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La missione del Parlamento europeo per verificare come l’Italia sta attuando il Pnrr


Esiste una differenza sostanziale tra essere il primo Paese per quantità di fondi ricevuti e dimostrare di saperli impiegare in modo efficace. Con 191,5 miliardi di euro assegnati attraverso il programma Next Generation Eu, l’Italia è il principale beneficiario del piano europeo di ripresa. Finora l’Italia ha ricevuto oltre il sessantadue per cento dei fondi previsti dal piano, ma ne ha spesi solo un terzo. Secondo la Corte dei Conti e la Banca d’Italia, i ritardi si concentrano soprattutto in settori importanti come la sanità, la scuola e le politiche sociali. Molti dei soldi spesi finora sono stati usati per bonus fiscali, mentre le opere pubbliche avanzano lentamente.

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Ora una delegazione del Parlamento europeo è a Roma per verificare come il nostro Paese stia attuando il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e soprattutto dove si rischia di non riuscire a spendere tutto entro la scadenza del 2026. La posta in gioco non è solo politica, ma anche tecnica: comprendere cosa sta funzionando e cosa no serve a evitare che in futuro altri fondi europei vengano mal gestiti o, al contrario, a promuovere le buone pratiche che possono diventare modello per tutta l’Unione.

«Non siamo qui per giudicare nessuno. Siamo qui per vedere come le cose stanno andando, quali sono le difficoltà e imparare da queste esperienze per i futuri programmi», ha spiegato Carla Tavares, eurodeputata socialista portoghese e presidente della delegazione parlamentare in missione a Roma, durante la conferenza stampa presso la sede del Parlamento europeo in Italia, in via IV Novembre.

La delegazione è composta da altri cinque europarlamentari appartenenti alle commissioni Bilanci (Budg) e Affari economici e monetari (Econ) del Parlamento europeo, in rappresentanza di diversi gruppi politici e Stati membri; resterà in Italia fino al 24 luglio. Si tratta della seconda missione di accertamento sul campo dopo quella svolta in Grecia, nell’ambito dell’attività di monitoraggio sull’attuazione del Recovery and Resilience Facility.

L’obiettivo, ha spiegato Tavares nel dettaglio, è in generale analizzare la governance nazionale del Pnrr, ma nel dettaglio verificare l’efficacia dei controlli antifrode, discutere con le autorità locali e visitare progetti simbolo del Piano. Il tutto all’interno di un programma fitto che ha incluso incontri con la Corte dei Conti, le Regioni, i Comuni e la struttura di missione istituita per il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il Recovery and Resilience Facility, lo strumento principale di Next Generation EU, rappresenta un inedito nell’architettura finanziaria europea. Basato su prestiti e sovvenzioni erogati in cambio di riforme e investimenti misurabili, ha invertito il paradigma della solidarietà passiva: per ricevere, bisogna dimostrare. E in passato il nostro Paese ha purtroppo dimostrato di non sapere spendere al meglio i fondi europei.

 

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Alla domanda diretta su questa criticità storica, Tavares ha risposto con realismo istituzionale: «Tutti i Paesi stanno affrontando difficoltà, non è solo l’Italia – tutto era nuovo, il tempo era poco, il programma doveva essere preparato ed eseguito rapidamente. È normale che ci siano ostacoli». E ha aggiunto: «Non siamo qui con una visione critica per condannare, ma per capire e portare queste lezioni nel futuro».

Con la parola «futuro», Tavares intende la definizione del nuovo Quadro finanziario pluriennale post-2027, che nei piani della Commissione europea dovrà essere il più ricco di sempre. Ma bisogna sapere dove indirizzare i finanziamenti per non disperderli. Le lezioni raccolte sul campo in Italia e in altri Stati Ue serviranno a orientare la progettazione dei prossimi strumenti di coesione. «Quello che impariamo in queste missioni confluirà nella discussione sul prossimo Qfp. È importante ascoltare tutti gli attori coinvolti, capire cosa ha funzionato e cosa no».

Insomma, il Parlamento europeo viene in pace e addirittura mette già una medaglia al petto del modello di governance italiano, unico in Europa nell’aver attribuito un ruolo specifico alla Guardia di finanza per il controllo dei fondi. «L’Italia è l’unico Stato membro ad aver assegnato una responsabilità esplicita nella gestione del Pnrr a una forza di polizia finanziaria. È un approccio significativo ed è stato molto interessante vederlo da vicino».

La delegazione europea ha analizzato in particolare il progetto Roma Caput Mundi, uno degli interventi finanziati con il Pnrr, dedicato alla valorizzazione del patrimonio storico della capitale. Un secondo sopralluogo è previsto al porto di Fiumicino, nel settore infrastrutturale. «Ieri abbiamo visitato due progetti e oggi e domani ne visiteremo altri. Abbiamo solo tre giorni, il tempo previsto per queste missioni, e cerchiamo di incontrare il maggior numero possibile di protagonisti del Pnrr in Italia» ha detto Tavares.

Nel commentare le visite, l’eurodeputata ha messo l’accento sulla questione della visibilità degli investimenti. «Oggi abbiamo visto ottimi investimenti nella mobilità. Sono progetti spesso molto costosi, difficilmente realizzabili con i soli bilanci nazionali. Senza il sostegno dei fondi europei sarebbe molto difficile portare avanti queste trasformazioni».

Per questo, ha spiegato, la delegazione si impegna a incontrare anche chi non è riuscita a vedere a Roma, a causa della sovrapposizione con il Consiglio dei ministri: «Forse invieremo una lettera ai ministri degli Affari europei e dell’Economia per riferire le nostre osservazioni. È importante completare il quadro».

Giovedì 24 luglio, gli eurodeputati discuteranno le riforme relative ad appalti pubblici, pubblica amministrazione e giustizia, confrontandosi con i ministeri competenti, magistrati e alti funzionali. Poi parteciperanno a una tavola rotonda con rappresentanti sindacali di Cgil e Uil, e Confindustria. Infine, la visita si concluderà a Frascati, al centro Esrin dell’Agenzia spaziale europea, dove verrà mostrato come gli investimenti del Pnrr stiano sostenendo la ricerca scientifica all’avanguardia sull’osservazione della Terra, creando occupazione altamente qualificata.

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