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Nel gennaio 2024, durante il Vertice Italia-Africa tenutosi a Roma, è stato ufficialmente presentato il Piano Mattei, una nuova iniziativa strategica dell’Italia rivolta al continente africano.
L’obiettivo del piano è ridefinire e rafforzare le relazioni con i Paesi africani, attraverso un approccio più trasparente, diretto e graduale, che coinvolga progressivamente sia i partner africani sia le componenti italiane. Strutturato su cinque ambiti principali e con il lancio iniziale in nove Paesi africani, il progetto mira a sostenere il progresso economico e sociale non solo tramite la cooperazione allo sviluppo, ma anche promuovendo una maggiore partecipazione del sistema imprenditoriale italiano e delle istituzioni nazionali.
Il Piano Mattei rappresenta un’iniziativa di rinnovamento della strategia italiana nei confronti dell’Africa e riflette la volontà dell’Italia di riaffermare un ruolo centrale nel contesto mediterraneo, africano e internazionale.
Attualmente, il Piano è ancora in fase di definizione e, sebbene non sia stato ancora pubblicato un documento ufficiale che ne riassuma e chiarisca i contenuti, è possibile individuarne alcune linee guida attraverso le varie fasi del suo sviluppo.
Tra i momenti chiave della sua costruzione vi sono l’emanazione del Decreto Legge n. 161 nel novembre 2023 – successivamente convertito nella Legge n. 2/2024 – e il discorso inaugurale della Premier durante il Vertice Italia-Africa, svoltosi a Roma il 28 e 29 gennaio 2024, al quale hanno partecipato 46 Paesi africani su 54 e 25 organizzazioni multilaterali, comprese le principali istituzioni dell’Unione Europea.
Obiettivi
La Legge n.2/2024, che istituisce formalmente il Piano Mattei, ne chiarisce l’intento principale: promuovere la crescita e lo sviluppo dei Paesi africani, rafforzando nel contempo le relazioni bilaterali con l’Italia.
Dal punto di vista africano, il piano si presenta come un’opportunità di sostegno allo sviluppo; per l’Italia, invece, rappresenta uno strumento per rilanciare il proprio ruolo nella regione, anche in termini economici ed energetici. Tuttavia, per agevolare il coordinamento tra i soggetti coinvolti, sarà importante definire con chiarezza anche ciò che non rientra negli scopi del piano, eventualmente delegandolo ad altri strumenti o iniziative.
Il Piano è presentato come una strategia che non si basa sulla beneficenza, bensì su interessi condivisi, dove l’Italia può valorizzare le proprie competenze industriali nei settori più forti. Questo approccio può rafforzare la trasparenza e il dialogo paritario con i partner africani.
Infine, sarà fondamentale stabilire meccanismi efficaci per attuare concretamente i progetti previsti, partendo dai progetti pilota già annunciati. Sarà altrettanto importante definire criteri chiari per il monitoraggio dei progressi e la valutazione dei risultati, attività affidata alla Cabina di Regia, che ogni anno presenterà una relazione al Parlamento sullo stato di avanzamento del Piano.
Finanziamenti
La dotazione iniziale è di 5,5 miliardi di euro di cui:
- 3 miliardi dal Fondo Italiano per il Clima.
- 2,5 miliardi dalla Cooperazione allo Sviluppo.
Previsto il lancio di un nuovo strumento finanziario da parte di CDP per coinvolgere il settore privato.
Contributi volontari già promessi da Emirati Arabi (100M€) e Arabia Saudita (200M€).
I Pilastri Tematici del Piano Mattei
Durante il Vertice Italia-Africa del gennaio 2024, sono stati individuati cinque grandi aree prioritarie di intervento, successivamente affiancate da un sesto pilastro, emerso nella prima riunione della Cabina di Regia.
Ogni pilastro rappresenta un campo d’azione in cui l’Italia intende investire risorse, competenze e partnership per rafforzare lo sviluppo sostenibile del continente africano e, al contempo, rafforzare la cooperazione bilaterale.
1. Istruzione e Formazione
Obiettivo: sviluppare competenze locali, rafforzare i sistemi educativi e facilitare l’inserimento lavorativo dei giovani.
- Supporto a scuole, università e centri di formazione professionale.
- Promozione di partenariati tra istituti italiani e africani.
- Formazione tecnica per settori industriali chiave (agroalimentare, energia, meccanica, ecc.).
- Riduzione della disoccupazione giovanile e contrasto all’emigrazione forzata.
2. Salute
Obiettivo: migliorare l’accesso ai servizi sanitari e rafforzare i sistemi sanitari locali.
- Interventi su infrastrutture ospedaliere, approvvigionamento di farmaci e formazione del personale medico.
- Collaborazioni con ONG italiane e operatori del terzo settore.
- Possibile focus su sanità materno-infantile, vaccinazioni e gestione delle malattie endemiche.
3. Agricoltura
Obiettivo: promuovere la sicurezza alimentare e la produttività agricola sostenibile.
- Supporto tecnico agli agricoltori, innovazione agricola e accesso a sementi e tecnologie.
- Sviluppo di filiere agroalimentari locali e accesso al mercato.
- Iniziative per la gestione delle risorse naturali e prevenzione delle crisi alimentari.
4. Acqua
Obiettivo: garantire l’accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari.
Progetti di captazione, trattamento e distribuzione dell’acqua.
Iniziative per la gestione sostenibile delle risorse idriche.
Coinvolgimento di aziende italiane specializzate in ingegneria idraulica.
5. Energia
Obiettivo: promuovere l’accesso all’energia, sostenere la transizione verde e creare connessioni strategiche.
- Investimenti in energie rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico).
- Progetti con ENI e altri operatori italiani nel settore energetico.
- Rafforzamento delle reti di distribuzione e mini-grid rurali.
- Doppia finalità: sostenere lo sviluppo africano e creare nuove rotte di approvvigionamento per l’Europa.
6. Infrastrutture (aggiunto successivamente)
Obiettivo: sviluppare reti materiali e digitali che favoriscano crescita economica, commercio e integrazione.
- Costruzione e ammodernamento di strade, porti, ferrovie e aeroporti.
- Digitalizzazione e connettività internet.
- Supporto a zone economiche speciali e corridoi commerciali.
Questi sei pilastri sono concepiti non come interventi settoriali isolati, ma come componenti sinergici di un approccio integrato, capace di valorizzare:
- le eccellenze italiane,
- le priorità africane,
- gli interessi comuni (stabilità, sviluppo sostenibile, energia, gestione dei flussi migratori).
Paesi Pilota Coinvolti
I 9 Paesi pilota sono:
Nord Africa: |
Africa Subsahariana: |
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