La moda sostenibile sta evolvendo rapidamente grazie all’adozione di tessuti bio-based. Questi materiali, derivati da risorse naturali rinnovabili, sono fondamentali per ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile, promuovendo l’uso di filiere circolari e innovazioni tecnologiche che rispondono alla crescente domanda di soluzioni ecologiche e responsabili.
L’impatto ambientale dell’industria tessile
L’industria tessile e della moda è alle porte di una trasformazione epocale, paragonabile per impatto all’introduzione delle fibre sintetiche nel secolo scorso. Storicamente, questo settore è stato uno dei maggiori responsabili del consumo di risorse idriche e del rilascio di microplastiche, con emissioni di CO₂ significative. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, nel 2020 gli acquisti di prodotti tessili nell’UE hanno generato circa 270 kg di emissioni di CO₂ per persona, pari a 121 milioni di tonnellate di gas serra.
Oggi, un’ondata di innovazioni nella bioeconomia e normative europee sempre più stringenti stanno spingendo l’industria verso un modello circolare, l’adozione di materiali derivati da biomasse (bio-based) e lo sviluppo di nuove filiere sostenibili.
La bioeconomia e l’evoluzione dei tessuti bio-based
La chiave di questa trasformazione risiede, appunto, nelle soluzioni bio-based provenienti dalla ricerca europea, che si propongono di sostituire i materiali di origine fossile non biodegradabili. Utilizzando risorse biologiche rinnovabili come scarti agroalimentari e biomasse di seconda generazione, è possibile sviluppare polimeri che imitano le proprietà dei materiali fossili, ma con un’impronta ambientale significativamente ridotta. Questo contribuisce non solo alla competitività, ma anche alla sostenibilità del settore tessile europeo, favorendo l’emergere di una vera e propria bioeconomia.
POLYMERS-5B: un progetto europeo innovativo
Al centro di questa rivoluzione si trova POLYMERS-5B, un progetto europeo finanziato con 5,6 milioni di euro dal Circular Bio-based Europe Joint Undertaking (CBE JU), una partnership pubblico-privata tra la Commissione Europea e il Bio-based Industries Consortium (BIC). Le promettenti soluzioni di POLYMERS-5B sono state presentate il 13 giugno 2025 all’interno di ECOSYSTEX, il polo europeo per la circolarità nel settore tessile.
L’obiettivo primario di POLYMERS-5B è creare materiali innovativi attraverso la biocatalisi e la green chemistry che emulano le plastiche tradizionali, ma con un impatto ambientale notevolmente ridotto. La ricerca si concentra sulla selezione di monomeri bio-rinnovabili derivati da scarti dell’industria conserviera del pomodoro e della produzione dell’olio d’oliva, nonché dalla polpa di legno. Il progetto non si limita alla creazione di nuovi materiali e all’identificazione di processi di estrazione sostenibili (ottimizzati anche tramite l’intelligenza artificiale), ma punta anche alla creazione di filiere circolari per garantire la sostenibilità ambientale dei prodotti e delle applicazioni finali in diversi settori, con una valutazione completa del loro ciclo di vita.
Gli obiettivi del progetto POLYMERS-5B
Le ricerca di POLYMERS-5B un progetto europeo finanziato dal CBE JU, con un finanziamento di 5,6 milioni di euro, per esempio, intende creare attraverso la biocatalisi e la green chemistry materiali innovativi che imitino le plastiche tradizionali, ma con un impatto ambientale notevolmente ridotto.
In particolare, la ricerca in corso punta a selezionare monomeri bio- rinnovabili da scarti dall’industria conserviera del pomodoro e della produzione dell’olio d’oliva, e da polpa di legno. Il progetto non solo mira alla creazione di nuovi materiali e all’identificazione di processi di estrazione sostenibili, utilizzando tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, ma anche alla creazione di filiere circolari e, in ultima analisi a garantire sostenibilità ambientale dei prodotti e delle applicazioni finali valutandone il ciclo di vita.
La ricerca promette in pratica lo sviluppo di materiali con un’impronta ambientale significativamente ridotta e si candidano a generare nuove filiere bio-based che possano gradualmente favorire lo sviluppo di una bioeconomia.
Tecnologia e sostenibilità nel progetto POLYMERS-5B
I polimeri bio-based oggetto della ricerca sono biodegradabili e imitano le performance dei materiali fossili. Questi materiali, come poliesteri e poliammidi con gruppi funzionali specifici, sono stati sviluppati anche per applicazioni tessili, con prestazioni simili e una minore impronta ambientale. Per esempio, a partire dalla estrazione di monomeri dagli scarti dell’industria conserviera, abbiamo già sviluppato polimeri adatti alla produzione nuovi filati da testare per la successiva produzione di prototipi per costumi da bagno e abbigliamento per bambini, con la collaborazione di aziende come BOBO CHOSES, marchio spagnolo noto per l’abbigliamento creativo e sostenibile, che valideranno la sostenibilità e la sicurezza e tessuti biodegradabili per l’abbigliamento.
Infatti, grazie all’expertise del Centro Tecnologico Catalano EURECAT, il progetto adotta principi di “Safe and Sustainable by Design” fin dalle prime fasi di sviluppo dei polimeri, considerando la sostenibilità, la sicurezza e la circolarità come elementi centrali. Inoltre, l’uso di strumenti di intelligenza artificiale e machine learning ottimizza i processi di estrazione dei monomeri bio- based e di sintesi dei polimeri, portando a una produzione più efficiente e sostenibile.
I processi di chimica verde e biocatalisi brevettati dall’Università di Lisbona, dal team di ricerca guidata dal professor Luis Fonseca, sono la tecnologia POLYMERS-5B che risulta innovativa perché sfrutta reazioni chemo-enzimatiche in condizioni ambientali blande, come in acqua o sistemi senza solventi. Questo approccio riduce l’uso di sostanze chimiche pericolose e minimizza l’impatto ambientale dei processi di produzione dei polimeri rispetto a quelli tradizionali.
Opportunità per le aziende italiane nella bioeconomia tessile
In qualità di partner di progetto, contribuiamo alla ricerca di POLYMERS-5B per lo sviluppo di soluzioni nel settore moda tessile, identifichiamo nuove sfide delle imprese, come ad esempio di recupero degli sfridi di poliestere per garantirne una nuova filatura, puntando a scalare soluzioni pronte per la produzione industriale. Stiamo monitorando le opportunità di ricerca e sviluppo con la copertura dei costi grazie a contributi a fondo perduto dedicati a soluzioni di economia circolare. Le aziende italiane del settore potrebbero cogliere queste opportunità e candidarsi come partner industriali nei progetti collaborativi.
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