L’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) ha diffuso una serie di strumenti digitali rivolti alle imprese con meno di 250 dipendenti non quotate in borsa per supportarle nella stesura dei report di sostenibilità secondo lo standard volontario europeo per le Pmi (VSME), a sua volta presentato dall’EFRAG – un’organizzazione europea indipendente che fornisce consulenza tecnica alla Commissione europea in materia di rendicontazione finanziaria e di sostenibilità – nel 2024.
Lo standard VSME è un modulo semplificato per le Pmi in cui possono comunicare in modo chiaro le informazioni sulla sostenibilità ambientale, sociale e di governance. È rivolto a tutte le imprese che non rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva CSRD, ma che tuttavia si trovano sempre più spesso ad affrontare richieste crescenti di informazioni ESG da parte di grandi aziende e banche alla ricerca di dati lungo la catena del valore. Adesso arriva lo strumento digitale con cui le Pmi non quotate possono fare reporting di sostenibilità in maniera semplificata.
Il VSME Digital Template: a cosa serve e come funziona
Il VSME Digital Template è un file Excel interattivo e ben strutturato dove l’azienda può inserire i propri dati – ad esempio sul consumo di energia, emissioni, politiche sociali – in modo che siano in un formato leggibile per computer e database, grazie a un convertitore open source che trasforma automaticamente il file Excel in un file XBRL. In questo modo i dati sono standardizzati e digitalizzati e possono essere reperiti con facilità da enti regolatori, istituti finanziarie altri stakeholder interessati alla trasparenza e alla responsabilità sociale delle imprese.
Secondo l’EFRAG questo modello digitale è stato un passaggio fondamentale per eliminare le barriere all’ingresso per le Pmi nel reporting secondo gli standard VSME: “Fornisce un modello facile da usare, che può essere liberamente integrato nelle piattaforme online e nei sistemi di rendicontazione, così che le Pmi non abbiano bisogno di competenze XBRL per fare report digitali. L’EFRAG si impegna a fornire soluzioni pratiche per ridurre l’onere della rendicontazione e facilitare la più ampia adesione volontaria possibile a un reporting semplificato”, ha dichiarato Chiara Del Prete, presidente del Technical Expert Group di EFRAG.
Leggi anche: Economia circolare e reporting di sostenibilità: una guida per le imprese
Il pacchetto Omnibus sulla direttiva CSRD e gli standard volontari VSME
Un’adesione che potrebbe crescere in maniera significativa qualora venissero approvate le proposte contenute nel primo pacchetto Omnibus, presentato dal Consiglio europeo per semplificare le procedure di rendicontazione della sostenibilità ambientale e sociale e allentare gli obblighi di due diligence. Le imprese soggette alla Corporate Sustainability Reporting Directive caleranno notevolmente e le Pmi con meno di 1.000 dipendenti e un fatturato al di sotto di 50 milioni di euro non saranno più tenute a rispettare gli obblighi di rendicontazione.
Nonostante il nuovo corso di Bruxelles dopo le elezioni al Parlamento europeo tenda a indebolire l’impianto della finanza sostenibile, molte aziende ne riconoscono il valore competitivo e potrebbero comunque scegliere di aderire allo standard volontario, come suggerisce una precisazione nello stesso pacchetto Omnibus, in cui la Commissione europea avanza l’ipotesi di estendere lo standard VSME alle imprese attualmente escluse dalla CSRD, l’80% delle circa 50.000 società inizialmente previste. Lo standard VSME rivisto dovrebbe essere pubblicato entro quattro mesi dall’adozione del pacchetto Omnibus definitivo, presumibilmente tra fine 2025 e inizio 2026.
“Per le imprese non soggette a obblighi di rendicontazione, la Commissione propone uno standard proporzionato a uso volontario, basato sullo standard VSME sviluppato dall’EFRAG. In base a questa proposta, la Commissione adotterebbe questo standard volontario come atto delegato. Nel frattempo, per rispondere alla domanda del mercato, la Commissione intende emanare una raccomandazione sulla rendicontazione volontaria il prima possibile, sempre basata sullo standard VSME”, si legge nel pacchetto Omnibus.
