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Piano Mattei, l’appello di Gozzi (Confindustria): “Avanti sul cavo Elmed e aprire l’Africa alle pmi”


Confindustria intende mappare le attività dei grandi gruppi come Eni ed Enel per creare modelli di filiera e coinvolgere le piccole e medie imprese, desiderose di accedere ai nuovi mercati africani.

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L’infrastruttura fondamentale del Piano Mattei è il cavo elettrico Elmed tra Sicilia e Tunisia, essenziale per importare energia rinnovabile e favorire la decarbonizzazione industriale italiana. L’aumento dei costi ne mette però a rischio la realizzazione, per cui si sollecita un’azione decisa per coprire il gap finanziario, anche con fondi privati e dell’UE. Altro progetto strategico è il corridoio ferroviario di Lobito in Angola. Confindustria intende poi mappare le attività dei grandi gruppi come Eni ed Enel per creare modelli di filiera e coinvolgere le piccole e medie imprese, desiderose di accedere ai nuovi mercati africani. Il coinvolgimento delle PMI è considerato cruciale per il successo del Piano. Sul fronte finanziario, si punta a “europeizzare” il Piano per superare i 5 miliardi di euro stanziati, attraendo risorse UE. Sace, Simest e Cdp hanno già predisposto strumenti finanziari a supporto. Infine, priorità alla formazione professionale e culturale per gestire i flussi migratori in modo ordinato. Di questo ha parlato Antonio Gozzi, presidente Federacciai e special advisor Confindustria su competitività europea e Piano Mattei in audizione al Senato.

CONVOCHEREMO IMPRESE ADERENTI A CONFINDUSTRIA PER MAPPATURA ATTIVITÀ IN AFRICA

“Convocheremo tutte le imprese aderenti a Confindustria, cioè Eni, Enel, Snam, Terna, Leonardo e Fincantieri per chiedere loro di farci la mappatura delle attività che autonomamente stanno facendo in Africa e nei paesi target del Piano Mattei, e in secondo luogo chiederemo di spiegarci un modello di filiera con il quale poter coinvolgere le piccole e medie imprese all’interno delle traiettorie del Piano Matteo. Ovviamente Eni, Enel, Snam, Leonardo e Fincantieri non hanno bisogno di Confindustria, Confindustria cerca di rendere il meccanismo del piano Mattei virtuoso per le piccole e medie e imprese”, ha aggiunto Gozzi.

MOLTE PMI CI CHIEDONO DI ESSERE COINVOLTE

“Siamo assaltati da moltissime piccole e medie imprese che ci chiedono: ‘a noi il tema del Piano Mattei interessa moltissimo come possiamo essere coinvolti all’interno di questo quadro?’. E noi rispondiamo naturalmente che in un momento di tensioni del commercio internazionale come quello che stiamo vivendo aprire nuovi mercati è fondamentale, abbiamo il tema del Mercosur che non c’entra niente con il piano Mattei ma colgo l’occasione per rilanciarlo. E ci si rende conto che i numeri e le dinamiche dell’Africa sono formidabili dal punto di vista della crescita di nuovi mercati, li abbiamo davanti alla porta di casa, possiamo attraverso il commercio internazionale sostenere le nostre imprese e il ruolo dell’Italia in queste aree geografiche e il coinvolgimento delle piccole e medie imprese che poi sono la gran parte del tessuto industriale italiano è fondamentale”, ha spiegato Gozzi. “Sono due gli assi su cui ci stiamo muovendo: da una parte un coordinamento e una finalizzazione delle attività di formazione a un rapporto eguale a un atteggiamento simmetrico nei confronti di questi paesi, dall’altra parte un accordo per il coinvolgimento delle piccole e medie imprese”, ha aggiunto ricordando che al momento siamo sotto i mille ingressi “un centinaio di ragazzi etiopi a Bergamo”.

INFRASTRUTTURE TEMA FONDAMENTALE, PUNTIAMO MOLTO SU ELMED

“Un altro tema molto importante è quello delle Infrastrutture: allora l’infrastruttura più importante in corso di realizzazione è il cavo elettrico da 600 MW tra la Sicilia e la Tunisia, l’Elmed”, ha evidenziato il rappresentato di Confindustria.

