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“Comprare casa a Dubai è molto più accessibile di quanto si pensi” — idealista/news


Compro una casa. Ma la voglio a Dubai. Il mercato immobiliare emiratino è molto attivo e attraente per gli investitori, con un forte interesse per le vendite “off-plan” ed un aumento delle transazioni nel segmento del lusso. Ne parliamo con Stefano Re di “Re Casa Immobiliare” di San Benedetto del Tronto, agenzia specializzata in questo segmento. 

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L’interesse per Dubai come meta di investimento immobiliare sembra crescere esponenzialmente. Quali sono i principali fattori che, a suo avviso, attirano gli investitori italiani verso il mercato emiratino?

La mia percezione è che Dubai non sia più una “moda del momento”, ma una scelta strategica sempre più consapevole. Il record di novembre 2024 è solo la conferma di un trend in crescita, sostenuto da dati concreti: domanda internazionale stabile, infrastrutture eccellenti, fiscalità vantaggiosa e un governo che continua a investire in innovazione e sicurezza.

Per gli investitori italiani, Dubai rappresenta una boccata d’aria: si arriva da un contesto nazionale spesso percepito come stagnante, con alta pressione fiscale e incertezza normativa. Qui, invece, trovano un ambiente dinamico, snello, meritocratico, dove anche piccoli e medi investitori possono entrare nel mercato con strumenti chiari e ritorni interessanti, sia sul breve che sul lungo periodo.

C’è poi una componente più emozionale: Dubai affascina. È un simbolo di crescita, di futuro, e questo tocca corde profonde, soprattutto in chi sente il bisogno di nuove opportunità, di espandere i propri orizzonti e, perché no, anche di cambiare vita.

 

Sul sito della sua agenzia leggo: “Dubai non è solo una destinazione. È un nuovo modo di pensare il real estate”. Cosa vuol dire?

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Vuol dire che investire a Dubai non è semplicemente “comprare casa all’estero” ma è entrare in un ecosistema completamente diverso, dove il real estate viene pensato come parte di una visione più ampia, moderna e orientata al futuro.

A Dubai, ogni progetto immobiliare nasce con una logica di sviluppo urbano integrato, di qualità dell’esperienza abitativa, di sostenibilità e innovazione. Non si parla solo di metri quadri, ma di servizi, lifestyle, tecnologie, visione internazionale. Per chi è abituato al mercato europeo – spesso più lento, burocratico e frammentato – si tratta di un cambio di paradigma.

Anche il processo di acquisto riflette questo nuovo approccio: trasparente, digitale, veloce. Non è un caso che attragga sempre più investitori giovani, imprenditori, expat e famiglie che cercano non solo rendimento, ma anche un posizionamento strategico nel mondo che cambia.

Quando diciamo “un nuovo modo di pensare il real estate”, intendiamo proprio questo: un modello che unisce rendimento, innovazione e qualità della vita. E che sta riscrivendo le regole del gioco.

Il successo di questo tipo di mercato riguarda anche le vendite off plan?

Assolutamente sì. Il segmento “off plan” – cioè gli immobili acquistati su carta prima della costruzione – è uno dei motori principali del boom immobiliare di Dubai. E non è un caso: parliamo di un mercato in cui l’offerta è progettata con grande attenzione al futuro, e dove le dinamiche demografiche, turistiche e lavorative indicano una domanda in crescita costante.

Per gli investitori italiani, l’off plan è particolarmente interessante perché consente di entrare nel mercato con capitale ridotto iniziale e con piani di pagamento molto accessibili, spesso diluiti in 3 o 5 anni. Inoltre, molti sviluppatori garantiscono rendimenti stimati o formule di buy-back, dando un senso di sicurezza anche a chi si affaccia per la prima volta su questo tipo di operazione.

Ovviamente serve consapevolezza: bisogna selezionare progetti solidi, sviluppatori affidabili, e conoscere bene i tempi e le clausole contrattuali. Ma se accompagnati da professionisti seri, l’off plan può offrire ottimi margini di rivalutazione e rendita passiva, soprattutto in un mercato ancora in piena fase espansiva come quello emiratino.

 

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Investire a Dubai è un’opportunità accessibile a tutti o, come sembra, richiede capitali ingenti? 

È una domanda che ricevo spesso, e la risposta è sorprendente per molti: investire a Dubai è molto più accessibile di quanto si pensi. Non serve essere milionari o grandi imprenditori: oggi si può entrare nel mercato immobiliare emiratino con budget anche intorno ai 150.000 euro, scegliendo progetti off plan ben posizionati e con piani di pagamento dilazionati, spesso senza bisogno di mutuo.

È chiaro che esistono anche opportunità di fascia alta – ville, attici di lusso, branded residences – ma il mercato è strutturato in modo da offrire soluzioni per ogni tipo di investitore: da chi cerca una rendita passiva stabile a chi punta sulla rivalutazione del capitale.

