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“Verso una nuova competitività industriale europea”, lo studio di Ambrosett e Anie


In occasione degli 80 anni di ANIE è stato presentato il rapporto sul ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica realizzato da The European House – Ambrosetti e ANIE, con il contributo del Research Department di Intesa Sanpaolo

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Il 2025 segna un anniversario straordinario per ANIE: 80 anni di storia, innovazione e sviluppo al fianco delle imprese socie, protagoniste della crescita tecnologica e industriale del nostro Paese.  Questo importante traguardo è stato celebrato oggi in occasione dell’evento “Da 80 anni ANIE conduce OLTRE” svoltosi presso l’Auditorium della Tecnica di Confindustria. Nell’ambito delle celebrazioni, è stato presentato lo studio “Verso una nuova competitività industriale europea: Il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica”, realizzato da The European House – Ambrosetti e ANIE, con il contributo del Research Department di Intesa Sanpaolo.

La ricerca si inserisce nel nuovo quadro di riferimento tracciato dal Competitiveness Compass, strumento strategico adottato dalla Commissione Europea nel febbraio 2025 per guidare le politiche industriali dell’Unione Europea, in coerenza con le raccomandazioni del Rapporto Draghi sul futuro della competitività europea. Entrambi i documenti sottolineano l’urgenza di superare una visione meramente regolatoria per adottare un’agenda industriale proattiva, capace di coniugare sostenibilità, innovazione tecnologica e autonomia strategica.

Lo ha ricordato anche Raffaele Fitto, vicepresidente della Commissione europea che in un intervento video all’evento in cui è stato presentato il rapporto ha sottolineato: “Fare sistema è l’unico modo per crescere e questo è un settore chiave per rafforzare la competitività di Italia ed Europa. L’imperativo adesso è colmare il divario tecnologico con Usa e Cina”

La ricerca

Lo studio propone un’analisi approfondita dei trend che stanno ridisegnando le catene del valore industriali, offrendo indicazioni concrete di policy per rafforzare la competitività sistemica dell’industria nazionale ed europea. L’industria elettrotecnica ed elettronica rappresentata da ANIE Confindustria emerge come asset chiave per l’Italia e per l’Europa, contribuendo alla resilienza industriale, alla transizione ecologica e digitale, e alla costruzione di una leadership tecnologica globale.

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In un’Europa impegnata nella duplice transizione green e digitale, l’Italia può contare su una filiera strategica per la competitività e la sovranità tecnologica nazionale: quella delle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche rappresentate da ANIE Confindustria. Queste tecnologie costituiscono un’infrastruttura abilitante trasversale, essenziale per modernizzare i settori chiave del Paese – Energia, Building, Industria e Infrastrutture – alimentando filiere dal valore superiore a 1.100 miliardi di euro, pari a oltre il 56% del PIL nazionale.

La resilienza delle imprese

Pur in un contesto economico incerto a livello globale, le imprese hanno dimostrato una forte capacità di adattamento e crescita, trainata dalla spinta verso la transizione digitale ed ecologica. Nel 2023 il fatturato aggregato del Sistema che ANIE rappresenta ha superato per la prima volta i 100 miliardi di euro, confermando la solidità e il dinamismo del settore.

Nel 2024, nonostante un contesto economico complesso, i settori rappresentati da ANIE Confindustria hanno confermato la propria resilienza, con una crescita della produzione industriale per la componente tecnologica del +2,2%, in controtendenza rispetto alla media manifatturiera italiana (-3,7%).

Secondo l’analisi di Intesa Sanpaolo, basata sul confronto tra un campione di 738 imprese del perimetro ANIE e un campione di controllo composto da imprese rappresentanti sia manifattura che servizi, il fatturato a prezzi correnti ha registrato un’evoluzione nettamente positiva negli ultimi anni, in un contesto di grande spinta verso la twin transition: tra il 2019 e il 2023 l’incremento è stato prossimo al 40%, contro una crescita intorno al 25% del totale economia. I dati confermano anche una forte solidità strutturale delle imprese: EBITDA margin al 10% e produttività del lavoro pari a 91.400 euro per addetto (contro i 58.800 della media nazionale). Dietro questi risultati c’è un forte presidio delle leve strategiche chiave quali innovazione (il 33,8% delle imprese analizzate ha depositato brevetti), sostenibilità (40% di imprese certificate) ed export.

Le eccellenze italiane

Tutti i comparti industriali che ANIE rappresenta hanno mostrato una progressiva crescita sul piano internazionale. L’Italia si posiziona al 6° posto a livello globale per quota di mercato nel settore elettrotecnico, con punte di eccellenza e specializzazione in nicchie tecnologiche ad alto valore aggiunto. Le proiezioni al 2030 indicano una crescita ancora dinamica e superiore alla media del manifatturiero, grazie al ruolo strategico che il settore continuerà a esercitare per la transizione industriale del Paese.

