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Fondi Strutturali Europei: a che punto siamo


Abbiamo segnalato in un precedente articolo, come i “Fondi Strutturali Europei” possano essere considerati in genere un “case study” di successo in cui l’innovazione nella PA ha portato significativi benefici all’intera collettività. Esistono tuttavia ancora delle importanti criticità che devono essere superate per rendere questi strumenti ancora più efficaci.

 

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A seguito del completamento nel 2023 del programma 2014-2020, è attualmente pienamente operativo il programma 2021-2027 che mette a disposizione fondi significativi nell’ambito della strategia di crescita europea. Il Programma Operativo Nazionale” (PON), e i “Programmi Operativi Regionali” (POR) sono parte integrante di questa strategia che punta a promuovere la coesione economica, sociale e territoriale dell’EU, affrontando le sfide attuali e future.

In Italia, l’attuazione dei PON e dei POR rappresenta una leva fondamentale per lo sviluppo e la coesione. Analizziamo in sintesi i progressi e i principali risultati raggiunti, le maggiori criticità ancora presenti, cercando di identificare alcuni percorsi utili a risolverle.

Gli obiettivi strategici dei Fondi Strutturali Europei

I Fondi Strutturali Europei, per il periodo di programmazione 2021-2027, si concentrano su cinque obiettivi strategici chiave posti come riferimento dalla Unione Europea:

  1. Europa più intelligente, attraverso la promozione di una trasformazione economica avanzata che rafforzi la ricerca e l’innovazione, la digitalizzazione e la competitività delle PMI.
  2. Europa più verde, con iniziative mirate a sostenere efficienza energetica, rinnovabili, economia circolare, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, mobilità urbana sostenibile.
  3. Europa più connessa, migliorando la mobilità, nonché le infrastrutture di trasporto e digitali, essenziali per la competitività e la coesione.
  4. Europa più sociale e inclusiva, che promuova diritti sociali, occupazione di qualità, istruzione, competenze, inclusione sociale e accesso equo ai servizi.
  5. Europa più vicina ai cittadini, mediante lo sviluppo di iniziative sostenibili e integrate, promovendo lo sviluppo locale, le iniziative dal basso e il ruolo di aree urbane, rurali e costiere.

I 5 obiettivi sono interconnessi e mirano a garantire che la politica di coesione dell’UE sia più mirata, flessibile e orientata ai risultati, contribuendo a una ripresa sostenibile di lungo termine.

Stato di avanzamento dei programmi

Il ciclo 2014-2020, che per la “regola N+3” si è concluso il 31 dicembre 2023, ha registrato un livello di attuazione complessivamente positivo. L’Italia ha dimostrato una buona capacità di utilizzo dei fondi, con molti programmi che hanno superato l’obiettivo di spesa iniziale, raggiungendo percentuali elevate sia di impegno che di pagamenti. Questo ha permesso di finanziare migliaia di progetti in settori chiave come ricerca e innovazione, digitalizzazione, ambiente, istruzione, inclusione sociale e infrastrutture.

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Il nuovo ciclo 2021-2027 è partito con ritardo rispetto ai cicli precedenti, ma sta progressivamente entrando nel vivo. Tutti i Programmi Nazionali e Regionali sono stati formalmente approvati dalla Commissione Europea tra il 2022 e l’inizio del 2024, definendo le strategie e le aree di investimento. Le amministrazioni titolari stanno pubblicando bandi e avvisi per la selezione dei progetti, rendendo disponibili le ingenti risorse stanziate (circa 83 miliardi di euro totali tra fondi UE e cofinanziamento nazionale).

Un elemento distintivo di questa programmazione è il tentativo di creare sinergie e complementarità con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), evitando duplicazioni e massimizzando l’impatto degli investimenti.

Principali Criticità nell’Attuazione dei Programmi

Nonostante i progressi raggiunti, l’attuazione dei Fondi Strutturali in Italia resta afflitta da alcune criticità ricorrenti che riportiamo di seguito in modo sintetico.

Complessità amministrativa e burocratica nel processo di presentazione, gestione e rendicontazione dei progetti finanziati con procedure di difficile interpretazione e con attenzione spesso rivolta più agli aspetti formali che ai concreti risultati ottenuti dal progetto.