La vera differenza la fa l’approccio: a Dubai si investe in modo imprenditoriale, con una visione chiara e obiettivi precisi. Per questo è fondamentale avere al fianco un consulente che conosca il mercato, i rischi e le reali opportunità, altrimenti si rischia di “seguire la moda” senza una strategia.

In sintesi: sì, Dubai è accessibile, ma come ogni investimento richiede preparazione, trasparenza e una buona strategia.

Qual è il profilo tipico dell’investitore che si rivolge a voi con l’intenzione di acquistare proprietà a Dubai? Si tratta mediamente di grandi investitori o anche di privati cittadini?

Il nostro investitore “tipico” non è un grande fondo internazionale, ma un privato cittadino italiano che vuole diversificare, proteggere il proprio capitale o generare una rendita passiva. Parliamo spesso di imprenditori, liberi professionisti, dirigenti, ma anche famiglie o pensionati attivi che hanno risparmi da valorizzare e non trovano risposte soddisfacenti nel mercato immobiliare italiano.

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Sono persone che si fanno domande concrete: «Dove posso investire con una buona prospettiva di crescita?», «Come posso tutelare i miei risparmi dall’inflazione e dalla tassazione elevata?», «E se un giorno volessi trasferirmi?». Dubai, in questo senso, offre risposte reali e strumenti semplici: proprietà al 100% intestate, zero tasse su reddito e immobili, rendimento medio annuo interessante, e un mercato in forte sviluppo.

Ovviamente seguiamo anche investitori più strutturati, italiani ed europei, che acquistano in ottica di portafoglio, di flipping o di operazioni multiple. Ma la nostra missione è proprio questa: rendere accessibile e comprensibile Dubai anche a chi parte da zero, con un sogno e un capitale da far fruttare con intelligenza.

Quali tipologie di immobili preferiscono? 

La maggior parte dei nostri clienti preferisce immobili residenziali di fascia media, in zone strategiche ben collegate e ad alta richiesta di affitto. Parliamo soprattutto di appartamenti da 1 o 2 camere, spesso acquistati off plan, che offrono il miglior equilibrio tra accessibilità, rendimento e potenziale di rivalutazione.

Chi cerca una rendita passiva immediata si orienta verso unità già pronte e arredate in aree consolidate come Dubai Marina, Business Bay o JVC, dove c’è una forte domanda sia turistica che residenziale. Chi invece punta a una crescita del capitale preferisce progetti in sviluppo in zone emergenti come Dubai South, Arjan, Meydan o la nuova zona lungo la futura Blue Line del metro.

C’è poi una piccola ma crescente parte di investitori che acquista per uso personale o in ottica di trasferimento futuro: in questo caso si cercano soluzioni più lifestyle-oriented, magari con vista, vicinanza a scuole internazionali, servizi di fascia alta o in community chiuse.

In ogni caso, il filo conduttore è uno: scegliere immobili che abbiano una domanda reale sul mercato. A Dubai, la location non è una questione estetica, è una strategia.

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Quali sono i vantaggi da aspettarsi dal mercato immobiliare di Dubai rispetto ad altri mercati internazionali in termini di rendimento, tassazione o burocrazia?

Dubai offre tre vantaggi principali che difficilmente si trovano insieme in altri mercati internazionali: rendimenti netti elevati, fiscalità favorevole e una burocrazia sorprendentemente snella. Il primo, il rendimento medio annuo da affitto, soprattutto su immobili residenziali ben posizionati, varia tra il 6% e l’8% netto, con punte anche superiori nel breve termine (holiday home, ndr). In mercati più maturi come Milano, Parigi o Berlino è difficile superare il 3–4%, e spesso con costi di gestione molto più alti.

Il secondo riguarda la tassazione. A Dubai non esistono tasse su proprietà, plusvalenze o redditi da locazione per persone fisiche. Questo significa che il rendimento che si calcola è realmente netto. Per un investitore italiano, abituato a IMU, cedolare secca e imposte varie, è una differenza enorme.

E poi la burocrazia. Il processo d’acquisto è veloce, digitale e trasparente. Non servono residenze fiscali, società o intermediari complessi: anche un cittadino italiano può acquistare direttamente e diventare proprietario al 100%, con tempi medi di chiusura tra 2 e 4 settimane. E se acquista off plan, i pagamenti sono diluiti nel tempo, senza bisogno di mutuo.

In sintesi, Dubai si distingue per essere un mercato giovane ma già maturo, con regole chiare, rischi contenuti se si opera con criterio, e un ecosistema che supporta chi vuole investire, non ostacolarlo. È questo che sta attirando sempre più italiani: la possibilità di costruire un progetto solido, in modo semplice, in un Paese che guarda avanti.

