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Attacchi informatici, l’Iran potrebbe colpire le aziende


Nella notte dello scorso 13 giugno, Israele ha attaccato la capitale iraniana Teheran ed altri territori, compresi impianti legati al programma nucleare.

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“Rising lion” è il nome dell’operazione che ha colpito in maniera mirata comandanti militari e scienziati iraniani. La risposta dell’Iran non è tardata ad arrivare attraverso il lancio di un centinaio di droni contro Israele.

Se l’Europa ha reagito chiedendo un’immediata de-escalation del conflitto, gli Usa sono intervenuti, inizialmente, chiedendo all’Iran di accettare un accordo sul programma nucleare nazionale. Ma, nella notte del 22 giugno, hanno attaccato tre siti nucleari in Iran attraverso l’utilizzo di bombe “bunker buster.

Secondo gli analisti, l’intervento diretto degli Stati Uniti potrebbe sfociare anche in attacchi informatici che coinvolgono le aziende.

Vecchie tensioni, nuovo conflitto

Quelle tra Iran e Israele sono tensioni di vecchia data, che negli anni sono sfociate in attacchi informatici, operazioni segrete e raid militari fino allo scoppio di un vero e proprio conflitto sul campo, a causa del programma nucleare iraniano e dei timori di Israele sul possibile sviluppo da parte del Paese rivale della bomba atomica. Ora sono intervenuti anche gli Usa, con il rischio di una pericolosa escalation.

La situazione geopolitica attuale, che da qualche giorno ha visto l’aggiungersi di un nuovo conflitto nel contesto globale, già segnato da crisi importanti, come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e quella in Medio Oriente nella Striscia di Gaza, preoccupa gli esperti informatici sui possibili attacchi cibernetici che possano mettere in ginocchio le aziende.

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Il digitale a rischio

L’Iran è da sempre considerato una minaccia informatica significativa e in particolare dagli Usa uno dei principali avversari informatici, insieme a Russia, Cina e Corea del Nord.

Basti pensare che nel 2023 fu vittima di un attacco, per esempio, il sistema idrico ad Aliquippa, in Pennsylvania, in cui gli hacker hanno avuto accesso ai sistemi industriali di un impianto idrico e hanno visualizzato messaggi antiisraeliani.

Inoltre, a fine 2024, un’allerta, diramata dalle intelligence americane, britanniche, israeliane e canadesi, avvertiva delle mire da parte di hacker iraniani sui sistemi industriali.

Il regime teocratico iraniano è considerato più debole militarmente rispetto ad Israele, che possiede aerei e armi più moderne, pertanto, si teme che l’Iran possa sfruttare il campo cyber per attaccare Israele, e i suoi alleati, più violentemente e con una portata geografica più ampia di quanto possa fare con le armi fisiche.

Al momento, però, pare che non ci sia stata una grande attività iraniana da questo punto di vista, come ha affermato Shalev Hulio, cofondatore e amministratore delegato della startup di sicurezza informatica Dream con sede a Tel Aviv, secondo cui si sta “assistendo a un aumento dei tentativi”, ma nessun “aumento dei successi”.

Una portavoce del colosso israeliano della sicurezza informatica Check Point Software Technologies ha affermato che l’attività osservata è più legata a operazioni di disinformazione che ad attacchi hacker distruttivi.

Attenzione all’effetto domino

Secondo gli ISAC, i centri di condivisione e analisi delle informazioni statunitensi sulle minacce alle aziende per i settori alimentare, agricolo e tecnologico, “anche gli attacchi che non prendono di mira direttamente gli Usa potrebbero avere effetti indiretti e causare interruzioni alle aziende negli Stati Uniti”, per cui è importante prendere le dovute precauzioni.

Attacchi informatici, le potenzialità dell’Iran

Il conflitto nella Striscia di Gaza ha mostrato quali sono le potenzialità del regime iraniano in campo cyber.

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Nel rapporto di Threat Intelligence Group di Google del 2024, si legge che i gruppi legati all’Iran hanno concentrato le loro attività di hacking sfruttando malware e ransomware distruttivi all’interno di Israele, come l’attacco all’Israel Institute of Technology nel febbraio 2023, e su operazioni di hack-and-leak, in cui i dati vengono rubati da organizzazioni governative e aziende e poi pubblicati, come le eclatanti fughe di notizie allo scopo di compromettere le aziende idriche israeliane.

Nel periodo antecedente all’attacco del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas contro Israele, poi, i tentativi di phishing contro Israele risultavano dell’80% da parte di hacker associati al governo iraniano.

John Hultquist, capo analista del Google Threat Intelligence Group, ha avvertito che il regime iraniano tende anche a sopravvalutare i propri successi, come parte delle sue operazioni di informazione: “Sebbene l’Iran abbia compiuto alcuni gravi attacchi informatici dirompenti, molti di essi sono falliti e gli autori hanno ripetutamente fatto affermazioni false ed esagerate per rafforzare il loro impatto […]. L’obiettivo di molte di queste operazioni è psicologico piuttosto che pratico, ed è importante non sopravvalutarne l’impatto”.

Le origini delle tensioni tra Israele e Iran risalgono a Stuxnet

Il conflitto tra Israele e Iran ha preso forma qualche giorno fa sul campo di battaglia, ma proviene da più di un decennio di tensioni manifestate diversamente tra i due Paesi.

Nel 2010 il virus informatico Stuxnet mise fuori uso le centrifughe iraniane per arricchire l’uranio, attacco attribuito all’intelligence statunitense e israeliana.

Nel 2018, il ritrovamento di una serie di documenti in un magazzino di Teheran mostrarono che l’Iran stava nascondendo l’attività nucleare prima dell’accordo del 2015 con le potenze mondial. Fallito quest’ultimo, nel 2020, con il ritiro degli Usaiti, ripresero gli attacchi contro il programma nucleare iraniano, che sfociarono nell’esplosione dell’impianto di Natanz e nell’assassinio dello scienziato di punta, Mohsen Fakhrizadeh, tramite un’arma telecomandata da Israele.

La cronologia degli attacchi pre conflitto

Nel 2021 l’Iran ha attribuito a Israele il blackout a Natanz, così come l’avvelenamento di due scienziati nucleari iraniani nel 2022. A seguito dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, dallo scontro militare tra milizie filoiraniane e Israele in Libano, Siria e Yemen sono derivati il raid su un gasdotto iraniano e l’omicidio di due generali iraniani nel consolato di Damasco, a cui l’Iran ha risposto lanciando oltre 300 missili e droni contro Israele.

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E poi, sono seguite le uccisioni da parte di Israele dei leader dell’“asse di resistenza” iraniano, i leader di Hamas Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar, e quello di Hezbollah, Hassan Nasrallah, dello scorso anno, fino a quella da parte dell’Iran ad aprile del 2025 dell’uomo accusato di lavorare con i servizi segreti israeliani per l’estero, il Mossad, coinvolto anche, secondo l’Iran, nell’omicidio del colonnello Hassan Sayyad Khodaei nel 2022.



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