il recupero delle somme sottratte.
I numeri di deepfake e truffe
Il fenomeno di deepfake e truffe sembra inarrestabile. La caratteristica principale di questa tipologia di truffa è la sua ciclicità, cioè la capacità di riapparire dopo ogni aggiornamento dei social o segnalazione che dovrebbe impedire la diffusione. Una costante pubblicazione che nel 2024 secondo la Polizia postale ha creato un giro d’affari illegale di oltre 110 milioni di euro se si considerano i soldi che le vittime hanno versato inconsapevolmente. Sempre nell’ultimo anno c’è stato aumento del 12% delle truffe finanziarie e di quelle relative al trading online con una crescita costante di portali e account social che propongono iniziative del genere.
Caso Cracco: pubblicità falsa da 5 milioni di views
Uno dei casi più eclatanti è quello che ha coinvolto Carlo Cracco. Lo chef è stato protagonista, suo malgrado, di uno spot fasullo che ha raggiunto oltre 5 milioni di visualizzazioni. Nel video, Cracco viene arrestato in diretta da agenti della Banca d’Italia con l’accusa di rivelare segreti finanziari durante una trasmissione televisiva. Il contenuto, completamente inventato, ricalca uno schema ricorrente: un vip irriverente che svela un sistema infallibile per arricchirsi con le criptovalute, seguito da un irruzione forzata e da un tentativo di censura istituzionale.
Lo stesso format è stato replicato con altri personaggi famosi come Roberto Saviano e Luciana Littizzetto, anch’essi presentati come promotori inconsapevoli di sistemi per “fregare il sistema”. Questi video vengono condivisi da pagine social fittizie e accompagnati da link sospetti che invitano l’utente a registrarsi o a scaricare app. In realtà, l’obiettivo è sottrarre dati sensibili o proporre pagamenti per servizi inesistenti.
La crescente diffusione di queste pratiche mostra come i deepfake siano diventati strumenti di disinformazione sempre più pervasivi. Per questo, riconoscere segnali di manipolazione e adottare un atteggiamento critico verso i contenuti online rappresenta una difesa essenziale contro i raggiri digitali.
Un problema internazionale e la riforma dalla Danimarca
Le truffe deepfake sono diffusissime in tutto il mondo. Cantanti, attori e vip vengono incosapevolmente coinvolti in pubblicità nate esclusivamente per estorcere denaro. Negli ultimi anni inoltre sono tantissime le truffe basate sulla clonazione di voce di alti dirigenti aziendali che hanno portato a gravi danni economici con trasferimetni di milioni di dollari per false acquisizioni o finti fornitori. Proprio per questo la Danimarca ha proposto una riforma della legislazione sul copyright che prevede corpo, voce e tratti somatici abbiano protezione legale e quindi siano protetti dal diritto d’autore. Con questa legge ci sarà una equiparazione dell’identità fisica e vocale alle opere d’arte. Se approvata dall’Unione Europea potrà tutelare i volti noti coinvolti in queste truffe da imitazioni digitali della loro identità.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link