Quali sono le sfide o i rischi principali che gli investitori devono considerare?

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Come in ogni mercato, anche a Dubai ci sono delle sfide da affrontare. La differenza è che, se conosci il contesto e ti affidi a professionisti seri, questi rischi diventano gestibili e spesso evitabili.

Le principali criticità che segnaliamo ai nostri clienti sono queste. La prima riguarda la scelta del progetto e dello sviluppatore: Il mercato è molto ampio e dinamico, con decine di lanci ogni mese. Non tutti i progetti sono uguali per qualità, posizione, redditività o tempi di consegna. Serve analisi, non entusiasmo. Poi c’è l’eccesso di offerta in alcune aree: alcune zone rischiano di essere saturate, con troppi appartamenti simili sul mercato. Questo può ridurre la redditività se non si sceglie con attenzione in base alla domanda reale (residenziale, turistica, commerciale).

Altra criticità: la aspettative non realistiche: c’è chi arriva pensando di raddoppiare il capitale in pochi mesi. Dubai può offrire rendimenti superiori alla media, ma resta un investimento, non un “colpo di fortuna”. Serve visione, pazienza e una strategia chiara. Poi c’è il cambio normativo o geopolitico: anche se al momento Dubai è un’isola di stabilità e attrattività, è sempre bene monitorare i contesti macro. Ma finora, va detto, gli Emirati si sono dimostrati straordinariamente solidi e proattivi nel gestire anche gli scenari complessi.
 

In sintesi: i rischi ci sono, ma con una consulenza trasparente e un approccio razionale, si possono trasformare in scelte consapevoli. E questo fa la vera differenza tra un investitore improvvisato e uno che costruisce valore nel tempo.

Il mercato immobiliare di Dubai è noto per essere dinamico e in continua evoluzione. Quali sono le sue previsioni per il futuro a breve e medio termine per gli investimenti in questa città? Vede ancora margini di crescita?

Sì, vedo ancora ampi margini di crescita, soprattutto per chi entra oggi con una strategia strutturata. Il mercato immobiliare di Dubai è sì dinamico, ma non più imprevedibile come un tempo: oggi si muove in modo molto più maturo, sostenuto da politiche di sviluppo a lungo termine, una popolazione in crescita costante e una domanda sempre più internazionale.

Nel breve termine (2025–2026), prevedo una stabilizzazione di alcuni segmenti “maturi”, come il luxury di fascia altissima, ma una forte spinta nei distretti emergenti, nei progetti legati alla sostenibilità e nei format innovativi (co-living, branded residences, short-term rental, ndr).

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Nel medio termine, cioè fino al 2029, Dubai continuerà ad attrarre nuovi residenti, aziende e investitori grazie alle sue politiche fiscali, al clima economico aperto e alla posizione strategica tra Europa, Asia e Africa. La nuova infrastruttura della Blue Line metropolitana, l’espansione dell’aeroporto Al Maktoum e l’apertura di grandi distretti tematici contribuiranno a rivalutare molte aree oggi ancora sottostimate.

Inoltre, il fatto che sempre più persone stiano trasferendo la propria residenza o il proprio business a Dubai crea un mercato “vivo”, dove l’immobile non è solo un asset speculativo, ma una componente essenziale di una nuova vita.

Per chi investe con visione e preparazione, il tempo di Dubai non è finito: è appena cominciato.

Considerando la distanza geografica e le differenze normative, quali garanzie o tutele offre il sistema legale di Dubai agli investitori stranieri? 

Prima di tutto, gli stranieri possono acquistare immobili a pieno titolo, con proprietà al 100%, senza bisogno di società locali o partner emiratini. Questo è un aspetto fondamentale: a differenza di altri Paesi dove ci sono limiti o vincoli, a Dubai il diritto di proprietà è chiaro e sicuro.

In secondo luogo, il settore immobiliare è regolato da enti governativi molto attivi e digitalizzati, come la Dubai Land Department (DLD) e la Real Estate Regulatory Agency (RERA). Ogni transazione è tracciata, registrata e protetta. Quando si acquista un immobile, si riceve un titolo ufficiale rilasciato dallo Stato (Title Deed), esattamente come farebbe un cittadino locale.

Per gli acquisti su carta (off plan), la legge prevede che i pagamenti vadano su conti escrow controllati: lo sviluppatore può usare quei fondi solo per costruire quel progetto specifico. È una forma di tutela molto efficace contro frodi o ritardi ingiustificati.

Infine, va detto che il sistema giudiziario ha fatto grandi passi avanti anche in ambito immobiliare, con procedure di mediazione e arbitrato rapide, e una crescente apertura alla tutela degli investitori internazionali.

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In sintesi: a Dubai gli investitori stranieri non sono ospiti, sono protagonisti. E il sistema legale è progettato per garantire trasparenza, certezza e fiducia.

