Algeria e Italia hanno trasformato un’esigenza energetica in una strategia comune, rafforzando le relazioni bilaterali con accordi che intrecciano gas, cultura e sicurezza. Il vertice di Roma tra la premier Giorgia Meloni e il presidente Abdelmadjid Tebboune sancisce un’intesa che abbraccia numerosi protocolli istituzionali e commerciali, determinante per il futuro dei due Paesi.
Il nuovo asse energetico Roma-Algeri
Il distacco dal gas russo, imposto dall’invasione dell’Ucraina, ha spinto l’Italia a cercare forniture più affidabili e a portata di Mediterraneo. In poche settimane l’Algeria si è rivelata una sponda concreta: da semplice interlocutore si è trasformata in principale partner energetico europeo di Roma. Meloni, davanti alle delegazioni riunite a Villa Pamphilj, ha definito “più solido che mai” il rapporto con Algeri, che oggi garantisce quasi il 40 per cento del fabbisogno nazionale di gas e apre la strada a un ventaglio di iniziative nel campo delle rinnovabili e dell’idrogeno verde.
L’intesa siglata tra Eni e Sonatrach racchiude la volontà di rinnovare, e potenziare, il contratto di importazione di gas, ma va oltre: prevede collaborazione sugli idrocarburi tradizionali, sviluppo di impianti fotovoltaici e sperimentazioni sulla cattura della CO₂. Un protocollo di grande peso se si considera che, come ha ricordato il ministro degli Esteri algerino Ahmed Attaf, l’Italia è oggi il primo partner commerciale dell’Algeria a livello globale, mentre Algeri è il più importante alleato economico di Roma nel continente africano. Il Mediterraneo, da confine, diventa cerniera di prosperità e interdipendenza reciproca.
Il business forum e le intese industriali
Trecento imprese italiane, affiancate da realtà come Sace, Cdp e Acea, hanno popolato il forum economico parallelo al vertice governativo. L’evento ha messo in luce un potenziale di export che, secondo Confindustria, può toccare 2,3 miliardi di euro. Al centro, le filiere dell’automotive, delle telecomunicazioni e delle tecnologie estrattive: settori in cui la sinergia tra know-how italiano e risorse algerine promette ricadute occupazionali e produttive su entrambe le sponde.
Tra i dossier firmati spiccano la lettera d’intenti su nuove attività di Stellantis in Algeria, il memorandum tra Telecom Italia Sparkle e Algerie Telecom per un cavo sottomarino ad alta capacità e l’accordo Ice-Sonarem per un centro di formazione nel settore del marmo e delle pietre ornamentali. Il presidente di Ice, Matteo Zoppas, ha sottolineato che l’Italia porterà “competenza, formazione e macchinari d’avanguardia”, mentre la parte algerina si impegna ad acquisire impianti e prodotti italiani, alimentando così un circolo virtuoso di investimenti.
Collaborazione politica e sicurezza nel Mediterraneo
Non solo economia. Meloni e Tebboune hanno ribadito una “forte preoccupazione” per i teatri di crisi che lambiscono il Mediterraneo: dall’Ucraina a Gaza, dove la premier chiede un cessate il fuoco immediato, fino all’instabilità cronica della Libia, che amplifica i rischi per la sicurezza di entrambe le coste. Il vicepremier Antonio Tajani ha promesso che l’Italia sarà “il miglior ponte possibile tra Algeri e Bruxelles”, auspicando un mare “di commercio e benessere, non un cimitero di migranti”. Parole che richiamano la responsabilità condivisa di governare i flussi migratori con umanità e visione strategica.
Fra i dodici accordi istituzionali figura un piano operativo per il coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso nelle rispettive aree Sar. Si aggiungono intese su Difesa, lotta al terrorismo, coproduzione cinematografica e reciproco riconoscimento delle patenti di guida. Ogni firma rafforza una cooperazione multilivello, pensata per tradursi in azioni concrete che migliorino la vita dei cittadini e assicurino una cornice di stabilità all’intera regione mediterranea.
Il Piano Mattei e le prospettive di sviluppo agricolo
Cuore pulsante della strategia italiana in Africa, il Piano Mattei trova in Algeria un laboratorio privilegiato. I due governi hanno concordato la nascita, a sud di Algeri, di un centro “Enrico Mattei” dedicato a formazione, ricerca e innovazione in campo agricolo. L’obiettivo è trasferire tecnologie di irrigazione avanzata, macchinari a basso impatto energetico e competenze agronomiche che permettano di aumentare la produttività senza depauperare le risorse idriche desertiche.
Il piano agricolo si intreccia con la transizione verde: le colture a basso consumo d’acqua, l’agro-fotovoltaico e i biocarburanti potrebbero diventare filoni di cooperazione ad alto valore aggiunto. In questa logica si inserisce l’impegno italiano a fungere da cerniera tra l’Algeria e l’Unione Europea, facilitando l’accesso a fondi e programmi di ricerca condivisi. Ridisegnare il futuro rurale algerino significa, per Roma, investire nella stabilità di un vicino strategico e aprire nuove rotte commerciali per l’agro-industria nazionale.
Valorizzare il patrimonio condiviso di Sant’Agostino
Accanto alle intese economiche, i due Paesi puntano a un riconoscimento Unesco che celebri i luoghi legati a Sant’Agostino, filosofo e vescovo che visse e morì a Ippona. L’iniziativa coinvolge siti algerini e italiani, mettendo in rete basiliche, aree archeologiche e biblioteche augustiniane. Meloni ha sottolineato la “valenza simbolica” del progetto, ricordando che “oggi sul soglio pontificio siede il primo papa agostiniano della storia della Chiesa”.
Questa candidatura culturale rafforza l’immagine di un asse italo-algerino che non si esaurisce nella geopolitica. È un ponte spirituale che accende riflettori su radici comuni, dialogo interreligioso e scambi accademici. La memoria di Agostino, scriveva il filosofo, va custodita come stimolo a coniugare ragione e fede; allo stesso modo Roma e Algeri intendono unire interessi nazionali e patrimonio universale in un unico percorso di valorizzazione reciproca.
Agenda futura e prossimi appuntamenti
Il prossimo vertice intergovernativo, fissato per il 2027 ad Algeri, sarà il banco di prova per misurare l’attuazione delle oltre quaranta intese firmate a Roma. Entrambe le capitali puntano ad arrivare a quell’appuntamento con progetti energetici pienamente operativi, linee di credito agevolato per le imprese e un modello di cooperazione sulla sicurezza già collaudato nel Mediterraneo centrale. Intanto, la diplomazia culturale conta di portare a compimento la candidatura Unesco in tempo per la nuova riunione.
Meloni ha definito l’incontro romano “una nuova bella pagina della nostra storia comune”. E, mentre il presidente Sergio Mattarella accoglie Tebboune al Quirinale, il messaggio è chiaro: l’Italia scommette su un partenariato di lungo periodo che intreccia gas, cultura, agricoltura e sicurezza. La sfida è trasformare ogni accordo da semplice firma su carta a beneficio tangibile per cittadini, imprese e istituzioni, scrivendo così un capitolo di cooperazione mediterranea capace di resistere alle tempeste geopolitiche future.
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