“In un contesto globale complesso, emergono con forza la resilienza e la solidità del sistema produttivo ANIE, che ha ben colto le opportunità offerte dalla transizione digitale ed ecologica. La crescente attenzione verso l’efficientamento energetico, l’elettrificazione, l’automazione, la mobilità sostenibile e la digitalizzazione ha sostenuto gli investimenti globali, pubblici e privati, generando una domanda in continua espansione. L’ecosistema ANIE ha saputo agganciare questa domanda con un’offerta tecnologicamente avanzata, in un contesto di crescente competizione internazionale – ha dichiarato Gregorio De Felice, Chief Economist e Responsabile del Research Department di Intesa Sanpaolo. I prossimi anni si prospettano ancora sfidanti, in uno scenario macroeconomico mondiale fortemente incerto e con un quadro normativo europeo e nazionale in continua evoluzione. Le imprese dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica potranno cogliere nuovi spunti di crescita grazie agli investimenti attivati dalla twin transition, soprattutto se continueranno a rafforzare l’innovazione, la sostenibilità e la presenza sui mercati globali che hanno costruito in questi anni.”

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I 3 fattori abilitanti per la competitività

Lo studio individua tre leve fondamentali per garantire la sovranità industriale e tecnologica del Paese: capitale umano, per superare il mismatch tra domanda e offerta di competenze tecnologiche e rafforzare la formazione tecnica; innovazione e Ricerca & Sviluppo (R&S), per consolidare la leadership europea in aree chiave come l’elettronica avanzata, l’efficienza energetica, la mobilità elettrica e le reti intelligenti: resilienza della supply chain, per ridurre le dipendenze da fornitori extraeuropei e affrontare le vulnerabilità geopolitiche e logistiche.

Capitale umano

  La carenza di competenze tecniche e specializzate costituisce uno dei principali ostacoli all’attuazione delle transizioni sostenibile e digitale. Oltre il 50% delle imprese ANIE segnala gravi difficoltà nel reperire competenze adeguate. Solo il 49% della popolazione italiana possiede competenze digitali di base, e il numero di laureati STEM è inferiore alla media europea. La carenza di talenti, aggravata dal declino demografico, impone un ripensamento profondo delle politiche formative, rafforzando il ruolo degli ITS e promuovendo l’upskilling e il reskilling della forza lavoro. Le conseguenze economiche di questo skill mismatch sono rilevanti: il 70% delle imprese ANIE ha registrato rallentamenti nei progetti, mentre il 29% ha subito perdite di opportunità di mercato. Un approccio di filiera alla formazione, arricchito da partnership internazionali, può contribuire in modo determinante a colmare il divario di competenze e garantire la competitività futura del settore.

Sul tema è intervenuta anche la presidente del CNR, Maria Chiara Carrozza: “Credo molto nello sviluppo sostenibile e nell’equazione della sostenibilità vanno introdotti parametri, sicuramente l’impatto sociale. Stiamo vivendo accelerazione scientifica pazzesca, siamo negli anni della scienza, il quantum è una delle grandi rivoluzioni in atto, decisiva per tutte le imprese.” Il suo discorso si è concluso con un appello a coltivare i nostri giovani talenti: “Non lasciate sole le università, è lì che is formano i talenti, l’università ha bisogno di ritrovare il suo ruolo strategico e la sinergia con le imprese”.

L’Italia investe in R&S solo l’1,3% del PIL

L’innovazione rappresenta un volano essenziale per la crescita delle filiere industriali dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica.  L’Italia investe in R&S solo l’1,3% del PIL, collocandosi al di sotto della media UE e dei principali competitor internazionali. Il settore elettrotecnico ed elettronico rappresentato da ANIE si distingue nel panorama manifatturiero italiano per la sua elevata propensione all’innovazione, con investimenti in R&S che ammontano al 4% del fatturato. Lo Studio evidenzia la necessità di costruire un ecosistema nazionale dell’innovazione industriale, fondato su partenariati stabili tra imprese e centri di ricerca, incentivi automatici alla spesa in R&S e programmi strutturati di trasferimento tecnologico.

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Creare una supply chain più solida 

La crisi energetica, le tensioni geopolitiche e le interruzioni logistiche hanno evidenziato la fragilità delle catene globali del valore. Il settore è particolarmente esposto a rischi legati all’approvvigionamento di componenti critici e materie prime strategiche. Negli ultimi anni, oltre il 55% degli associati di ANIE ha riscontrato difficoltà nel reperire materie prime non energetiche, mentre oltre il 58% degli associati ANIE ha avuto problemi di approvvigionamento di componentistica. Costruire una supply chain più robusta, localizzata e diversificata è oggi una priorità per ridurre le dipendenze e garantire la continuità produttiva.

Politiche per la competitività

A seguito di un articolato processo di consultazione con imprese, stakeholder e istituzioni, sono stati identificati nell’ambito dello Studio tre principali fattori abilitanti e tre pilastri strategici per una politica industriale orientata alla competitività, allineati alle indicazioni della Commissione europea (Competitiveness Compass), alle raccomandazioni di ORGALIM e al Rapporto Draghi.

I prerequisiti trasversali che emergono come determinanti per il successo delle politiche settoriali sono la

semplificazione normativa, il miglioramento dell’accesso al credito (soprattutto per le PMI) e lo stimolo alla domanda interna.

