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Satnam Singh, un anno dopo


A Latina riuniti sindacati e istituzioni per fare il punto sulla lotta allo sfruttamento in agricoltura: occorre riavviare il Tavolo nazionale anticaporalato e intervenire sulle politiche migratorie

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Un anno fa moriva tragicamente Satnam Singh, giovane bracciante di origini indiane abbandonato dal suo datore di lavoro dopo un grave incidente nei campi. Il processo è in corso ma intanto i sindacati hanno voluto trarre un primo bilancio su quanto il sistema dello sfruttamento nell’Agro Pontino sia cambiato realmente. Il bilancio è in chiaroscuro, perché mentre la macchina repressiva sembra funzionare, il lato preventivo, che è poi il vero punto di forza della Legge 199 del 2016, continua a non decollare se non in qualche virtuoso progetto territoriale.

All’incontro voluto dai sindacati di categoria nella Prefettura di Latina hanno partecipato tra gli altri la Prefetta Vittoria Ciaramella e i vertici provinciali di Inps, Inail, Inl, Asl, Carabinieri e Guardia di Finanza. L’apertura del tavolo interistituzionale con i ministri fortemente richiesto dalle organizzazioni sindacali, un anno fa, aveva condotto, al recepimento di importanti misure, hanno riconosciuto Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, “come il sistema unico dei controlli e la banca dati degli appalti in agricoltura”, rimane il fatto però che “migliaia di lavoratori continuano a vivere in condizioni di ricattabilità”, per cui le organizzazioni ritengono indispensabile riavviare il confronto al tavolo nazionale per dare piena applicazione alle misure previste.

Ma cosa è accaduto in questi dodici mesi in provincia? L’Inps ha raggiunto l’iscrizione alla Rete del lavoro agricolo di qualità per 450 aziende sulle 6mila presenti, sono ancora poche ma un anno fa erano la metà. Anna Maria Miraglia, direttrice dell’Ispettorato territoriale del lavoro, ha parlato di 308 vigilanze svolte in agricoltura, dalle quali sono stati riscontrati 116 lavoratori in nero, 225 lavoratori senza formazione né sorveglianza sanitaria, mentre in 194 hanno recuperato somme da ore lavorate ma non remunerate. Diverse le misure rivendicate dall’Assessore regionale Giancarlo Righini, tra cui un bando per 200 milioni di euro dal quale sono escluse le imprese agricole non iscritte alla Rete del lavoro di qualità; altro fatto molto apprezzato dai sindacati, il vincolo del Psr alla condizionalità sociale della Pac, affinché i fondi pubblici giungano solo alle aziende sane che applicano i contratti. Altro fatto positivo, sono diminuite le imprese senza terra: “Oggi ne contiamo 26, purtroppo diverse aziende chiuse le ritroviamo operanti in altre province, ma evidentemente il sistema dei controlli va nella giusta direzione”, ha detto Maurizio Mauri, dirigente dell’Inps di Latina. Mentre il nucleo dei Carabinieri Ispettorato del lavoro di Latina ha effettuato complessivamente 145 ispezioni in aziende agricole, di cui 59 sono risultate irregolari, 25 sono state sospese, e 8 avevano anche usufruito di fondi pubblici europei: per 4 di queste è stata inoltrata una segnalazione all’Agea per congelare i contributi.

Il problema dunque rimane specialmente sul lato preventivo. Questione complessa perché intreccia tra loro le norme sull’immigrazione e quelle del mercato del lavoro, degli alloggi e i trasporti dei braccianti. Tra le proposte rilanciate dai sindacati, “la previsione di agevolazioni per le imprese che si iscrivono alla Rete del lavoro agricolo di qualità, trovando il modo di dare, anche nel rapporto con i consumatori, la giusta visibilità per le realtà che scelgono il rispetto delle norme e dei contratti”. È stata ribadita, inoltre, la necessità di un deciso intervento utile a contrastare l’operatività delle imprese senza terra che non svolgono attività di appalto genuine, ma soprattutto di rendere operative le modifiche già introdotte al decreto Flussi apportando quei miglioramenti necessari a dare le giuste risposte al segmento più fragile del mercato del lavoro agricolo: “Serve un’immigrazione legale più connessa con il fabbisogno del mercato del lavoro – hanno affermato all’incontro di Latina i rappresentanti nazionali di Fai, Flai e Uila, Onofrio Rota, Silvia Guaraldi ed Enrica Mammucari – e questo richiede oggi l’emersione dei lavoratori stranieri entrati regolarmente nel Paese con i precedenti decreti Flussi e divenuti irregolari, proprio come Satnam. È necessario quindi riconoscere un permesso per attesa occupazione a quei lavoratori per farli uscire dal limbo dell’invisibilità e dello sfruttamento”.

Tra le priorità avanzate, inoltre, il superamento dei ghetti, anche con la spesa completa dei 200 milioni previsti dal Pnrr, rispetto ai quali i sindacati hanno espresso forte preoccupazione. Infatti, lo stesso commissario straordinario del Governo per lotta allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, Maurizio Falco, fino a un anno fa Prefetto della provincia pontina, ha riconosciuto che al momento soltanto un terzo dei progetti presentati per la realizzazione di soluzioni abitative sono finanziabili. Lo stesso comune di Latina, destinatario di 4 milioni, ha perso il treno a causa di vincoli “di natura urbanistica”, ha ammesso il Vicesindaco Massimiliano Carnevale: “Stiamo lavorando ancora – ha rilanciato il commissario Falco – affinché questi fondi possano essere dirottati comunque nella realizzazione di posti letto nelle imprese, ma occorre strutturare una rete del lavoro agricolo di qualità, questa potrebbe essere una soluzione per non perdere definitivamente l’occasione”.

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Anche per questo i sindacati hanno chiesto che il confronto prosegua a livello territoriale nella Sezione di Latina della Rete del lavoro agricolo di qualità, luogo idoneo anche per far vivere l’importante Protocollo operativo promosso dalla Procura, dalle forze dell’ordine e dagli enti presenti alla riunione. Mentre a livello nazionale si ribadisce il bisogno di riprendere il confronto e applicare concretamente le misure ottenute: “Da questo incontro – ha commentato il Segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota – emerge che insieme si può lavorare bene per contrastare il caporalato, anche incentivando le imprese che rispettano i lavoratori e i contratti, ma va riconvocato subito il tavolo interistituzionale perché le problematiche riscontrate su Latina sono in buona parte presenti anche sugli altri territori”.

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