Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Data Center: l’AI riscrive le regole del gioco


Cambio di passo nel settore globale dei data center, che si trova in una fase di transizione. Non più espansione senza limiti, ma ridefinizione delle priorità. Dopo anni di investimenti accelerati e di corsa alla capacità computazionale, le grandi piattaforme tecnologiche riconsiderano tempi, modalità e localizzazione dei nuovi progetti.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

L’obiettivo non è più solo crescere, ma farlo in modo sostenibile, in equilibrio con vincoli energetici, finanziari e ambientali che si fanno più stringenti, proprio mentre l’avvento dell’intelligenza artificiale richiede capacità di calcolo enormi per il suo funzionamento.

Cresce così, tra i principali operatori, la tendenza a sospendere o rimodulare i piani infrastrutturali su larga scala. Dall’America all’Europa, sono sempre di più ad annunciare rinvii nell’apertura di nuovi siti o revisioni all’architettura dei vecchi, anche in funzione delle mutate esigenze imposte dall’AI. Le strategie espansive si fanno più selettive, accompagnate da un’attenzione crescente all’efficienza energetica e alla marginalità operativa.

Se fino al 2023 il paradigma dominante era “costruire ovunque e il più velocemente possibile”, oggi prevale una logica di consolidamento. Le risorse si concentrano in aree con infrastrutture elettriche più robuste, minor pressione regolatoria e maggiore disponibilità di energia rinnovabile. Il risultato è una geografia del cloud meno uniforme, ma più coerente con la nuova stagione del settore, guidata non più dalla crescita lineare, ma dalla gestione strategica della capacità.

Il peso economico

Questo cambiamento di approccio non può essere compreso appieno senza considerare le dinamiche economico-finanziarie che, tra il 2023 e il 2025, hanno profondamente modificato lo scenario di riferimento. I data center sono infrastrutture ad altissima intensità di capitale: la sola fase di costruzione richiede mediamente tra i 10 e i 12 milioni di dollari per ogni megawatt installato, cifra che tende a salire sensibilmente nei Paesi con criticità energetiche o limiti fisici alla logistica.

La progettazione di un impianto a supporto di carichi AI richiede inoltre tecnologie più sofisticate di raffreddamento, sistemi di ridondanza elettrica e sicurezza elevata, portando i costi operativi a livelli significativamente superiori rispetto ai centri tradizionali.

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

Le operazione delle Big Tech

A fronte di queste esigenze, le Big Tech si trovano a operare in un contesto macroeconomico meno favorevole. Il ciclo monetario avviato dalla Federal Reserve nel 2022 ha mantenuto i tassi d’interesse su livelli elevati, con un tasso di riferimento stabile nel range 5,25-5,50% per gran parte del 2024 e 2025. Questo ha aumentato il costo del capitale per tutte le imprese che finanziano le proprie operazioni tramite emissione di debito.

A ciò si aggiunge l’aumento del prezzo delle materie prime, in particolare rame, acciaio e semiconduttori, tutti componenti chiave nella costruzione dEi data center. L’inflazione nei materiali da costruzione e le persistenti tensioni nella supply chain globale hanno portato poi a una crescita del 20-25% dei costi medi di realizzazione rispetto al triennio pre-pandemico.

Nei bilanci trimestrali, la pressione sui margini è ben visibile. Microsoft, nel terzo trimestre (gennaio-marzo) dell’anno fiscale in corso, ha dichiarato spese in conto capitale per oltre 15 miliardi di dollari, in aumento del 34% rispetto all’anno precedente. Amazon, pur mantenendo inalterato il proprio impegno strategico, ha avviato una redistribuzione geografica dei propri 50 miliardi di dollari di investimenti previsti per l’anno in corso, sospendendo o riformulando numerosi contratti in aree considerate meno favorevoli.

I progetti rinviati

Il biennio 2024-2025 segna un punto di svolta nella geografia degli investimenti infrastrutturali globali. Microsoft è stata tra le prime ad adottare una linea di contenimento, con la cancellazione o il rinvio di progetti in Wisconsin, Iowa e in alcune aree industriali europee, dove la scarsità di capacità elettrica e l’instabilità normativa hanno reso meno conveniente procedere. La capacità totale coinvolta è stimata in circa 2 gigawatt, pari al consumo annuo di oltre 1,5 milioni di abitazioni.

Meta ha seguito una strategia differente, ma complementare. L’azienda guidata da Mark Zuckerberg ha rallentato l’attuazione di alcuni grandi progetti infrastrutturali, non per motivi finanziari, bensì per riconfigurare i data center in funzione delle nuove esigenze dell’AI generativa.

