Lo spreco alimentare è una delle problematiche ambientali ed economiche più gravi, con conseguenze che vanno ben oltre il semplice spreco di cibo. Solo in Italia, nel 2024, il valore dello spreco alimentare ha raggiunto i 14,1 miliardi di euro, con una crescita del 45,6% rispetto all’anno precedente. La fase di commercializzazione rappresenta il 28,5% di questo spreco, un dato che evidenzia l’impatto diretto delle inefficienze logistiche e del packaging poco sostenibile.
Questo fenomeno non riguarda solo i consumatori finali, ma si estende lungo tutta la catena di approvvigionamento, dal post-raccolto fino alla distribuzione. L’industria agroalimentare italiana, infatti, deve affrontare due grandi sfide: ridurre l’uso della plastica negli imballaggi e migliorare la shelf life dei prodotti freschi, evitando che vadano a finire nelle discariche.
L’innovazione come risposta al problema
In un contesto dove la plastica continua a dominare il mercato del packaging alimentare (rappresentando il 66% del totale in Italia), le soluzioni tecnologiche innovative sono cruciali per contrastare lo spreco alimentare. L’introduzione di nuovi materiali e approcci sostenibili può fare una differenza sostanziale, non solo in termini di efficienza ambientale, ma anche dal punto di vista economico.
Le startup italiane, supportate da acceleratori come Eatable Adventures, stanno proponendo soluzioni innovative per rispondere a questa necessità. Tra le tecnologie emergenti più promettenti ci sono i materiali biodegradabili e gli additivi naturali, che non solo riducono l’impatto della plastica, ma prolungano anche la vita dei prodotti freschi, riducendo la quantità di cibo che finisce nella spazzatura.
Il biopackaging: un’alternativa sostenibile alla plastica
Una delle soluzioni più interessanti in questa direzione è rappresentata dal biopackaging. Mama Science, ad esempio, ha sviluppato un coating biodegradabile che replica le proprietà della plastica utilizzando esclusivamente materie prime vegetali. Questo materiale è completamente bio-based, riducendo l’impatto ambientale rispetto ai tradizionali imballaggi in plastica, che richiedono un lungo processo di riciclo. I prodotti trattati con questi materiali mantengono la loro freschezza più a lungo, migliorando la shelf life di verdure, carni e latticini.
Queste soluzioni sono particolarmente importanti per la filiera ortofrutticola, uno dei settori più vulnerabili alla deperibilità. Il packaging tradizionale, infatti, non è sempre in grado di preservare adeguatamente i prodotti freschi durante il trasporto e lo stoccaggio, con conseguente aumento dello spreco.
Additivi naturali: una risposta efficace contro lo spreco
Un’altra innovazione promettente arriva dalla Sardegna, grazie a Alkelux, che ha sviluppato un additivo antimicrobico naturale a base di scarti di liquirizia. Questo additivo è in grado di prolungare la conservazione di prodotti freschi, come le fragole, senza compromettere la qualità o la sicurezza alimentare. La polvere derivata dalla liquirizia, priva di metalli e completamente solubile in acqua, si integra facilmente nei materiali di confezionamento senza necessità di modifiche alle linee produttive esistenti.
Questa tecnologia offre una soluzione scalabile, che può essere adottata rapidamente senza dover affrontare costosi interventi strutturali. Di conseguenza, rappresenta un’ottima opzione per le aziende che vogliono ridurre lo spreco alimentare senza compromettere la loro efficienza.
Tecnologie bioattive per prolungare la shelf life
Infine, AgreeNET, un’altra startup supportata da FoodSeed, ha sviluppato un dispositivo biodegradabile che, inserito nelle confezioni alimentari, prolungare la shelf life dei prodotti freschi. Il dispositivo rilascia sostanze naturali prodotte dalle piante per proteggersi dai microrganismi patogeni, migliorando la conservazione dei prodotti. Questo sistema può aumentare la durata di conservazione fino a 20 giorni, permettendo alle aziende di ridurre le perdite durante il trasporto e lo stoccaggio.
Queste tecnologie sono fondamentali per le esportazioni, poiché i prodotti freschi devono spesso affrontare lunghi periodi di conservazione prima di arrivare ai consumatori finali. L’adozione di queste soluzioni rappresenta un vantaggio competitivo significativo per le aziende che operano a livello internazionale.
Il ruolo dell’Open Innovation nel settore agroalimentare
La collaborazione tra startup e aziende strutturate è fondamentale per promuovere l’adozione di soluzioni tecnologiche innovative. L’Open Innovation è infatti una strategia chiave per favorire l’introduzione di nuove tecnologie nel settore agroalimentare, accelerando la transizione verso modelli più sostenibili e a basso impatto ambientale.
Il programma FoodSeed, promosso da CDP Venture Capital e supportato da Eatable Adventures, è un esempio di come le startup possano rispondere alle sfide del settore alimentare, sostenendo lo sviluppo di soluzioni ad alte prestazioni per la riduzione dello spreco alimentare. La sinergia tra le nuove realtà imprenditoriali e le grandi aziende è una delle leve più potenti per costruire un futuro più sostenibile per l’agroalimentare.
Il ruolo centrale dell’innovazione nella sostenibilità
In un contesto sempre più attento alla sostenibilità, l’innovazione tecnologica rappresenta la chiave per affrontare le sfide globali come lo spreco alimentare e l’inquinamento da plastica. Le startup italiane, come quelle supportate da Eatable Adventures, stanno dimostrando che è possibile ridurre l’impatto ambientale del packaging e migliorare la conservazione dei prodotti alimentari con soluzioni concrete e scalabili.
Ora, spetta alle aziende del settore agroalimentare adottare queste soluzioni innovative e dare spazio alle startup per generare un vero impatto positivo. Solo con un impegno condiviso e l’adozione di tecnologie avanzate sarà possibile costruire un settore più sostenibile e resiliente.
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