Carenza di supporto tecnico-amministrativo in quanto spesso, le amministrazioni non dispongono, in modo adeguato, di personale con le competenze specialistiche necessarie per gestire efficacemente progetti complessi. Questo comporta, in genere, delle difficoltà nel ricevere un adeguato supporto nella corretta interpretazione di quanto richiesto dai singoli bandi.

Difficoltà di pianificazione nell’utilizzo delle opportunità offerte, con impossibilità di prevedere l’uscita delle diverse misure. I tempi di valutazione dei progetti e l’assegnazione dei fondi sono spesso eccessivamente lunghi e comunque difficilmente prevedibili. L’erogazione dei pagamenti richiede sovente tempi troppo lunghi, ponendo in seria difficoltà soprattutto le PMI.

Scarsa omogeneità con utilizzo di piattaforme informatiche certamente evolute, ma che risultano diverse tra loro. Le modalità di caricamento e di produzione della relativa documentazione può variare significativamente da amministrazione ad amministrazione.

Principali interventi auspicabili

Proviamo allora a suggerire alcune aree di intervento prioritarie per cercare di risolvere le principali criticità evidenziate.

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Semplificazione normativa attraverso l’attivazione di un processo che tenda ad armonizzare e semplificare le normative relative sia alle misure nazionali che regionali.

Migliore supporto tecnico-amministrativo sia in fase di presentazione delle proposte che in fase di rendicontazione di progetti approvati. Su questo tema ci sono già delle esperienze virtuose (“best practice”) che andrebbero replicate, con scambio di esperienze tra le diverse amministrazioni. Per le domande più semplici, si potrebbero anche prevedere dei risponditori automatici, basato su AI.

Più efficace e chiara pianificazione con riferimentoai programmi gestiti direttamente dall’EU. Sarebbe molto importante, anche per i programmi nazionali e regionali, avere a disposizione una precisa indicazione di quando è prevista l’uscita delle singole iniziative, quali sono i tempi di valutazione, quali sono i tempi che vengono garantiti per il pagamento dei contributi previsti.

Maggiore omogeneità nei processi e nelle piattaforme informatiche per facilitare l’uso dei programmi finanziati e garantire nel contempo alla PA un significativo risparmio di costi. Un’operazione assolutamente non semplice che potrebbe essere realizzata per gradi a partire dalle amministrazioni più virtuose. Una “cabina di regia” interministeriale e interregionale sarebbe auspicabile per facilitare il processo di integrazione.

Maggiore Trasparenza attraversoinvestimenti in sistemi di monitoraggio che forniscano dati in tempo reale sull’avanzamento fisico e finanziario dei progetti.

Revisione dei criteri di valutazione dei progetti,puntando ad una più attenta analisi dei risultati concretamente raggiunti piuttosto che ad aspetti di carattere prevalentemente amministrativo. Sarebbero inoltre da limitare le cosiddette procedure di valutazione “a sportello”, che rischiano di penalizzare i progetti più validi.

Conclusioni

A livello nazionale e regionale si sono registrati notevoli passi in avanti sull’utilizzo dei Fondi Strutturali Europei, come dimostrano i risultati ottenuti con il programma 2014-2020. La digitalizzazione ha apportato un significativo contributo, superando l’iniziale approccio di produzione cartacea di tutta la documentazione tecnico-amministrativa richiesta.

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Nonostante questi innegabili successi, rimangano ancora significative criticità che andrebbero superate per consentire di massimizzare il potenziale offerto dai Fondi Strutturali Europei e trasformare le risorse disponibili in opportunità di sviluppo concreto e duraturo.

Semplificazione, pianificazione e digitalizzazione possono fornire una svolta decisiva a questo processo in continua evoluzione. Significativi vantaggi potrebbero derivare da una maggiore digitalizzazione delle procedure amministrative, da una maggiore interoperabilità tra le diverse piattaforme e da un maggior ricorso a soluzioni facenti uso di intelligenza artificiale.

In generale, occorrerebbe superare la logica dei “silos” e promuovere la collaborazione tra le diverse amministrazioni in modo da prendere spunto da quelle più virtuose.



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