Il credito specializzato italiano ha imboccato di nuovo la strada della crescita: factoring, leasing e prestiti alle famiglie tornano a macinare numeri in espansione, sostenendo investimenti e consumi nonostante un contesto internazionale ancora complesso.
Un sostegno decisivo alla spesa di famiglie e imprese
La capacità dei comparti del credito specializzato di convogliare liquidità verso l’economia reale emerge innanzitutto dall’incidenza sulle scelte di spesa di imprese e famiglie. Nel corso del 2024, le erogazioni riconducibili agli operatori affiliati a Assifact, Assilea e Assofin hanno sostenuto il 6,9% degli investimenti delle imprese e il 7% della spesa dei nuclei domestici, percentuali che fotografano un contributo decisivo alla tenuta del tessuto produttivo e al rilancio del potere d’acquisto. L’ammontare stanziato, pari a 408,2 miliardi di euro, rappresenta il 18,6% dell’intero prodotto interno lordo, segno di una presenza ormai strutturale di queste forme di finanziamento nella catena della crescita nazionale.
Non meno significativo è il ruolo che gli intermediari specializzati ricoprono rispetto alle banche generaliste. Circa il 63,3% dei flussi erogati nel 2024 origina da società dedicate esclusivamente a factoring, leasing o credito alle famiglie, mentre il restante 36,7% proviene dagli istituti tradizionali. La fotografia si ribalta se si osservano gli stock: gli istituti generalisti detengono il 65,3% dei crediti in essere, lasciando alle strutture specialistiche la porzione residua. La combinazione fra la spinta innovativa di operatori focalizzati e la solidità dei grandi gruppi bancari crea un equilibrio che rende l’offerta di finanziamenti più ampia, diversificata e resiliente nelle fasi di incertezza.
Dati consolidati 2024: un mercato che tiene nonostante le pressioni esterne
Il bilancio dell’anno appena archiviato conferma la capacità di tenuta del comparto. A dispetto di un prodotto interno lordo cresciuto soltanto dello 0,7% – un ritmo simile a quello registrato dodici mesi prima – i flussi complessivi di factoring, leasing e credito alle famiglie hanno segnato un balzo del 2,2%, toccando quota 408,2 miliardi di euro. Il differenziale positivo matura in un periodo segnato da nuove tensioni geopolitiche e dall’inasprirsi delle dispute commerciali, elementi che hanno compresso gli orizzonti di investimento. Anche in una cornice così complessa la finanza specializzata ha saputo trasformare prudenza diffusa in opportunità concreta di sostegno al sistema produttivo.
Analizzando i singoli segmenti, il quadro appare eterogeneo. Il credito alle famiglie ha messo a segno un progresso del 9,3%, spinto da un recupero della pianificazione domestica e da condizioni economiche meno penalizzanti. Il factoring è cresciuto dell’1%, beneficiando soprattutto delle operazioni di anticipo fatture collegate ai flussi di export. Il leasing, dopo tre anni di espansione ininterrotta, ha invece accusato una flessione del 3,9%, fisiologica alla luce della moderazione negli investimenti in beni strumentali. Nonostante queste dinamiche differenziate, lo stock complessivo di crediti ha sfiorato i 553,8 miliardi di euro, mantenendosi stabile su base annua con un lieve incremento dello 0,7%.
Nel 2025 la ripartenza accelera
I primi quattro mesi del 2025 segnalano un’accelerazione robusta: la nuova produzione dei tre comparti registra un incremento del 7,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il passo in avanti è stato favorito dalla riduzione dell’inflazione e da politiche monetarie meno restrittive, elementi che hanno alleggerito il costo del denaro per famiglie e imprese. Pur restando sullo sfondo un livello elevato di incertezza, alimentato da conflitti internazionali e barriere commerciali sempre più insidiose, la domanda di finanziamenti specializzati torna quindi a salire con decisione, confermando la funzione anticiclica di questi strumenti.
Tutti i segmenti partecipano alla ripresa, ma il protagonismo appartiene al credito alle famiglie, balzato del 20,3% nel quadrimestre. All’interno di questa categoria spiccano i mutui immobiliari, trainati da una discesa dei tassi che ha riattivato il mercato delle compravendite, e capaci di mettere a segno un +44,4%. Il credito al consumo avanza dell’8%, sostenuto da una rinnovata fiducia dei nuclei familiari nella propria capacità di spesa. Sul versante corporate, il leasing cresce del 4,7%, mentre il factoring aumenta il proprio turnover del 3,3%, grazie alla forte spinta delle operazioni internazionali che supportano l’export made in Italy.
Le leve che spiegano la ripresa
Al di là delle percentuali, il rimbalzo poggia su driver ben individuabili. La dinamica discendente dell’inflazione ha restituito potere d’acquisto ai salari reali, favorendo sia la propensione al consumo sia la disponibilità di risorse per piani di investimento più articolati. Parallelamente, l’azione meno aggressiva delle banche centrali ha ridotto i tassi sui finanziamenti, rendendo più conveniente ricorrere a mutui, leasing o cessioni di credito commerciale. In un contesto meno gravato dal costo del denaro, imprenditori e consumatori colgono l’opportunità di anticipare progetti rimasti in sospeso, ridando slancio alla domanda di fondi specializzati.
Il secondo fattore riguarda l’apertura dei mercati esteri: le imprese italiane, grazie alle linee di factoring internazionale, possono trasformare in liquidità immediata i crediti vantati oltreconfine, minimizzando il rischio di cambio e di controparte. Tale meccanismo garantisce un carburante prezioso per la competitività, soprattutto mentre lo scenario geopolitico resta irregolare. La flessibilità insita nei modelli di business degli operatori di Assifact, Assilea e Assofin – capaci di modulare offerte, durata e garanzie a seconda dei cicli – contribuisce infine a creare un ecosistema finanziario reattivo, in grado di sostenere lo sviluppo di famiglie e imprese anche nei passaggi più delicati del ciclo economico.
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