“Stiamo affrontando un problema: Confindustria e soprattutto le imprese energivore di Confindustria hanno lavorato molto su questo progetto ottenendo la firma di un accordo intergovernativo che il ministro Tajani ha firmato con il suo omologo a febbraio di quest’anno, un accordo intergovernativo che grosso modo consente alle imprese energivore italiane di andare a investire in energie rinnovabili in Tunisia e di essere assimilate nel permitting diciamo, nelle autorizzazioni alle imprese industriali tunisine, prevede la cessione gratuita di una quota parte dell’energia rinnovabile prodotta in Tunisia alla Tunisia, Piano Mattei, e la possibilità di reimportare attraverso il cavo energia verde nel nostro paese di cui le nostre imprese hanno bisogno per i loro processi di decarbonizzazione – ha detto Gozzi -. È stato un accordo molto importante, ci abbiamo lavorato per più di due anni e siamo arrivati ad ottenere questo risultato e quindi, il progetto esecutivo è terminato. Stiamo sollecitando Terna anche attraverso Palazzo Chigi a partire con la realizzazione. Naturalmente il fatto che ci siano imprese italiane che investono dall’altra parte è fondamentale per la realizzazione di questo cavo perché altrimenti è un cavo che finisce nel nulla e siccome il costo di questo cavo finirà in bolletta e l’autorità per l’energia dovrà esprimersi per una congruità del ribaltamento del prezzo del cavo bisogna che questo processo vada avanti”.

 

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“La complicazione delle ultime settimane è che un progetto che era un progetto di 900 milioni e che aveva ottenuto un grant dall’Ue di 300 milioni cosa particolarmente importante perché è la prima volta che l’Ue finanzia un collegamento cross-border, la lievitazione post-Covid dei costi ha fatto salire il costo della realizzazione, non è ancora quantificato ma si parla di diverse centinaia di milioni. Tra l’altro bisogna stare attenti perché Prysmian, che sarà l’azienda fornitrice del cavo ha una domanda enorme di cavi e quindi bisogna esercitare l’opzione per comprare il cavo sennò il progetto viene posposto di anni”, ha aggiunto il rappresentate di Confindustria.

“Abbiamo parlato con il rappresentante dell’Unione Europea a Tunisi che è italiano, Perrone, il quale ci ha assicurato sul fatto che l’Unione Europea contribuirà a coprire una parte dell’aumento dei costi. Abbiamo dato la disponibilità a Palazzo Chigi come interconnettor cioè come Consorzio di tutti gli italiani che stanno realizzando già collegamenti con la Francia, con il Montenegro con l’Austria in funzione di una legge nazionale del 2010 abbiamo dichiarato la disponibilità a partecipare per coprire con investimenti privati una parte di questo gap finanziario. Io credo che anche il Parlamento e il Senato debba concentrarsi su questa realizzazione perché la più importante realizzazione del Piano Mattei ed è a disposizione e lì, perché naturalmente questa realizzazione infrastrutturale energetica innescherebbe processi di investimento anche privati in quel paese e qui la filosofia è sempre la stessa: il Piano Maffei non può rimanere esclusivamente una cornice limitata delle imprese partecipate ma deve vedere la presenza forte dell’impresa privata italiana”, ha concluso Gozzi.

NON SOLO NORD AFRICA PAESI TARGET, IMPORTANTE CORRIDOIO DI LOBITO

“I paesi target non sono solo i paesi del Nord Africa, noi ci stiamo prevalentemente occupando di paesi del Nord Africa ma ci sono altri paesi come Senegal, Costa d’Avorio, Mozambico, Angola, e ci sono altri progetti infrastrutturali molto importanti primo fra tutti il corridoio di Lobito che parte dall’Angola e va fino alla Repubblica democratica del Congo in cui sono presenti gli americani, fondi dell’Ue che diventa un’altra grande occasione di progetto infrastrutturale ferroviario che potrebbe rappresentare come tutti i progetti infrastrutturali un innesco di sviluppo” ha ammesso il presidente Federacciai.

GRANDE LAVORO DI SACE SIMEST E CDP SU STRUMENTI FINANZIARI

“Sace Simest e Cdp hanno lavorato moltissimo nel corso del 2024 e oggi il pacchetto degli strumenti finanziari anche per le pmi è un pacchetto predisposto che può funzionare a nostro giudizio. C’è un tema generale di finanziamento del Piano Mattei che è grosso modo attorno ai 5 miliardi che naturalmente non bastano per cui il tentativo del Governo italiano appoggiato da noi è di europeizzare il Piano Mattei per attrarre risorse anche europee, il tema è che le risorse del fondo clima sono a debito e quindi si è lavorato molto per rimettere dentro questo schema finanziario quelli che una volta si chiamavano fondi per la cooperazione perché difficile avviare tutti i progetti a debito”. Lo ha detto Antonio Gozzi, presidente Federacciai e special advisor Confindustria su competitività europea e Piano Mattei in audizione al Senato. “Dobbiamo poi avere una gestione ordinata dei flussi – ha aggiunto – che significa formare le persone dal punto di vista linguistico e culturale e poi dal punto di vista delle professionalità”.



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