Le nuove progettazioni degli impianti

Questo ha comportato, in molti casi, non solo il posticipo dei lavori, ma una riprogettazione degli impianti secondo criteri di flessibilità computazionale, con un impatto rilevante sulla timeline dei cantieri avviati in Danimarca, Ohio e Texas. Si stima che almeno tre progetti da oltre 500 MW ciascuno siano stati messi in stand-by o oggetto di revisione nel corso dell’ultimo anno.

Alphabet, casa madre di Google, ha optato per un approccio più discreto ma non meno significativo. Sebbene continui a investire, l’azienda ha rallentato le procedure autorizzative in diversi hub europei, in particolare nei Paesi Bassi e in Germania, a causa della congestione delle reti elettriche locali.

In questi Mercati, le autorità pubbliche hanno avviato un processo di moratoria parziale o di rafforzamento dei requisiti tecnici per accedere a nuove connessioni di rete. Ha quindi preferito concentrare gli sforzi sull’espansione di siti già esistenti, puntando su efficienza, sostenibilità e automazione.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Complessivamente, emerge una tendenza alla selezione qualitativa degli investimenti. In un contesto di capitale più costoso, instabilità geopolitica e aumento delle aspettative ESG (ambientali, sociali e di governance), le imprese stanno adottando un criterio prudenziale: avviare meno progetti, ma in maggiore coerenza con gli obiettivi strategici di lungo periodo.

Si conferma, in altre parole, una gestione della capacità orientata al valore, più che alla semplice espansione di scala.

Il nodo da sciogliere

La sostenibilità energetica dei data center è diventata una variabile decisiva nella pianificazione industriale delle Big Tech. Con consumi elettrici che hanno raggiunto i 530 terawattora (TWh) nel 2024 — in crescita del 15% rispetto all’anno precedente — il settore si colloca ormai tra i comparti industriali a maggiore intensità energetica, superando l’intero comparto dell’aviazione civile per impatto sulla rete elettrica.

Secondo le ultime proiezioni dell’International Energy Agency, la domanda globale da parte dei data center potrebbe superare i 750 TWh entro il 2026, con un incremento cumulato superiore al 40% in appena tre anni.

Questo aumento, legato in larga parte alla diffusione di modelli AI ad alta intensità computazionale, comporta anche una rivalutazione economica della redditività dei nuovi impianti. Un data center “AI ready” richiede fino a 5 volte la potenza per rack rispetto a una struttura tradizionale, con conseguenti maggiori costi operativi legati al raffreddamento, all’alimentazione continua e alla manutenzione delle apparecchiature ad alte prestazioni.

In contesti ad alta congestione, come la Virginia negli USA, Paesi Bassi o Irlanda, i costi di connessione alla rete e le tariffe energetiche all’ingrosso sono aumentati di oltre il 30% tra il 2022 e il 2024, rendendo meno sostenibile l’espansione non pianificata.

Questo scenario sta spingendo le aziende a riorientare la propria geografia degli investimenti verso Mercati più favorevoli sotto il profilo elettrico. Paesi come Canada, Svezia e Norvegia offrono accesso a energia idroelettrica a basso costo e a basse emissioni, contribuendo a contenere il Total Cost of Ownership (TCO) degli impianti. In parallelo, si moltiplicano gli investimenti in tecnologie di ottimizzazione, come raffreddamento a immersione liquida, gestione predittiva dei carichi tramite AI e sistemi di co-locazione energetica accanto a impianti di produzione.

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

Nuove rotte e strategie

Il rallentamento degli investimenti non equivale a un arretramento strutturale, ma segna l’inizio di una nuova fase strategica, improntata a selettività ed efficienza. Le grandi piattaforme digitali continuano a destinare risorse importanti al rafforzamento delle infrastrutture, ma con criteri più restrittivi rispetto al passato. I Mercati energeticamente più favorevoli guadagnano peso nella geografia del cloud, grazie a mix rinnovabili stabili, costi più contenuti e una maggiore capacità di assorbire carichi AI. In parallelo, anche il criterio del ritorno economico torna centrale.

Il costo medio per megawatt installato nei data center progettati per supportare applicazioni AI può superare i 12 milioni di dollari. In questo scenario, la sostenibilità degli investimenti non è più garantita dalla sola crescita della domanda, ma dipende da un attento bilanciamento tra capex, costi energetici, ricavi attesi e impatto ambientale. Le aziende più avanzate stanno già adottando metriche finanziarie più stringenti — come ROIC e TCO — per guidare le scelte infrastrutturali.

L’efficienza, più della velocità, sarà la variabile decisiva nei prossimi anni. E chi saprà combinare innovazione tecnologica, solidità finanziaria e accesso a energia sostenibile potrà consolidare la propria posizione in un Mercato in rapida trasformazione. ©️

Articolo tratto dal numero del 15 maggio 2025 de Il BollettinoAbbonati!

📸 Credits: Canva      

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.