Leggi anche: Intervista a Bill Baue: “Il 2023 anno catastrofico per gli indicatori di sostenibilità”
Perché gli standard VSME sono utili per il reporting di sostenibilità delle pmi
Nel suo mandato all’EFRAG, la Commissione europea ha affermato che lo sviluppo di standard volontari per le Pmi non quotate aiuterebbe le piccole imprese a “standardizzare le informazioni sulla sostenibilità che desiderano comunicare, creando migliori opportunità per ottenere finanziamenti green e facilitando così la transizione verso un’economia sostenibile”. Nel comunicato stampa in cui annunciava il rilascio del nuovo standard, l’EFRAG aveva specificato che il VSME è stato progettato per “sostituire gli attuali questionari e le richieste di dati ESG molteplici e non coordinati” a cui queste aziende sono sottoposte.
Tra le principali semplificazioni incluse nel nuovo VSME introdotto da EFRAG vi è la sostituzione dell’analisi di materialità utilizzata nella CSRD con un principio “se applicabile”, volto a delineare le circostanze che attivano la divulgazione di informazioni sulle tematiche ESG in allineamento con gli ESRS. L’EFRAG ha dichiarato che la consultazione ha rivelato che l’analisi di materialità era considerata troppo complessa dalle Pmi, oltre che costosa, mentre banche e investitori erano diffidenti riguardo all’affidabilità dei risultati ottenuti dalle imprese stesse.
Leggi anche: Andreas Rasche, la grande contraddizione della sostenibilità aziendale nell’Unione Europea
Il modulo base e il modulo completo del VSME per il reporting di sostenibilità
Il VSME è un dataset modulare e semplificato che comprende 20 elementi di informativa, pensato su misura per le pmi. Il nuovo standard si articola in due livelli di rendicontazione progettati per adattarsi alle diverse capacità delle pmi. Il modulo base offre una rendicontazione semplificata, pensata per facilitare un primo approccio al reporting di sostenibilità. Il modulo completo, invece, propone un livello più avanzato e dettagliato, adatto a imprese con maggiore maturità in ambito ESG. Il modello è concepito per essere scalabile: le pmi possono iniziare con il modulo base e, con il tempo e l’evoluzione delle proprie competenze, adottare gradualmente il modulo completo.
Il modulo base garantisce che le pmi forniscano dati rilevanti, mantenendo al minimo l’onere di rendicontazione. Le componenti chiave del modulo base sono:
- Informazioni generali:
– Forma giuridica, localizzazione geografica operativa e classificazione settoriale.
– Certificazioni o etichette legate alla sostenibilità ottenute. - Indicatori ambientali:
– Consumo energetico totale e suddivisione tra fonti rinnovabili e non rinnovabili.
– Emissioni GHG Scope 1 e Scope 2, con rapporti di intensità basati sul fatturato.
– Dati su inquinamento, uso dell’acqua, biodiversità e iniziative di economia circolare. - Indicatori sociali:
– Dati demografici della forza lavoro (tipologia contrattuale, genere, turnover).
– Statistiche su salute e sicurezza, inclusi tassi di infortuni e mortalità.
– Divario retributivo di genere e copertura della contrattazione collettiva. - Indicatori di governance:
– Registrazioni di episodi di corruzione e concussione, comprese eventuali sanzioni finanziarie sostenute.
Il modulo completo è un’evoluzione del modulo base e si rivolge alle pmi con capacità di reporting più avanzate o a quelle che intendono soddisfare le richieste più dettagliate di stakeholder quali banche, investitori o partner aziendali. Il modulo è pensato per le pmi che operano in settori con rischi di sostenibilità più elevati o che dipendono fortemente da finanziamenti esterni. Componenti chiave del modulo completo sono:
- Divulgazioni potenziate sulla strategia:
– Modello di business e iniziative di sostenibilità integrate nei piani strategici.
– Pratiche e politiche specifiche per la transizione verso un’economia sostenibile. - Indicatori ambientali avanzati:
– Emissioni GHG Scope 3 per le categorie rilevanti, secondo gli standard del GHG Protocol.
– Valutazioni dettagliate dei rischi climatici e relativi piani di mitigazione.
– Obiettivi di transizione e piani d’azione per la riduzione delle emissioni. - Indicatori sociali ampliati:
– Politiche sui diritti umani che affrontano temi come lavoro minorile, discriminazione e lavoro forzato.
– Pratiche di segnalazione e gestione degli incidenti relativi a violazioni dei diritti umani nella catena del valore. - Approfondimenti sulla governance:
– Divulgazione dei ricavi provenienti da settori ad alto rischio (ad esempio combustibili fossili, tabacco, armi).
– Rapporti sulla diversità di genere negli organi di governance.
© Riproduzione riservata
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link