Oltre al mero acquisto di proprietà, ci sono altre opportunità di investimento immobiliare a Dubai? Penso a investimenti in fondi immobiliari o progetti di sviluppo.

Assolutamente sì. Il mercato immobiliare di Dubai non si limita al classico acquisto di un appartamento da affittare. Esistono diverse formule alternative o complementari, che vanno dall’investimento in progetti di sviluppo alla partecipazione in fondi immobiliari, fino a formule di co-investimento e frazionamento.

Per esempio, ci sono sviluppatori che offrono la possibilità di partecipare come partner a piccoli progetti immobiliari, dove l’investitore entra nella fase iniziale e condivide i profitti alla consegna. È una soluzione più speculativa, ma anche potenzialmente molto redditizia se ben gestita.

Un’altra formula emergente è quella dei fractional investment o real estate token, che permette di acquistare quote di proprietà ad alto rendimento con capitali ridotti, attraverso piattaforme regolamentate. È un settore ancora giovane, ma in espansione.

Infine, stanno nascendo fondi immobiliari locali o internazionali che investono in Dubai e raccolgono capitali da investitori esterni. Questo consente di entrare nel mercato con un approccio più diversificato, delegando la gestione a professionisti. Chiaramente, in questo caso, serve valutare bene la solidità e la trasparenza del fondo.

Il punto chiave è che Dubai sta evolvendo anche sul piano finanziario: oggi è possibile strutturare investimenti immobiliari in modo molto più sofisticato rispetto al semplice acquisto a reddito. E questo la rende sempre più interessante non solo per privati, ma anche per investitori evoluti e semi-istituzionali.

Per chi fosse ancora indeciso, quale sarebbe il suo consiglio finale come esperto del settore?

Il mio consiglio è semplice: informatevi, ma non aspettate all’infinito. Dubai è un mercato in continua evoluzione, e proprio per questo premia chi agisce con visione, non chi resta fermo in attesa del “momento perfetto”.

Non serve essere milionari, né esperti di mercati esteri: serve un obiettivo chiaro, una guida competente e la volontà di aprirsi a un modo diverso di investire. A Dubai si può iniziare con cifre accessibili, ma soprattutto con una mentalità nuova: dinamica, proattiva, orientata al futuro.

Se siete curiosi ma ancora indecisi, non partite dall’acquisto. Partite dalla conoscenza. Chiedete, confrontate, analizzate. Noi siamo qui anche per questo: aiutare le persone a capire, prima ancora che comprare.

Perché, alla fine, investire non è mai solo questione di immobili. È una decisione che riguarda il vostro tempo, il vostro capitale e la vostra libertà. E se c’è un posto che oggi offre reali opportunità per trasformare tutto questo in valore concreto, quel posto – con i suoi pro e i suoi contro – è proprio Dubai.

Avete recentemente lanciato un progetto rivolto agli agenti immobiliari italiani. A chi è destinato, e che tipo di opportunità offre? 

Il progetto Re Casa Dubai nasce per agenti immobiliari italiani che si trovano a un bivio professionale. È pensato per chi vuole smettere di rincorrere trattative logoranti, percentuali al ribasso e compromessi quotidiani in un mercato saturo, poco meritocratico e ormai distante dai propri valori. È dedicato a chi ha l’ambizione di crescere, cambiare prospettiva e affacciarsi su un mercato internazionale, supportato da strumenti concreti, formazione mirata e una rete solida.

Il progetto si fonda su valori chiari: trasparenza, sicurezza, coerenza, collaborazione e lealtà. Gli agenti non sono semplici numeri o collaboratori, ma veri partner, parte attiva di un percorso condiviso di crescita professionale.

Non viene richiesto di abbandonare il proprio brand né di adattarsi a modelli preconfezionati. Al contrario, Re Casa offre un’opportunità concreta per aprire il proprio business a Dubai, mantenendo la propria identità professionale ma con una marcia in più: una struttura forte, immobili selezionati con cura e un team operativo che lavora al fianco dell’agente, non al suo posto.

Il punto distintivo del progetto è un approccio consulenziale su misura. Non vengono proposti immobili “a catalogo”, perché per Re Casa non esiste una soluzione valida per tutti: ogni cliente viene seguito individualmente, in base a obiettivi specifici, strategie patrimoniali e consapevolezza fiscale. Per investire a Dubai non basta sfogliare una brochure, serve visione e metodo.

Gli agenti selezionati hanno comunque accesso diretto a immobili scelti tra i migliori sviluppi off-plan e ready del mercato, firmati dai developer più solidi. Ricevono materiali di marketing personalizzabili, affiancamento su trattative reali, formazione continua e supporto concreto nella gestione post-vendita. Ogni operazione è seguita da professionisti legali e fiscali, per tutelare in modo trasparente sia l’agente che il suo cliente.



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