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Le principali leve strategiche per il futuro dell’industria elettrotecnica ed elettronica sono: rafforzare le competenze tecniche e digitali attraverso un’azione integrata che coinvolga istituzioni educative, imprese e enti formativi, promuovendo una formazione continua mirata, la crescita degli ITS e percorsi di upskilling e reskilling per il personale delle PMI; potenziare la ricerca e sviluppo (R&S), semplificando l’accesso ai finanziamenti, incentivando la collaborazione tra industria e accademia, e promuovendo politiche di carriera intersettoriali per attrarre e trattenere talenti, garantendo un ecosistema di innovazione che sostenga la competitività e la crescita tecnologica; rendere le catene di fornitura più resilienti con politiche industriali che promuovano il riciclo delle materie prime, rafforzando la collaborazione con Paesi partner, per garantire un approvvigionamento sicuro e una filiera sempre più autonoma e sostenibile.

Il settore, inoltre, si dimostra centrale anche nella realizzazione della strategia climatica europea: l’86% della riduzione delle emissioni prevista entro il 2030 dipende dall’adozione di tecnologie avanzate, molte delle quali fanno capo alla filiera di ANIE. Ciò a conferma che sostenibilità e competitività non sono alternative, ma elementi sinergici di una strategia industriale moderna.

Prospettive future e indirizzi strategici

I risultati dello studio evidenziano con chiarezza la direzione da seguire: promuovere un ecosistema favorevole all’innovazione, valorizzare il capitale umano, rafforzare la capacità produttiva nazionale e costruire una filiera tecnologica autonoma, resiliente e sostenibile. 

“L’industria elettrotecnica ed elettronica italiana è un pilastro della competitività industriale nazionale ed europea. In una Europa che deve accelerare sulla doppia transizione, le tecnologie di ANIE rappresentano un fattore abilitante essenziale – ha dichiarato Filippo Girardi, Presidente di ANIE Confindustria. Chiediamo con forza che il nostro settore venga riconosciuto come strategico in modo pieno, strutturale e stabile, all’interno delle politiche industriali, fiscali e di innovazione. Servono strumenti concreti per sostenere la crescita: la riduzione strutturale del cuneo fiscale; un Piano Nazionale Industria 6.0, che accompagni le imprese nella transizione digitale, verde e produttiva; bandi semplici, chiari e rapidi per favorire l’accesso agli incentivi; una cabina di regia pubblico-privata per una governance efficace; un Piano Casa per la manifattura, per rendere i territori produttivi attrattivi anche dal punto di vista sociale. Chiediamo un contesto che valorizzi chi innova, investe e crea lavoro nel Paese” ha concluso il Presidente Girardi.

“Le tecnologie dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica – ha dichiarato Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House Ambrosetti sono la spina dorsale del futuro produttivo europeo. Lo studio realizzato con ANIE Confindustria dimostra come queste soluzioni, pervasive e trasversali, rappresentino un potente moltiplicatore di produttività, sostenibilità e resilienza nei settori strategici del sistema economico nazionale. Il settore ha tutte le carte in regola per guidare una nuova stagione di crescita intelligente e sostenibile ma, se non investi non c’è futuro. Oltre a rappresentare un pilastro essenziale per la decarbonizzazione e il raggiungimento degli obiettivi climatici europei al 2030, le tecnologie dell’elettrotecnica e dell’elettronica abilitano quattro settori chiave per il futuro del Paese – Energia, Industria, Building e Infrastrutture – che nel 2023 hanno generato complessivamente 40,3 miliardi di investimenti, pari al 30% del totale degli investimenti privati in Italia. Un impatto economico che conferma il ruolo strutturale dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica nella trasformazione del sistema produttivo italiano.” 

A mettere in guardia da un eccessiva tendenza apocalittica che vige nel mondo dell’informazione riguardo agli Usa di Donald Trump e che rischia di influire sulle scelte industriali è Federico Rampini, giornalista del Corriere della Sera, intervenuto all’evento all’Auditorium della tecnica all’Eur. “Ogni giorno è la fine del mondo, questa è la storia che viene raccontata in Italia sulla geopolitica e, in particolare, sugli Usa. Avere un flusso di notizie scadente influisce su decisioni di aziende, assistiamo ad una sindrome di catastrofismo e pessimismo ossessiva. Ma-evidenzia Rampini-nei grafici di lungo periodo sugli indici di borsa non tutti gli eventi che ci sembrano epocali si rivelano tali, come nel caso dell’11 settembre 2001. Se non sapessimo cosa è accaduto, guardando gli indici di borsa non vedremmo una grande flessione”. Di qui la necessità, sottolinea il giornalista del Corriere esperto di Stati Uniti, di “uscire da una concezione emotiva dell’America che impera da 146 giorni ( dall’elezione di Trump) a questa parte e di valutare in concreto gli effetti sul mercato del lavoro e su altri fattori concreti dell’elezione del tycoon e di non affidarsi a teorie ideologiche”.

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