Prestiti aziendali immediati

anche per liquidità

 

Il gas del Qatar in Polesine vale il 72% della produzione, i timori delle imprese: «Rischio speculazioni»


di
Silvia Madiotto

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

Lo Stretto di Hormuz, la guerra e i riflessi sul grande impianto di Porto Viro Confindustria Veneto: «Siamo preoccupati, potrebbe essere necessario intensificare il canale nordamericano»

Al largo della costa veneta c’è il rigassificatore più grande d’Italia. Un «porto» essenziale per il gas trasportato attraverso lo Stretto di Hormuz, il canale di distribuzione che il parlamento iraniano minaccia di chiudere, bloccando di fatto le forniture all’Europa. Ed è per questo che il tema delle materie prime e dell’energia tocca da vicino il territorio e le imprese, generando una diffusa preoccupazione. Lo dice chiaramente Lorenzo Poli, delegato Ambiente, energia e sostenibilità di Confindustria Veneto: «Sì, siamo preoccupati, ed è difficile vedere il bicchiere mezzo pieno. Oltretutto, questo è un momento di particolare distonia fra il prezzo italiano del gas e il prezzo delle nazioni confinanti. Il quadro economico è stato aggravato prima dal conflitto fra Russia e Ucraina, poi dai dazi. Veri, attesi, eccessivi o sopportabili che siano, hanno comportato un rallentamento. E questa guerra, che va condannata per gli effetti di ogni guerra, avrà anche riflessi sui mercati e in particolare su quello del gas».

Il rigassificatore di Adriatic Lng

Quindici chilometri al largo della costa del Polesine, in territorio di Porto Viro, c’è il rigassificatore di Adriatic Lng, attivato nel 2009: è un’isola artificiale che nel 2024 ha immesso in rete 8,7 miliardi di metri cubi di gas. Il gnl (gas naturale liquefatto) viene estratto all’estero, trasformato in liquido, stoccato in serbatoi, trasportato fino ai mercati di consumo come l’Italia, e qui rigassificato e distribuito. Con circa 825 milioni di metri cubi di gas naturale immessi in rete, nel maggio 2025 Adriatic Lng ha fatto registrare la migliore performance in termini di volumi rigassificati dell’impianto rodigino. L’anno scorso sono state 76 le navi metaniere scaricate al terminale veneto e provenienti in prevalenza da Qatar e Stati Uniti. Numeri che oggi è facile ipotizzare come seriamente in bilico.




















































Il gas liquefatto che arriva dal Qatar

Oggi la quota di gas liquefatto che arriva dal Qatar sul totale della materia prima importata dalla piattaforma polesana è del 72%. E quindi la domanda sorge spontanea: posto che l’Iran controlla lo Stretto di Hormuz, cosa succederà? Si fermeranno gli approvvigionamenti di gas naturale? Con queste premesse, che il prezzo dell’energia cresca ancora è probabile: è già successo quando sono scoppiate tensioni internazionali, e in questa il ruolo del gas e dei canali di trasporto è molto forte. Di certo c’è che «la prospettiva attuale crea incertezza, e l’incertezza fa il male dell’impresa, ferma gli investimenti, rallenta le azioni imprenditoriali, e ne risente anche tutto il circuito economico» sottolinea Poli. «Se lo stretto chiuderà sarà necessario intensificare il canale nordamericano, che ha un prezzo più alto di quello mediorientale, e ci saranno speculazioni. Accade ogni volta che c’è la possibilità di farlo: i prezzi non potranno che subire un’accelerazione. Già nelle ultime due settimane, quando si parlava delle tensioni, abbiamo scontato il 15% di aumenti. Se l’Iran chiuderà lo stretto, si innescherà un’ulteriore speculazione con effetti negativi».

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Una politica energetica più efficace

Le imprese venete da anni invocano una politica energetica più efficace al governo italiano. Il prezzo dell’energia qui è già il più alto d’Europa, e lo svantaggio competitivo per il mondo produttivo è netto. L’appello, oggi, assume una nuova urgenza. «C’è un tavolo aperto col governo – sottolinea il delegato di Confindustria Veneto -. I temi riguardano i prezzi, i canali di trasporto, le fonti energetiche. Stiamo investendo e sviluppando sempre più le fonti rinnovabili, ma se questo non contribuisce ad abbassare i costi per famiglie e imprese diventa una presa in giro. Sollecitiamo anche l’arrivo dell’energy release, uno strumento fondamentale per contenere il costo energetico e che giace al Mase in attesa di via libera dall’Europa».

Rischio rincari

Proprio pochi giorni fa la Cgia di Mestre evidenziava un rischio rincari nel secondo semestre dell’anno. Il centro studi evidenziava che la situazione è molto diversa da quella del conflitto russo-ucraino (la benzina era cresciuta del 16,9% in due settimane, il diesel del 23,8%): oggi gli aumenti sono più contenuti. Ma sono a rischio le bollette dell’energia e del gas, e la Cgia che stima le imprese venete dovranno pagare un miliardo e mezzo in più rispetto al 2024. E il Veneto è fra le Regioni più colpite del Paese, avendo volumi di consumi elevati.

Per una maggiore tutela, sarebbe importante quindi investire su altre fonti e sull’autoproduzione. «Idroelettrico, solare, fotovoltaico. L’Italia è in cammino verso la decarbonizzazione – chiude Poli -, ma non potrà che essere neutra sulle tecnologie da applicare, e mi riferisco al nucleare: non può che diventare una gamba solida del programma energetico nazionale, dopo essere stato abbandonato in maniera demagogica. Francia, Spagna e Germania puntano più di noi sulle nuove tecnologie». Con l’auspicio che, nel pieno rispetto dell’ambiente, «possa essere ampliato il rigassificatore di Rovigo, il mercato è nervoso perché a corto di fonti di approvvigionamento, avere più canali garantisce una maggiore stabilità».

Conto e carta

difficile da pignorare

 

24 giugno 2025

Microcredito

per le aziende

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Opportunità uniche acquisto in asta

 ribassi fino al 70%

 

Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura