Confronto su novità e impatto delle norme, Capone: “Passaggio storico”
ROMA – Comprendere e illustrare come e quanto cambieranno i diritti e il ruolo dei lavoratori all’interno delle aziende con l’approvazione della legge sulla partecipazione dei dipendenti alla gestione delle imprese. È questo l’obiettivo del convegno ‘Partecipazione dei lavoratori. Riflessioni sulla legge 15 maggio 2025, n. 76’, organizzato stamattina nella Sala Capitolare del Senato dal capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri in collaborazione con il sindacato Ugl. Alla presenza tra gli altri del ministro del Lavoro, Marina Calderone, del segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, del senatore del Pd ed ex ministro, Graziano Delrio e del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, l’evento è stato l’occasione per fare il punto sui contenuti e sull’impatto delle nuove norme sui lavoratori.
LE NOVITÀ PRINCIPALI DELLA LEGGE
La legge 15 maggio 2025, n. 76 introduce un quadro normativo organico volto a promuovere la partecipazione attiva dei lavoratori alla vita dell’impresa, attuando il principio dell’art. 46 della Costituzione. Gli obiettivi della riforma sono favorire la collaborazione fra datore di lavoro e dipendenti, preservare e incrementare i livelli occupazionali e valorizzare il lavoro sul piano economico e sociale. La legge riconosce quattro forme di partecipazione: gestionale, economico-finanziaria, organizzativa e consultiva, disciplinate con criteri di flessibilità e affidate alla contrattazione collettiva. Sono previste agevolazioni fiscali per la partecipazione al capitale e incentivi specifici per il 2025. Le imprese possono istituire commissioni paritetiche e figure aziendali dedicate a welfare, formazione, inclusione e qualità del lavoro. La norma impone obblighi formativi per i rappresentanti dei lavoratori e istituisce una Commissione nazionale presso il Cnel per monitoraggio e indirizzo.
Per Marina Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, “il principio della partecipazione è sancito nella parte economica della nostra Carta Costituzionale, a dimostrazione del fatto che non si tratta di un elemento accessorio, ma di un fondamento imprescindibile in un’economia avanzata. Questa legge dà corpo e forza a principi dal sapore antico, ma che risultano estremamente attuali per accompagnare il mondo del lavoro nella fase di transizione che stiamo vivendo. Nei Paesi europei, dove la partecipazione dei lavoratori alle decisioni aziendali è una pratica consolidata, si è riscontrato un aumento della produttività e un rafforzamento delle tutele. In tal senso, riteniamo che questa legge potrà favorire lo sviluppo di percorsi formativi attraverso un coinvolgimento attivo dei lavoratori nei processi decisionali. Auspico, quindi, che tali norme possano rappresentare la fine di una stagione di conflitti e l’inizio di un nuovo patto sociale fondato sul dialogo e sulla collaborazione. Tutti sono protagonisti e devono fare la loro parte nell’interesse del Paese”.
Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ha dichiarato: “Le norme approvate rappresentano il frutto di una visione orientata al rinnovamento della legislazione, al fine di attuare il principio della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Si tratta di un primo passo significativo, che riflette anche il cambiamento che sta vivendo il sindacato, chiamato a confrontarsi con le profonde trasformazioni del mondo del lavoro. In tale contesto, si impone anche una riflessione sul tema della rappresentanza e della libertà sindacale, nella prospettiva di rafforzare la contrattazione collettiva e fornire nuovi strumenti di tutela. Il salario resta al centro dell’impegno del Governo, che agisce su più fronti: il rafforzamento della contrattazione collettiva, l’utilizzo della leva fiscale e il sostegno alla produttività. Ringrazio il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, per aver posto, con costanza e convinzione, il tema della partecipazione dei lavoratori al centro del dibattito pubblico e istituzionale”.
Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha affermato: “La cultura partecipativa è un aspetto fondamentale della nostra democrazia economica, e voglio ringraziare l’Ugl per aver sostenuto con determinazione questa importante battaglia. Il principio della partecipazione trova finalmente attuazione concreta grazie a questa legge. Oggi le sfide che i sindacati si trovano ad affrontare riguardano anche lo strapotere delle grandi multinazionali digitali. Non sono contrario all’intelligenza artificiale, ma serve una regolamentazione chiara. L’innovazione deve andare di pari passo con la valorizzazione del lavoro umano. Le imprese devono poter generare profitti, certo, ma anche creare occupazione. È, quindi, essenziale introdurre regole certe, garantire equità fiscale e far pagare le tasse anche ai colossi del web, affinché si possa realizzare una partecipazione effettiva dei lavoratori e preservare gli equilibri economici e sociali del nostro Paese”.
Secondo il senatore Graziano Delrio, “questa legge rappresenta un cambiamento culturale, in linea con quanto previsto dall’articolo 46 della Costituzione. La discussione su questo tema ha radici lontane, ma oggi si carica di una nuova urgenza. Pochi sanno che le aziende capaci di attivare percorsi reali di partecipazione riescono ad aumentare produttività e competitività, grazie alla condivisione di obiettivi comuni. Non si tratta di annullare i ruoli, bensì di affrontare insieme le sfide della modernità. I vantaggi reputazionali per le imprese che scelgono la via della partecipazione sono rilevanti e duraturi. C’è ancora molta strada da percorrere, ma questa legge rappresenta un passo avanti concreto nella direzione giusta”.
Maurizio Sacconi, già ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, ha osservato: “Un integrale coinvolgimento dei lavoratori nei processi aziendali implica anche la possibilità concreta di partecipare alle decisioni. Il merito del Governo è stato quello di avvicinare e armonizzare posizioni diverse, con l’obiettivo di promuovere un nuovo patto sociale. In una fase delicata come quella attuale, in cui si impone la necessità di rafforzare il mercato interno e sostenere i salari, la vera sfida è coniugare crescita della produttività e aumento dei redditi. Questa legge si inserisce esattamente all’interno di tale percorso. Il vero tema è tornare all’età dell’oro che ha vissuto il nostro Paese, quella in cui più lavoro significava più guadagno”.
Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, ha rilevato: “L’approvazione della legge sulla partecipazione dei lavoratori rappresenta un passaggio storico che dà finalmente attuazione all’articolo 46 della Costituzione. Il principio della partecipazione, da sempre è parte integrante dell’identità dell’UGL e del suo progetto di democrazia economica. La norma introduce strumenti concreti per valorizzare il ruolo attivo dei lavoratori: dalla distribuzione degli utili con tassazione agevolata, alle forme di partecipazione finanziaria, fino alla possibilità di presenza nei consigli di amministrazione e nelle commissioni paritetiche. Si delinea un modello più avanzato di relazioni industriali, fondato sulla collaborazione tra capitale e lavoro e sul superamento del conflitto di classe. Riteniamo cruciale ora lavorare per rendere strutturale l’applicazione della norma, prevedendo l’obbligatorietà di forme di partecipazione almeno nelle aziende pubbliche e gradualmente anche in quelle private. L’Ugl continuerà a battersi affinché la partecipazione dei lavoratori diventi un pilastro del nostro sistema produttivo, in un’ottica di corresponsabilità, equità e crescita condivisa”. Nel corso dell’evento è stato presentato il volume di Giuseppe Mosa, ‘Diritti al cuore dell’impresa. Profili della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese’.
Convegno ‘Partecipazione dei lavoratori’ – Intervista a
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